"Il ritmo delle cose", analisi del testo della canzone di Rkomi a Sanremo 2025 e significato del brano: il caos delle relazioni nell'era digitale
Punta a conquistare radio e discoteche, più che la classifica di Sanremo 2025 Rkomi – nome d’arte di Mirko Manuele Martorana -, che torna alla kermesse sanremese dopo tre anni, con un pezzo scritto da Shablo ed Ettorre che chiarisce il suo obbiettivo fin dal titolo: “Il ritmo delle cose – spiega lo stesso artista sta sera sul palco dell’Ariston – racconta il caos delle relazioni e nel ritornello provo a dipingere questo momento storico e l’attaccamento all’isolamento dettato dal digitale” con un testo che sostiene essere “nato in modo giocoso”.
Il testo della canzone Il ritmo delle cose parte – non a caso – con una serie di domande provocatorie, come per esempio “Dove sono i soldi adesso / Che sei rimasta sola?” e “Dov’è il tuo Dio?“, che sembrano restituire una sorta di vuoto valoriale e – in un certo senso – anche spirituale in una modernità sempre più digitale nella quale la realtà diventa priva di contenuti emotivi e – forse soprattutto – autentici; il tutto culminante in un ritornello che mette perfettamente in mostra quel paradosso per cui diventa impossibile costruire qualsiasi cosa – ed Rkomi cita tra gli altri i progetti e le relazioni – senza vederla inesorabilmente distruggersi.
“IL RITMO DELLE COSE”, ANALISI TESTO CANZONE RKOMI A SANREMO 2025
Entrando nel merito dell’analisi di Il senso delle cose, il ritornello – che recita “quante cose distruggiamo costruendo/ È un violento decrescendo” – sintetizza perfettamente il sentimento di cui parlavamo poche righe fa: tutti i tentativi di costruire qualcosa si trasformano – per Rkomi – in una caduta a picco violenta verso il vuoto – richiamato anche dalle parole “inferno a fuoco lento” – nel quale neppure l’amore ha più alcun tipo di senso; ed è proprio in questo contesto che Il ritmo delle cose diventa un pretesto per muoversi e correre, per restare senza parole: un appello – in un certo senso – alla vitalità nella routine quotidiana, ma che diventa anche alienante e (quasi) burocraticamente scandito.
Nel testo di Rkomi – poi – non mancano neppure i riferimenti personali (e citiamo, tra gli altri: “Ultimamente fumo ed esco / Veramente poco“, ma anche “Sto in mutande mentre fisso / Stupidamente il vuoto“) che sembrano suggerirci una certa apatia e alienazione che costringe l’artista – da un lato – alla ricerca di ordine e significato (che traspare nel verso “questo caos che forma / Il ritmo delle cose”) e – dall’altro lato – a fare i patti con quel già citato “inferno a fuoco lento“.
Rkomi a Sanremo 2025 – insomma – ci propone una canzone cruda e disincantata sulla condizione moderna in cui il caos, la disillusione e la decadenza sono diventati ormai dei vessilli della sfera personale e – forse soprattutto – sociale; ma con la speranza che quel caos possa diventare anche vitale e spingere a ballare: il “violento decrescendo” diventa – così – il simbolo di una realtà in cui Il ritmo delle cose, mentre ci spinge a muoverci e ballare, porta al contempo lentamente verso un’inevitabile disintegrazione emotiva e sociale.
