Le belle tracce di italiano della maturità 2025 ruotano tutte attorno ad alcune categorie cardine. Ma forse ne manca una
Le tracce di italiano della maturità 2025 ruotano praticamente tutte attorno ad alcune categorie cardine che in qualche modo creano una sorta di filo rosso che le unisce. Senza entrare nel merito degli aspetti didattici (si studia Pasolini a scuola, specie le poesie? Si legge magari per intero Il Gattopardo? Non sarebbe il caso di indicare una volta per tutte un “canone” letterario in qualche modo imprescindibile?) è questo il dato che balza di più all’attenzione.
Si va dalla “disillusione” di Pasolini (“mille lune non son bastate a illudermi di un tempo che veramente fosse mio”) alla “inquietudine” che domina le relazioni umane in occasione dei cambiamenti politici contrassegnati da scontri tra classi sociali (in questo caso il brano del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa allude al confronto tra aristocrazia e borghesia).
Si va, ancora, dal tema della “speranza” di potere cambiare una situazione economica compromessa o un rapporto distorto tra leadership e cittadino (brano storiografico sul New Deal rooseveltiano) al “rispetto” come parola dell’anno 2024 secondo l’Enciclopedia Treccani.
Infine emerge la grande “indignazione” per come abbiamo ridotto la terra scaricando su di essa i nostri manufatti il cui peso è calcolabile in teratonnellate e che (sempre l’indignazione) investe il fenomeno della mafia, espressa questa volta dai giovani contemporanei al giudice Borsellino, rendendolo ottimista, in prospettiva, sulla progressiva mancanza di consenso del quale possano giovarsi i malavitosi per compiere impuniti i loro misfatti.
Sul concetto della “indignazione”, che a questo punto vince la classifica delle parole tematiche di quest’anno, è poi costruita tutta intera l’ultima prova (C2 – Attualità) che giustamente chiede quando e come è il caso sui social di cliccare per segnalare la “vera” indignazione: questo stato morale-emotivo infatti “finiamo per sprecarlo su questioni irrilevanti per ignorare invece i temi che davvero meriterebbero la nostra irritazione”.
Inquietudine, rispetto, indignazione. Da qui a considerare che le prove di quest’anno sono molto curvate sulla soggettività e sull’esplorazione della capacità dell’alunno di ripensarsi, il passo è breve. Si tratta evidentemente di una scelta che il ministero ha fatto per segnalare, forse, un compito urgente, più che nuovo, che la scuola dovrebbe proporsi: aiutare i ragazzi ad acquisire non solo nozioni ma anche consapevolezze. Si chiede, insomma, che la coscienza dell’alunno, la sua capacità di affezione e attenzione, accompagni costantemente il percorso scolastico fino alla piena espressione in sede di maturità.
Quello che colpisce, indirettamente, è che sono stati esclusi – se non molto alla lontana nel riferimento agli anni Trenta della prova B1 (Argomentazione), oppure nel nesso con il periodo risorgimentale della prova gattopardiana A2 (Analisi testuale) – collegamenti a vicende storico-belliche, così come alle guerre del nostro tempo.
Lontane anche le problematiche tipicamente giovanili (disagio, insoddisfazione, solitudine, gender). La soggettività dell’alunno, così come pretesa dall’insieme delle prove, è più indirizzata all’assunzione di un impegno civile che non al ripiegamento su di sé. Si chiede per esempio ai maturandi (C1, Attualità) di esprimersi sul significato profondo del messaggio di Borsellino e “sul valore che esso può avere per i giovani, in particolare per quelli della tua generazione”.
L’indirizzo è insomma chiaro. Sennonché questa dimensione coscienziale-civile richiesta a giovani che si apprestano ad assumere compiti e ruoli nel mondo adulto è evidentemente non solo da verificare, ma anche da costruire. L’uno sfondo non elide l’altro. Lo scritto di italiano sarà un banco di prova interessante soprattutto perché permetterà agli insegnanti di comprendere l’energia introspettiva degli alunni, talvolta davvero insospettabile. È anche chiaro che la costruzione di un soggetto maturo, cioè fornito di strumenti per collegare la propria vita emotiva e sentimentale al contesto culturale, religioso e sociale del tempo presente è una grande sfida educativa (anche impegnativa) che in qualche modo questa circostanza rilancia alla grande.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
