Si moltiplicano le polemiche sui troppi finti stupri nelle fiction Rai. L’editoriale indipendente Aestetica Sovietica ha acceso i riflettori su tre episodi registrati nel giro di pochi giorni, tutti legati ad un prodotto di viale Mazzini, chiedendo di porre fine a tutto ciò per scacciare un retaggio culturale «in un Paese che già fa molta fatica a credere alle violenze sessuali».
Il primo episodio di questi tre finti stupri è stato registrato nella serie tv Mina Settembre, poi è stata la volta de Le indagini di Lolita Lobosco ed infine, pochi giorni fa, di Che Dio ci aiuti 6. Tre fiction di casa Rai che registrano ascolti importantissimi ma che sono accomunate da trame che prevedono delle violenze sessuali in realtà mai avvenute.
FICTION RAI NEL CAOS PER I FINTI STUPRI
«Quella che poteva sembrare una coincidenza appare sempre più come un disegno politico, o quantomeno come un retaggio culturale imperdonabile in un Paese che già fa molta fatica a credere alle violenze sessuali», la denuncia di Aestetica Sovietica in una lettera rivolta ai vertici della Rai. Il caso dei finti stupri ha acceso il dibattito sui social network e il deputato Michele Anzaldi ha evidenziato su Huffington Post: «La Rai può rimanere in silenzio. È inutile parlare di parità di genere quando c’è una ricorrenza, o magari di fronte all’ennesima violenza, se poi non si riflette davvero su questi numeri. La Rai non soltanto dovrebbe vigilare col doppio dell’attenzione per evitare che si possano verificare imperdonabili coincidenze come quelle dei finti stupri addirittura in ben 3 fiction in poche settimane, ma dovrebbe farsi promotrice di un’ampia programmazione nei talk show, nell’informazione, nella fiction e rivolgersi a tutte le età affrontando il dramma delle violenze sulle donne».