Siamo abituati a vedere Roberto Saviano sempre e comunque schierato dalla parte opposta – di qualsiasi tema o notizia possibile – al popolismo-sovranismo ma soprattutto al suo grande “nemico giurato”, Matteo Salvini: ebbene, dopo la morte del generale iraniano Soleimani e con la tensione in Medio Oriente tornata altissima, il giudizio dello scrittore di Gomorra per una volta sembra “allinearsi” a quello del leader leghista, seppur non ammettendolo e rimanendo comunque “criptico” nella pena complessità del suo post su Instagram. «Con questo disegno il geniale artista persiano Mana Neyestani racconta le manifestazioni di cordoglio in Iran per il generale Soleimani», scrive Saviano mostrando la vignetta fatta dall’artista iraniano oppositore del regime degli Ayatollah. Si discosta da alcune aree della sinistra che in questi giorni, per attaccare l’odiato Trump, si sono ritrovate a difendere ed esaltare la figura di Soleimani nonostante quanto fatto contro i giovani e le donne del suo stesso Paese nei tanti anni alla guida delle guardie della Rivoluzione Al-Quds: ma nello stesso tempo attacca proprio Trump. Un “tilt” che alcuni suoi followers hanno colto nel segno.
SAVIANO ‘CRIPTICO’ SULLA SITUAZIONE IN IRAN
«Neyestani è un disegnatore molto bravo, poi Soleimani sicuramente non era un santo! (non era neanche un terrorista come dice Trump!! ) ma la cosa strana per me è che tu sui questioni iraniani non sei informato, ne te ne il tuo nemico Salvini! Entrambi avete uno sguardo molto superficiale che è stato formato attraverso il profilo social di falsi opposizioni iraniani come Masih Alinejad. con tutto il vero rispetto che ho verso di te, credo che per analizzare la complessità delle cose che stanno succedendo in iran forse hai bisogno di informazioni più reali e non quegli che girano sui social media», scrive un utente in risposta al post social di Roberto Saviano. Lo scrittore infatti poco prima aveva scritto come Soleimani fosse diventato bersaglio prioritario mentre nelle carceri dell’Iran è ancora rinchiusa Nasrin Sotoudeh, «condannata a 33 anni di carcere e 148 frustate per aver difeso i diritti umani nello svolgimento della sua professione di avvocato». E poi la sferzata finale: «L’Iran, governato da una classe dirigente totalitaria e corrotta, è diventato utilissimo all’amministrazione Usa per distrarre l’attenzione dai suoi problemi interni». Insomma, Iran totalitario, Soleimani oppressore e diritti negati: stessa linea di Salvini e Trump direte voi? E invece, no la chiusura criptica è un attacco al sovranismo Usa. Un “tilt” alquanto insolito, comprensibile però se si vuole leggere più in profondità: l’ammissione di avere una tesi – per una volta – non dissimile a quella di Salvini, fa tenere il punto a Saviano non riuscendo pienamente ad esprimere la sua tesi per “paura” forse di essere “bollato” anche lui dal lato “americano” della contesa..