Dopo mesi di lavori Ursula von der Leyen ha annunciato che la Commissione Ue ha approvato la riforma delle politiche migratorie. Il pacchetto sui migranti prevede un sistema obbligatorio secondo cui le persone salvate in mare devono essere ridistribuite tra tutti i partner europei. Se però qualche governo si opporrà, allora sarà obbligato a gestire il rimpatrio di coloro che non avranno diritto per restare in Europa. La riforma sui migranti punta ad alleggerire il peso sui paesi di primo ingresso, intervenendo il sistema Dublino che invece lasciava proprio sulle nazioni di frontiera la gestione completa dei flussi, penalizzando quindi Italia e Grecia.
Inizialmente i migranti resteranno nel Paese di primo ingresso, ma se entro 8 mesi i governi “sponsor” non riusciranno a organizzare il loro rientro in patria dovranno trasferirli sul proprio territorio in attesa della chiusura della procedura di ritorno. La proposta ora va approvata dagli Stati membri. A tal proposito, all’orizzonte c’è un duro negoziato con l’Ue divisa tra paesi mediterranei e coloro che li sostengono nella richiesta di solidarietà e il blocco dell’Europa centro-orientale che invece è contrario alla cooperazione che è composto dai Visegrad, baltici e Austria.
Ma l’Ue, come riportato da Repubblica, prevede anche un rafforzamento delle frontiere esterne, con la gestione diretta dell’identificazione dei migranti entro 5 giorni dal loro ingresso in Europa e la domanda di asilo, da processare entro 12 settimane.
MIGRANTI, PIANO UE: SOLIDARIETÀ OBBLIGATORIA
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato l’approvazione della riforma delle politiche migratorie: “Oggi – le sue parole riportate dall’edizione online di Repubblica – proponiamo una soluzione europea per ricostruire la fiducia tra Stati membri e ripristinare quella dei cittadini nella nostra capacità di gestire i flussi migratori come Unione”. Dopo mesi di lavoro viene quindi annunciato il nuovo pacchetto di misure che prevede “un sistema obbligatorio” attraverso cui le persone che verranno salvate in mare dovranno essere poi redistribuite fra tutti i vari partner dell’Unione Europea. Quei paesi che non vorranno farsi carico dei migranti, dovranno obbligatoriamente gestire il rimpatrio di coloro che non avranno diritto per restare nel continente. La proposta della Commissione dovrà essere approvata, e secondo Repubblica si preannuncia “un durissimo negoziato con l’Unione spaccata”: da una parte i paesi del Mediterraneo, ovviamente a favore di questo pacchetto di misure, e dall’altra il blocco dell’Europa centro-orientale, naturalmente contrario.
PATTO MIGRANTI: MERKEL IN PRIMA FILA PER BUONA RIUSCITA
“L’Ue – ha proseguito la Von der Leyen – ha già dato prova in altri settori della sua capacità di fare passi straordinari per conciliare prospettive divergenti: ora è tempo di alzare la sfida per gestire la migrazione in modo congiunto”. Chiaro il riferimento al Recovery Fund, la cui quadra è stata trovata dopo mesi di trattative. E così come per il fondo di emergenza, ad impegnarsi nella buona riuscita delle trattative è ancora una volta Angela Merkel, la Cancelliera tedesca, pronta a lasciare la politica per sempre, ma rilanciando l’Europa sul piano economico e sulla questione dei migranti. Margarits Schinas, vicepresidente della Commissione, ha parlato del nuovo patto sui migranti come di un “compromesso” fra le diverse soluzioni dei paesi membri, una scelta “che rispetta le linee rosse” dei governi, “un punto di caduta” appetibile per tutti. Così invece Enzo Amendola, ministro agli Affari Europei, che ha promosso a pieni voti la proposta du Bruxelles: “Siamo a un punto di svolta. Sarà una trattativa complessa e delicata. Ma l’Italia è in prima linea”.