C’era una grande attesa attorno all’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul palco del Forum Economico Mondiale di Davos che segue di pochissimo il recente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca con la promessa di porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina; ma più che sulle aspettative future, il presidente ucraino ha scelto di concentrarsi sul ruolo che l’Europa può – ed anzi, deve – avere nel futuro del mondo partendo dal sottolineare che “non può permettersi di essere il secondo o il terzo della fila dei suoi alleati” perché secondo Zelensky se questo dovesse accadere “il mondo comincerebbe ad andare avanti senza l’Europa”.
“L’Europa – ha esortato Zelensky – deve competere per il primo posto nelle priorità, nelle alleanze e nello sviluppo tecnologico” ed è questo il momento migliore per iniziare a farlo, affermandosi “come forte ed indispensabile attore globale” perché a differenza di realtà come gli USA “non c’è un oceano che separa i Paesi europei dalla Russia” che – ha continuato – si sta “trasformando in una nuova versione della Corea del Nord in cui la vita umana non conta nulla, ma che dispone di armi nucleari e di un desiderio ardente di rendere la vita dei suoi vicini miserabile” in grado peraltro di produrre “più armature ed equipaggiamenti militari di tutta l’Europa messa insieme”.
Zelensky: “Per rendere importante l’Europa servono una difesa comune, energia indipendente e più investimenti in tecnologia”
Secondo Zelensky la priorità europea assoluta deve essere quella di “essere all’altezza della sfida in politica, in difesa e in economia” perché le sempre maggiori minacce globali “possono essere affrontate solo e soltanto insieme”; mentre nella realtà fattuale delle cose per ora non è neppure certo se l’Europa “avrà un posto a tavola quando finirà la guerra contro il nostro Paese”: in tal senso secondo il presidente ucraino “l’Europa deve imparare a prendersi cura di se stessa in modo che il mondo non possa permettersi di ignorarla”.
Per farlo Zelensky suggerisce innanzitutto di puntare su di “una politica di sicurezza e di difesa” unitaria che parta dal fatto che tutti e 27 i paesi spendano “per la sicurezza quanto è veramente necessario” giungendo ad un modello produttivo comunitario che renda possibile – innanzitutto – produrre “sistemi di difesa aerea in grado di gestire tutti i tipi di missili da crociera e balistici” creando una vera e propria versione europea “di Iron Dome“.
Secondariamente, Zelensky esorta i paesi europei a “fare in modo che nessuno dipenda da un unico approvvigionamento energetico” a maggior ragione se russo; e mentre deve anche riuscire ad accaparrarsi “un posto al tavolo quando si fanno accordi sulla guerra e sulla pace“, deve iniziare a ragionare ad un nuovo “approccio più coraggioso nei confronti delle aziende tecnologiche e dello sviluppo tecnologico“: tutto questo – ha concluso Zelensky – con un nuovo corso più coraggioso da parte di Bruxelles che sappia creare una “regolamentazione intelligente”.