CINA/ L’economia si ferma: in calo la produzione manifatturiera

- La Redazione

L'indice Pmi è sceso sotto soglia 50 punti: ora si parla di stagnazione economica. Gli analisti lo avevano previsto. Intanto riprende a crescere l'inflazione.

camion_export_cina Chiude Postalmarket (Infophoto)

Cina, la produzione industriale è in calo. E il paese è in stagnazione. Dopo che i dati sul calo dei consumi è la volta della produzione delle aziende. Ad agosto l’indice Pmi cinese (Purchasing managers index), una delle più credibili unità di misura dell’attività manifatturiera locale, ha fatto registrare il valore minimo da nove mesi a questa parte. L’indice è infatti sceso a quota 49,2. A luglio era del 50,1. A renderlo noto è l’agenzia Nuova Cina riportando dati della federazione cinese di Logistica. Nuova Cina spiega anche che un livello al di sotto di 50 indica una situazione di stagnazione economica.

I dati ufficiali comunicati da Pechino non si discostano significativamente dalle previsioni degli analisti, che non più tardi di una settimana fa avevano pronosticato un valore per l’indice Pmi di 47,8 contro i 49,3 di luglio. Il dato di oggi non fa altro che confermare che l’economia cinese è ferma. Secondo gli analisti, inoltre, l’inflazione ad agosto dovrebbe salire al 2,3% rispetto all’1,8% di luglio, il dato più basso fatto segnare negli ultimi 30 mesi.

Due giorni fa, in occasione della visita della cancelliera tedesca Angela Merkel a Pechino il premier cinese Wen Jiabao aveva assicurato che la Cina intende continuare a investire in Europa per contribuire al superamento della crisi del debito. “La Cina – ha confermato la Merkel a Xinhua – continuerà a investire nell’Unione europea”. Wen ha tuttavia fatto sapere che, secondo lui, l’Italia, la Grecia e la Spagna dovranno essere più determinate sulle riforme. Il premier ha inoltre aggiunto che intende rafforzare la comunicazione con l’Ue e la Bce. Ciononostante permangono per Wen le preoccupazioni su una eventuale uscita della Grecia dall’euro. Decisa la risposta della Merkel, che ha detto: “la crisi non è ancora passata. Ma se si guarda attentamente, l’Europa ha fatto un enorme numero di cambiamenti. Molti paesi hanno messo a punto riforme e le stanno implementando”.

A proposito di produzione industriale, durante l’incontro delle due delegazioni dell’altro giorno sono stati firmati anche 13 accordi di cooperazione in diversi settori. Non solo politica ma anche affari dunque. Airbus ha infatti siglato con la Cina un contratto da 3,5 miliardi di dollari per la vendita di 50 aerei commerciali, mentre la Merkel ha voluto chiarire le polemica dei giorni scorsi sui dazi Ue alle importazioni cinesi. Una questione che “va risolta con il dialogo e non con le Corti internazionali”, ha detto.

A luglio la tedesca SolarWorld e altri produttori europei di pannelli solari avevano presentato reclami a Bruxelles per ottenere dazi sul’importazione di pannelli solari di fabbricazione cinese. La vertenza è ancora aperta e la Commissione Ue ha 45 giorni di tempo per decidere se avviare una indagine. Ammontano a 35,8 miliardi di dollari (dato del 2011) le esportazioni cinesi di prodotti solari. Di queste oltre il 60% sono dirette verso l’Unione Europea.







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