RC AUTO/ Dagli italiani un “regalo” alle assicurazioni

- Paolo Annoni

Spulciando tra i conti delle assicurazioni, spiega PAOLO ANNONI, si può scoprire che la crisi economica sta aiutando le compagnie a incrementare i propri guadagni

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Vi ricordate i giorni delle polemiche del “caro rc auto” con i consumatori che si lamentavano dei rincari continui delle assicurazioni auto e le assicurazioni che si difendavano a colpi di sinistri fuori controllo causa abitudini non sempre oneste degli italiani? Negli anni delle polemiche per il caro rc auto i bilanci delle assicurazioni italiane e i loro conti economici non apparivano particolarmenti floridi e quindi le rimostranze dei consumatori si “infrangevano” contro argomenti che non sembravano completamente privi di fondamento. Secondo l’osservatorio Aiba-Iiama, nel corso del 2010 il prezzo medio delle assicurazioni era salito di più del 10% (+12,2% per l’esattezza) e anche l’anno dopo il prezzo era salito seppure di una percentuale inferiore (+3,7%). L’aumento si inverte improvvisamente nel corso del 2012 e al posto di incrementi si assiste a una diminuzione delle tariffe. Il cambiamento meriterebbe qualche attenzione particolare e forse, se le pagine economiche non fossero già piene di notizie su mercati, banche centrali e dintorni, se ne sarebbe parlato molto di più di quanto sia stato fatto.

Così come nei giorni in cui infuriavano le polemiche tra consumatori e associazioni da una parte e assicurazioni dall’altra era utile dare uno sguardo ai bilanci delle ultime, anche oggi potrebbe essere utile scartabellare qualche dato direttamente alla fonte e capire cosa sta succedendo. La parola magica è “combined ratio”; il termine inglese può mettere spavento e forse anche soggezione, ma in realtà è una misura di redditività delle assicurazioni piuttosto intuitiva e non particolarmente difficile da capire. Il combined ratio è il rapporto tra spese generali e costi di risarcimento dei sinistri, al numeratore, e i premi incassati al denominatore. In altre parole, se questo valore supera il 100% significa che l’assicurazione sta pagando più di quanto incassa con i premi, se è sotto il 100% al contrario sta guadagnando soldi.

Gli ultimi numeri a disposizione mostrano che per le compagnie danni che operano in Italia questo numero sia sceso moltissimo. Allianz ha dichiarato in Italia un combined ratio del 71,5% nel terzo trimestre, in calo di quasi dieci punti rispetto a un anno prima (paga 71,5 e incassa 100 di premi): il gruppo Unipol è passato da 99,3% nei primi nove mesi del 2012 a 92,1% nei primi nove del 2013; Generali nello stesso arco temporale da 97,6% a 91,5%. I risultati sull’utile? L’utile di Generali nei nove mesi nel settore danni è aumentato dell’87,9%, quello di Unipol del 53%, quello di Allianz del 35%. Cos’ha determinato un aumento così significativo degli utili nonostante le tariffe abbiano smesso di salire?

La risposta è molto semplice ed è principalmente la crisi economica italiana; Allianz mette nero su bianco nella presentazione destinata ad analisti e investitori per il terzo trimestre che una minore frequenza dei sinistri ha impattato positivamente i numeri della società (non cita – anche se un impatto c’è stato – la diminuzione dei rimborsi per alcuni danni). Perchè? Gli italiani sono diventati più onesti o forse hanno imparato a guidare meglio? La risposta non è evidentemente da attribuire a fattori di questo tipo. Cos’è successo quindi? È successo che gli italiani, a causa della crisi economica, di un mercato del lavoro disastroso, di un aumento delle imposte, ecc. usano meno, o molto meno, la macchina per risparmiare sulla benzinza tagliando le spese. L’assicurazione in “valore assoluto” è rimasta identica solo che la macchina rimane parcheggiata molto più spesso e circola molto meno. Meno chilometri meno incidenti, meno incidenti, meno costi per le assicurazioni: è statistica e niente altro.

Una statistica dietro cui si nasconde la crisi economica italiana e anche gli eccezionali miglioramenti reddituali delle assicurazioni che operano in Italia. Finchè dura, nonostante qualche sconto che pure le assicurazioni cominciano a fare per attrarre i clienti più “pregiati” (se lo possono permettere), per qualcuno almeno ci sono “buone notizie”.





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