VERSO IL CDM/ Il Governo pronto a nuove misure fiscali e tagli alla spesa pubblica

- La Redazione

Domani il Consiglio dei ministri dovrebbe varare una manovra economica da oltre 34 miliardi in tre anni. Pronti anche provvedimenti sul caro benzina, sul nucleare e sulla tassazione di aziende petrolifere, banche e assicurazioni

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Il Governo è al lavoro per completare la prima manovra economica, che arriverà domani in Consiglio dei ministri. Sarà un pacchetto di misure molto articolato, suddiviso in un decreto legge e uno o due disegni di legge, e comprenderà il piano triennale di stabilizzazione dei conti pubblici (con l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2011), interventi per il rilancio dell’economia e il sostegno alle famiglie, e un drastico taglio alla spesa, a partire da enti locali, pubblica amministrazione e sanità.
Nel complesso, sarà una manovra da 13,1 miliardi per il 2009 – in tutto saranno 34,8 miliardi alla fine del triennio – e senza un provvedimento ad hoc per la correzione del deficit-Pil nell’anno in corso. Dalla Robin Hood Tax agli sconti sui carburanti, dalle annunciate liberalizzazioni al rilancio del nucleare, il primo intervento massiccio del nuovo esecutivo sull’economia sta assumendo progressivamente la forma di un robusto tentativo di rilanciare l’economia del Paese in uno dei momenti più difficili e incerti per l’economia mondiale.

Robin Hood Tax – La tassa sulle compagnie petrolifere dovrebbe portare al massimo un miliardo di euro all’Erario, ma solo con l’ipotesi di un prelievo straordinario sull’Ires. Se la tassa si dovesse concentrare invece su raffinazione, marketing e attività di estrazione in Italia, l’introito dovrebbe essere intorno ai 350-400 milioni. Tra le misure fiscali, inoltre, dovrebbe esserci un potenziamento della lotta all’evasione e al sommerso, con l’incremento degli uomini della Guardia di finanza dediti a queste attività.

Banche e assicurazioni – Più sostanziosi gli effetti della stretta fiscale sugli istituti bancari e assicurativi, da cui dovrebbero arrivare nelle casse dello Stato intorno a 1,5 miliardi.
L’intervento dovrebbe consistere soprattutto nell’ampliamento della base imponibile e nell’introduzione di limiti alla deducibilità fiscale degli interessi passivi.

Carburanti – Per contrastare il caro-greggio il governo dovrebbe tagliare le accise sui carburanti, con possibili automatismi negli sconti per i consumatori. Allo studio ci sono anche agevolazioni fiscali per le categorie produttive più colpite dai rincari di benzina e gasolio (soprattutto pesca e autotrasporto), il rafforzamento dei poteri del Garante dei prezzi in funzione anti-speculativa e una norma per rendere più moderna la rete distributiva (tra cui la liberalizzazione del mercato dei distributori, che potranno essere installati anche nei supermercati), evitando così il contenzioso con l’Unione europea.

Liberalizzazioni e privatizzazioni – Il piano di riforme in stile Commissione Attali prevede una serie di misure per lo sviluppo, a partire da un primo intervento per liberalizzare i servizi pubblici locali. Inoltre, ci dovrebbero essere anche dismissioni di immobili pubblici (in particolare caserme).

Lavoro e pensioni – In arrivo l’abolizione del divieto di cumulo tra pensione e reddito da lavoro, modifiche alla normativa sull’apprendistato e misure per facilitare l’avvio di un’impresa (il progetto “impresa in un’ora”).

Nucleare – Il primo intervento per il ritorno dell’Italia all’energia atomica passerà attraverso misure per favorire il rilancio degli investimenti nel settore. In particolare, sarà definito un piano generale per l’allocazione delle grandi infrastrutture del Paese (inclusi i rigassificatori), con l’impegno di definire entro la fine dell’anno – attraverso uno o più decreti legislativi – i criteri per individuare i siti adatti a nuovi impianti nucleari.

Class action – Sarà rivisto il nuovo sistema di cause civili collettive introdotto dalla Finanziaria, che entra in vigore a fine giugno. L’obiettivo è migliorare la normativa, modificando gli aspetti che per il governo la rendono “impraticabile”.

Tagli alla spesa – Le vittime principali della cura Tremonti saranno Regioni ed enti locali, colpiti da un giro di vite di 3,4 miliardi solo nel 2009. Drastico anche il taglio per la sanità, pari a 3 miliardi nel triennio 2009-2011, mentre la pubblica amministrazione subirà un analogo ridimensionamento delle risorse (3 miliardi nel triennio), con blocco del turnover e congelamento del piano di stabilizzazione dei precari. In discussione c’è poi il prestito straordinario per Roma, città in difficoltà per il “buco” finanziario nelle casse comunali.

Comunità montane – Si profila la cancellazione delle comunità montane dal panorama degli enti locali. La scure di Tremonti, che porterebbe risparmi per circa 150 milioni, potrebbe colpire con la semplice abolizione delle Comunità o con un drastico azzeramento delle risorse. I compiti svolti da questi enti dovrebbero quindi passare alle province o a consorzi di comuni.





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