DALLA CINA/ Lao Xi: al Sud la protesta si è stufata anche di M5s e cambia cavallo

- Lao Xi

Le uniche due cose davvero importanti sembrano emerse solo poche ore prima del voto: la normalizzazione di M5s e il possibile successo di Salvini al Sud. Dalla Cina, LAO XI

beppe_grillo_dimaio3_m5s_lapresse_2018 Manifestazione M5s a Roma (LaPresse)

Dalla distanza le uniche due cose davvero importanti di queste elezioni sono emerse solo pochi giorni, poche ore prima dell’apertura delle urne, e che siano arrivate così in ritardo è già indicativo.

La prima è che la Lega potrebbe avere un certo successo al Sud Italia. Come se un partito filo-italiano con un passato anti-tedesco avesse successo in Germania: un’assurdità solo a dirla. Che invece questo accada dimostra che 1) la protesta al Sud è stufa anche del M5s, visto ormai un partito come gli altri e 2) che molti non sono disperati, e non rinunciano a votare, ma si aggrappano a qualunque cosa pur di sperare in un cambiamento positivo.

L’altro elemento è il governo in pectore del M5s. Ha presentato una lista di possibili ministri senza follie. Si tratta di persone ragionevoli, non giganti nei loro campi, ma nemmeno disoccupati in cerca d’impiego, cioè non sono persone come il sindaco di Roma Virginia Raggi o (possiamo dirlo?) come lo stesso Luigi Di Maio. La scommessa evidente stavolta è quella di sedersi al tavolo dei grandi, e partecipare alla futura, delicata amministrazione del paese. Un’idea responsabile, visto lo stato della nazione.

Che le due cose arrivino solo ora però è prova della confusione generale delle forze politiche, arrivate al voto senza un’idea.

Inoltre il governo-ombra di Di Maio potrà tenere insieme la protesta? Non si sa proprio quanto potrà essere convincente questo governo per quel centro in fuga dalla protesta verso centrosinistra e centrodestra. Infatti, se prendiamo per buono il programma di M5s, in fondo è lo stesso dei buoni propositi di Berlusconi e Renzi, è privo di idee nuove, di proposte forti.

La forte attrattiva iniziale del Movimento, quella che Casaleggio e Grillo avevano intuito (ma a cui non hanno saputo dare corpo) era che l’Italia voleva uno scossone. Ciò non significava rivoluzione, voleva dire onestà, anche, ma soprattutto idee fortemente innovative. Ma senza il circo della protesta e senza idee nuove cosa resterà del M5s, fra poco?

Altra cosa sembra la Lega di Matteo Salvini. Lo sfondamento a Sud potrebbe essere la cosa più importante in Italia dall’invasione del regno borbonico da parte dei garibaldini (o era l’unificazione dell’Italia? Non ricordo) nel 1860. Ma per questo Salvini non ha la strada facile e retta. Dovrebbe smettere la demagogia su immigrazione e contorni. Meglio delle sue chiacchiere ha fatto, senza urli, il ministero degli Interni.





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