Come si vota i Referendum abrogativi 2025, cosa si può fare e cosa è vietato: astensione, voto, protesta, tutto quello che c'è da sapere
LE SCELTE POSSIBILI PER VOTARE I REFERENDUM ABROGATIVI 2025: NON SOLO IL “REBUS” QUORUM
Diversamente da quanto si potrebbe pensare, la corsa al voto per i Referendum abrogativi 2025 non è solo una questione di Sì o No, e neanche “solo” un tema di quorum da raggiungere/superare: dopo le pressioni dei proponenti dei 5 quesiti sul Referendum 2025 alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la scelta di andare alle urne senza però ritirare le schede sebbene appaia come un escamotage complicato è una delle legittime scelte che gli elettori tutti possono apportare nell’approccio ai Referendum popolari.
I 4 quesiti sul mondo del lavoro (licenziamenti, piccole imprese, contratti a termine e sicurezza appalti) e il quinto sulla cittadinanza (dimezzandola da 10 a 5 anni) hanno infilato il dibattito politico soprattutto per le posizioni sul voto/non voto, elemento classico di tutti gli ultimi referendum abrogativi in Italia: il quorum del 50% più uno resta il criterio massimo per validare o meno un referendum, e non è da meno la tornata dell’8-9 giugno 2025 in concomitanza con i ballottaggi delle Elezioni Comunali.
Secondo i sondaggi della vigilia è difficile che si arrivi a risultati dell’affluenza sufficienti per superare il quorum, e per questo viene criticata da sinistra la posizione della Premier Meloni che non invita a partecipare attivamente al voto.
Capire però come si vota i 5 Referendum 2025 su Jobs Act, sicurezza sul lavoro e Cittadinanza è lievemente più “complesso” di quanto viene fatto credere: non si tratta infatti di un solo Sì o No sulle singole 5 schede referendarie che possono essere ritirate, Sì per abrogare la tal legge, No per mantenere la legge immutata. Vi è infatti la possibilità di presentarsi alle urne senza ritirare la scheda, astenersi, non presentarsi del tutto, ritirare le schede ma non votarle: in tutto sono 6 gli scenari plausibili e ammessi dal regolamento del Ministero dell’Interno, ed occorre che tutti gli elettori aventi diritto sappiano bene cosa è possibile fare e cosa è vietato nell’esercizio di voto referendario.
ECCO QUALI SONO I 6 SCENARI PER IL REFERENDUM 2025: DAL NON RITIRO DELLE SCHEDE ALLE “PROTESTE” (LECITE)
Il primo e più “naturale” degli scenari è l’opzione di voto classica: l’elettore si presenta al proprio seggio, ritira tutte e 5 le schede elettorali dei quesiti sul Referendum abrogativi 2025, esprime il Sì o il No (ma anche scheda bianca o voto annullato) e ripone le medesime nelle urne ad hoc. Vi è però la possibilità che invece l’elettore decida di non presentarsi al seggio: ne ha diritto (il voto è sempre libero) e inoltre sui Referendum popolari ormai l’astensione viene utilizzata per far mancare il quorum richiesto, manifestando così critica e sfiducia per il contenuto dei quesiti.
Il terzo scenario vede l’elettore andare al seggio ma ritirare solo alcune schede: il voto è sempre regolare ed è diritto del cittadino comunicare se voler ritirare tutti e 5 i quesiti oppure solo alcuni, anche fosse uno solo. In questo caso, il quorum viene calcolato solo sul quesito del Referendum ritirato, non facendo invece salire l’affluenza per gli altri voti referendari in corso.
Una quarta possibilità viene battuta laddove l’elettore si reca al seggio ma rifiuta di ritirare tutte le schede, che è poi quanto ha “suggerito” la Premier Meloni: se si rifiuta di ritirare tutte e 5 le schede, si viene dichiarati nei verbali come “non votanti” e dunque non si concorre al quorum. È un’opzione permessa dal Viminale in quanto permette di partecipare al Referendum senza però partecipare al voto, manifestando la propria critica in maniera palese.
Un quinto scenario vede l’elettore ritirare sì le schede ma non entrare in cabina elettorale per esercitare il voto dei Referendum: in questo caso le schede vengono poi restituite al presidente e vengono annullate, ma l’elettore verrà conteggiato come votante e dunque potrà contribuire al quorum generale. Questo è un “voto annullato volontario” che partecipa all’affluenza ma contesta simbolicamente i contenuti di quei quesiti.
In ultima analisi il sesto e ultimo scenario di voto, con l’elettore che si reca nel proprio seggio e chiede di verbalizzare una dichiarazione scritta in cui viene elencata la propria protesta, dissenso o astensione al voto. Resta però il criterio cardine da applicare anche a tutti gli altri “scenari”: se l’elettore materialmente ritira in mano una o più schede, partecipa del quorum di quei rispettivi quesiti, se invece non le ritira allora non sarà conteggiato nell’affluenza.
