La violenza in Nigeria sembra legata anche agli interessi di alcuni esponenti collusi con le gang: a dirlo è l'arcivescovo Alfred Adewale Martins
La situazione in Nigeria sta diventando sempre più insostenibili per i cattolici – ma non solo – al centro di azioni sempre più volte da parte della tante gang che da tempo sembrano tenere in scacco il governo locale con una lunghissima serie di rapimenti e uccisioni che si sono intensificati nel corso delle ultime settimane: azioni che secondo l’arcivescovo Alfred Adewale Martins – responsabile della parrocchia di Lagos – richiedono una pronta azione da parte del governo che, a suo avviso, dispone di tutti i mezzi necessari per fermare la violenza in Nigeria.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è utile ricordare che negli ultimi giorni sono stati tantissimi gli episodi violenti in Nigeria: primo (o meglio, ultimo) tra tutti il recente rapimento di oltre 300 studenti da una scuola cattolica in Niger, anticipato solamente qualche giorno prima dal rapimento di altre 25 studentesse a Kebbi; mentre non sono passati in sordina neppure il rapimento del sacerdote Bobbo Paschal, l’assalto durante la messa a Eruku e – forse soprattutto – l’omicidio del generale dell’esercito Muhammad Uba nel Borno.
L’arcivescovo Alfred Adewale Martins: “Tra i potenti della Nigeria c’è qualcuno interessato a mantenere il caos”
Episodi che – spiega l’arcivescovo Alfred Adewale Martins citato dall’agenzia The Catholic Herald – sono “motivo di grande preoccupazione” e sintomi di una vera e propria “impennata” della violenza “dopo la minaccia del Presidente Donald Trump“ di condurre un’operazione militare nell’area: secondo Martins è chiaro che ci siano in Nigeria “alcuni elementi che stanno deliberatamente cercando di gettare questa nazione nel caos” ed è arrivato il momento che il governo intervenga.

Kreativa Media Production)
Secondo l’arcivescovo, infatti, è scorretta la narrazione secondo la quale il governo della nigeria non disponga dei mezzi necessari per fermare la violenza e l’impressione è che “ci sia una qualche collusione tra le persone potenti” – che, precisa, “non necessariamente” fanno parte del governo – che stanno deliberatamente evitando di “fare bene il loro lavoro” per interessi che vanno ben oltre al potere democraticamente costituito.
D’altra parte, lo stesso monsignor Martins nega l’idea che quello in atto in Nigeria sia un vero e proprio “genocidio contro i cristiani” perché seppur questi ultimi sembrino essere le vittime designare dei violenti, “vengono colpite anche persone di altre religioni e gli atei”; concludendo il suo ragionamento nella speranza che le parole di Trump sull’intervento militare in Nigeria – delle quali ci tiene a ringraziarlo – si traducano presto in “azioni concrete” per fermare il massacro.
