È morto Emilio Fede, ex direttore del Tg4 e Tg1: la malattia, il ricovero e la mancanza della moglie. Dalla Rai a Mediaset: come ha cambiato l'informazione
LA MORTE DI EMILIO FEDE: L’ANNUNCIO DELLA FIGLIA SVEVA DOPO IL PEGGIORAMENTO
Purtroppo non ce l’ha fatta Emilio Fede: è morto dopo il peggioramento delle ultime ore, sempre ricoverato nella Rsa di Segrete dove da mesi conviveva con un forte aggravamento delle sue condizioni di salute. Appena un anno fa, quando si trasferì nel centro di riabilitazione assistenziale, ebbe a dire ai media che la vecchiaia era e rimane «molto brutta», ma va rispettata, con il suo ultimo sogno che era «di raggiungere mia moglie».
Proprio dopo la morte di Diana De Feo nel 2021, anche lei giornalista ed ex parlamentare di Forza Italia, il colpo personale fu enorme per lo storico ex direttore del Tg4: «il dolore mio più grande», spiegò in più occasioni il giornalista coinvolto negli ultimi anni dalle vicende giudiziarie del processo Ruby, tra accuse, condanne e addirittura arresti domiciliari.
L’aggravamento degli ultimi mesi è stato ancora più acuto nella giornata di oggi, 2 settembre 2025: nel tardo pomeriggio è poi la figlia Sveva (che con la sorella Simona aveva già raccontato stamane del peggioramento del padre) a confermare al “Corriere della Sera” che Emilio vede è morto nonostante fino all’ultimo abbia continuato «a lottare come un guerriero, un leone». 94 anni, 60 di matrimonio, nato giornalisticamente nella Rai – dove divenne anche conduttore e direttore del Tg1 – ma cresciuto e poi approdato in Fininvest dove fino al 2012 diresse il Tg4 con il suo stile partigiano e d’assalto.
“PIÙ CRITICATO MA ANCHE PIÙ GUARDATO”: LA ‘FILOSOFIA’ DEL GIORNALISTA EMILIO FEDE
Le uniche notizie sulla malattia di Emilio Fede risalgono a mesi fa quando a ridosso del ricovero nella Residenza San Felice di Segrate, alle porte di Milano e vicino alla “sua” Milano 2, si seppe del peggioramento delle condizioni a seguito del tumore al pancreas diagnosticato nel 2014. Gli avevano dato pochi mesi di vita, ma in realtà la tenacia del coriaceo giornalista nato a Barcellona Pozzo di Gotto 94 anni fa ha fatto sì che ancora per ben 11 anni ha potuto godersi l’amore della moglie e delle figlie, nonostante i gravi guai giudiziari passati.
Nella sua ultima intervista (lo scorso luglio, ndr) non ha dato rimpianti o rimproveri, semmai si è detto pronto con la sua vecchiaia ad arrivare «al traguardo finale», per potergli permettere di ricongiursi all’amata moglie Diana. Dalla maratona tv per le sorti del piccolo Alfredo Rampi nel 1981 al periodo di Tangentopoli, fino all’avvento del Berlusconismo che contraddistinse i suoi ultimi anni di direttore al Tg4. «Berlusconi mi ha cambiato la vita, gli devo tutto», ha sempre ripetuto Emilio Fede, in lacrime i giorni dei funerali dell’ex Presidente di Forza Italia.
«Io sono il più criticato? Ma perché sono anche il più guardato»: questo “motto” dice forse tutto quello che serve sapere sul controverso e geniale giornalista che ha vissuto tutte le più importanti epoche storiche del nostro Paese dagli anni Sessanta fino ad oggi. Berlusconiano doc, ma anche direttore di telegiornali ben prima di Mediaset, in ottimi rapporti con tanti leader della sinistra italiana (da D’Alema e Veltroni), con un unico vero grande “nemico” politico, ovvero Romano Prodi («lui non mi piace, ma non insulto nessuno»). È morto Emilio Fede, e con lui una parte del giornalismo nostrano che – volente o no – ha fatto la storia della nazione.