GIOVANNI PASCOLI ALLA MATURITÀ 2022: SCELTO IL POETA DECADENTE PER LA PRIMA PROVA
Le previsioni della vigilia trovano conferma: Giovanni Pascoli è uno dei due autori scelti per la prima prova della Maturità 2022 per quanto riguarda la Tipologia A, quella che prevede l’analisi del testo. Dunque, agli studenti viene proposto uno dei più noti poeti italiani, che con Gabriele D’Annunzio è il maggior poeta decadente del panorama italiano, le cui opere sono di grande rilevanza anche attualmente. Sono tante le opere in prosa note di Giovanni Pascoli, ma viene ricordato soprattutto per il saggio Il fanciullino e per la sua produzione poetica. Per la prima prova di oggi della Maturità 2022 è stata scelta La Via Ferrata, tratta dalla raccolta poetica Myricae, del 1891.
La sua produzione poetica comunque è molto vasta: oltre alla prima raccolta poetica, ci sono i Poemetti del 1897 e i Canti di Castelvecchio del 1903. Si tratta di opere caratterizzate da paesaggi campestri, memorie personali e suggestive visioni. Ma in Giovanni Pascoli convivevano una forte tensione alla vecchia tradizione classicista e al tempo stesso una spinta forse verso le nuove tematiche decadenti. Lo provano i Poemi Conviviali del 1904 e i Carmina in latino prodotti dal 1891 al 1912. Per quanto riguarda le ultime raccolte, vanno menzionati Odi e Inni del 1906, i Poemi Italici del 1911, e i Poemi del Risorgimento pubblicati postumi nel 1913.
TITOLI TRACCE SVOLTE PRIMA PROVA E DIRETTA MATURITÀ 2022: TIPOLOGIA A – TIPOLOGIA B – TIPOLOGIA C. QUALI SONO LE TRACCE
LA VITA DI GIOVANNI PASCOLI
Giovanni Pascoli nacque a San Mauro il 31 dicembre 1855 in una famiglia benestante. Era quarto di dieci figli, ma rimase orfano di padre a 12 anni, quando il genitore fu ucciso con una fucilata tornando a casa. Non si scoprirono mai i responsabili dell’omicidio, ma a quella perdita segue quella di quattro fratelli e della madre. Lutti che segnarono profondamente il poeta, che si legò particolarmente alle sorelle Ida e Maria. Nel 1871 abbandonò il collegio di Urbino e si trasferì a Rimini, dove frequentò il liceo classico. Tramite una borsa di studio poté iscriversi all’Università di Bologna, dove ad esempio seguì i corsi di Giosuè Carducci. Diventò insegnante di greco e latino, poi professore universitario.
L’importanza del legame con le sorelle si evince anche dalla decisione di Giovanni Pascoli di rinunciare alla vita coniugale per stare vicino alla sorella Maria dopo che Ida si era sposata. Insicurezza e pessimismo aumentarono gradualmente e inesorabilmente, infatti Giovanni Pascoli finì nel baratro della depressione e dell’alcolismo, dipendenza a causa della quale morì il 6 aprile 1912. Infatti, si presume sia morto per cirrosi epatica, anche se la sorella Maria parlò di tumore allo stomaco per evitare quel particolare ritenuto sconveniente.
LA POETICA DI GIOVANNI PASCOLI
In Giovanni Pascoli si ritrovano molti elementi della corrente del Decadentismo, come l’ideologia del “nido”, che comporta una fuga dalla realtà contemporanea. La vita viene vista come un mistero impenetrabile, quindi le uniche certezze sono dolore e male. La sua visione pessimistica riguarda anche il rifiuto della scienza che non è stata in grado di rendere gli uomini felici. Quali sono gli errori da non fare quando ci si occupa di Giovanni Pascoli? Ignorare il suo rifiuto del positivismo e della conoscenza scientifica, perché contrappone il valore dell’intuizione e della poesia, che è lo strumento attraverso cui comprendere la verità delle cose. Anche se predicava la fratellanza tra gli uomini, era incapace di aderire ad una fede. Attenzione anche al suo linguaggio: dal ritmo spezzato nel verso ai suoni onomatopeici, passando per i termini che appartengono alla vita quotidiana e l’uso di frasi senza verbo ma che danno ritmo. Giovanni Pascoli è anche per tutti questi aspetti un rivoluzionario inconsapevole, visto che ha introdotto nel lessico della poesia nuovi elementi, ha ricercato la musicalità e ha rifiutato la retorica.