ITA/ I piani di Lufthansa lasciano all’Italia una mini-compagnia

- Alessandro Giustolisi

Lufthansa cercherà di entrare in ITA con grandi garanzie anche dal punto di vista legale, senza avere un forte interesse allo sviluppo della compagnia

ita aereo 2 lapresse1280 640x300 Aereo di Ita Airways (LaPresse)

Pare che ormai il dado sia tratto e con grande orgoglio si cederà un simbolo nazionale, nostro patrimonio, a un vettore straniero considerandola la miglior scelta da fare dopo il rosso profondo che ITA ha già accumulato, le spese folli a venire sulla flotta e le cause in corso. Lufthansa, se prenderà il 40% della società, lo farà solo con clausole per non accollarsi perdite legate alle cause.

Per i conti in rosso il vettore tedesco è meno preoccupato perché sa che se prende il 40% e ha mano libera con i propri dirigenti sicuramente rivolterà ITA come un calzino credendo forse di farla funzionare ribaltando il trend negativo, cosa forse possibile, ma ciò significa che ITA non sarà mai una linea di grandi dimensioni. Lufthansa può anche fare un’operazione di passaggi di aerei, visto che ITA li sta comprando quasi nuovi di zecca, passando alla compagnia italiana qualcuno dei suoi o del suo gruppo più vecchi e poi uscirsene. Non scordiamoci cosa fece ai tempi Iberia con Viasa e Aerolinas Argentinas: avere più aziende nel gruppo serve.

Ricordiamoci che il gruppo Lufthansa dai suoi hub di Bruxelles, Francoforte, Monaco, Vienna e Zurigo, da dove ha una fitta rete di rotte intercontinentali molto solide, raggiunge direttamente tutti i giorni i nostri scali di Torino, Malpensa, Linate, Verona, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Pisa, Firenze, Ancona, Fiumicino, Napoli, Bari, Brindisi, Lamezia Terme, Olbia, Cagliari, Palermo e Catania, cioè tutta Italia in diretta concorrenza con ITA, ma avendo circa 30 volte più destinazioni intercontinentali la scelta del pubblico sarà ovvia.

Se Lufthansa prende ITA le uniche rotte dove credo potrà sviluppare più lungo e medio raggio saranno Sud America, Africa, un po’ di Nord Africa, Medio Oriente ed Estremo Oriente. Sempre che Lufthansa non si compri pure TAP. In Nord America ITA, contrariamente ai pronostici, non sarà mai forte per ovvie ragioni geografiche, essendo la più penalizzata davanti a colossi come British Airways, Air France-KLM, Lufthansa, Delta, United, American Airlines, Air Canada e medi colossi come TAP, Iberia, Virgin Atlantic, Aer Lingus, SAS, Icelandair e altri. In Europa ITA avrà pochi voli visto la grande concorrenza di quelli diretti del gruppo Lufthansa esistenti, avendo rotte verso l’estero solo dagli hub di Fiumicino e forse Linate e/o Malpensa con federaggio verso gli altri scali italiani. Il paradosso sarà che le linee estere ci serviranno sempre meglio di ITA eccetto per i voli nazionali. ITA sarà sempre una mezza calza, al contrario di come potrebbe essere se non andasse in mano a Lufthansa con un piano industriale che preveda un network rivoluzionario che possa trasformare ITA con Alitalia e forse una low cost tipo ATI in una compagnia globale ai livelli di Lufthansa o Air France: basta rileggere alcuni articoli precedenti.

Se Lufthansa strappa l’accordo con la possibile uscita a scapito nostro potrebbe lasciarci con perdite peggiori assicurandosi l’estinzione di ITA: sarebbe una roulette russa a parte le possibili nuove cause che ne potrebbero scaturire. Vorrei che si capisse che Lufthansa resterà estranea alle cause in essere, che potranno essere risolte solo se esiste un futuro per questi lavoratori, ma duraturo con giuste garanzie, cosa che il gruppo tedesco non può offrire in realtà. Allo stesso tempo invito gli ex lavoratori di Alitalia e anche di Air Italy e Blue Panorama e i sindacati a comprendere l’importanza di avere una vera compagnia aerea senza illudersi con Lufthansa e proporre al Governo di far entrare i lavoratori nell’azionariato e di creare un nuovo piano industriale per stravolgere ITA e trasformarla in una linea aerea globale, senza svendita a a nessun leader di monopolio aereo tipo Lufthansa, Air France, IAG. Potrebbero anche offrire il congelamento delle cause e accettare delle condizioni intermedie che crescano in base all’andamento della compagnia, così da mettere meno pressione al Governo sulla cessione della compagnia.

ITA ha futuro di sviluppo solo se resta indipendente e magari crea una nuova alleanza, ma non se finisce in mano a un gruppo di monopolio. Ogni giorno i debiti e la pressione aumentano e a questo punto trovo più ragionevole guardare in faccia la realtà e capire che il piano industriale di ITA non va bene e anche il nuovo che piace a Lufthansa è solo una modifica cosmetica temporale, perché una volta che entrano i tedeschi cambieranno tutto. Faranno una mini-compagnia, dico mini perché il terzo Paese Ue non può avere un vettore con 80-100 aerei quando KLM ne ha circa 110 senza rotte nazionali essendo i Paesi Bassi un Paese piccolo o quando TAP ne ha 76 in un Paese di soli 10 milioni di abitanti. È legittimo che gli italiani ambiscano a qualcosa di più.

Spero in un ripensamento di tutte le parti per il bene della difesa del nostro simbolo nazionale che può generare lavoro e produrre nella nostra economia un impatto importante ed è inaccettabile non essere più rappresentati nel mondo da una compagnia di bandiera solo per una miopia generale o interessi privati. Buona Pasqua a tutti.

antilleanatlantic@outlook.com

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