Il mistero dell'elicottero Volpe 132 e il presunto collegamento con la nave Lucina: l'ipotesi dei traffici illeciti al largo delle coste sarde
Questa sera andrà in onda il nuovo episodio della trasmissione ‘Linea di confine‘ che ogni mercoledì ci propone – nella seconda serata di Rai 2 – un lungo approfondimento dedicato ad un caso di cronaca che oggi sarà quello dell’elicottero Volpe 132 misteriosamente precipitato in mare e (forse, ma ci arriveremo) collegato al massacro della nave Lucina in Algeria solamente pochissimi giorni dopo l’incidente al largo della Sardegna: due casi che sono collegati tra loro dal sottile filo di tre testimonianze rimaste a lungo inascoltate e che collocarono proprio la nave Lucina al largo sardo nei giorni precedenti alla caduta dell’elicottero; ma anche più o meno nell’esatta posizione in cui il veicolo della GdF affondò.
Prima di arrivare al filo conduttore verso la nave e l’Algeria è bene ricordare che il caso del Volpe 132 risale al 2 marzo del 1994 quando – attorno alle 19:00 – l’elicottero si trovava in volo sui mari sardi facendo perdere la sua posizione sul radar: venne trovato solamente un paio di giorni più tardi, ridotto in brandelli e parzialmente inghiottito dal mare e seppur in un primo momento si pensò ad un errore commesso dai due piloti, una perizia 17 anni più tardi definì che a bordo si era verificata un’esplosione probabilmente dovuta alla combustione dei vapori del carburante innescata da un proiettile.
La nave Lucina: la navigazione segreta al largo delle sarde e il massacro in Algeria
Da quello che sembrava un normalissimo incidente si fece la pista dell’attacco volontario da parte di anonimi soggetti ed è qui che nel mistero si inserisce il secondo mistero della nave Lucina: tre testimoni – infatti – riferirono di aver visto un misterioso mercantile al largo della costa di Feraxi – poco distante peraltro dal poligono di tiro militare di Salto di Quirra – che non risultava dalle carte nautiche e che aveva la ‘strana’ consuetudine di spegnere le luci nel corso della notte.
La nave Lucina – raccontò il testimone Gigi Marini – proprio il 2 marzo in mattinata era al largo di Feraxi e in serata si sarebbe (secondo il suo racconto) spostata in un punto nel quale lui stesso raccontò di aver notato il bagliore dell’esplosione del Volpe 132: tesi confermata anche da altri due testimoni che notarono sia il mercantile misterioso che il bagliore in cielo; mentre ad aggiungere un ulteriore mistero al già intricato caso ci fu anche il massacro tra il 6 e il 7 luglio del 1994 dell’intero equipaggio della nave ormeggiata al porto Djen Djen di Taher in Algeria e il furto di buona parte del suo misterioso carico.
Il filo conduttore tra il Volpe 132 e la nave Lucina: i presunti traffici illeciti scoperti dai militari della GdF
Tra le tante suggestioni (perché purtroppo ad oggi solamente di questo si tratta) quella che meglio potrebbe spiegare il collegamento tra il Volpe 132 e la nave Lucina vuole che quest’ultima fosse adibita ad un qualche non meglio definito traffico illecito – si parò di armi e droga, ma anche di rifiuti illeciti e tossici – condotto al largo delle coste sarde con dei misteriosi soggetti; magari proprio nel cuore della notte approfittando (e dando una spiegazione all’abitudine di spegnere le luci) dell’assoluto buio del mare.
Il Volpe 132 quella notte vide la nave proprio mentre era impegnata in uno di quei traffici e provò ad avvicinarsi per capire cosa stesse succedendo e a quel punto – notata la sua presenza – i soggetti coinvolti nello scambio illecito spararono all’elicottero innescando l’esplosione che poi lo fece precipitare; mentre il massacro secondo questa teoria fu organizzato per eliminare tutti i potenziali testimoni scomodi di quel singolare incidente che ancora oggi resta un grosso mistero.