Riccardo Fogli “Pooh? Ho sofferto molto” / “Via per la mia storia con Patty Pravo…”

- Luca Bucceri

Riccardo Fogli, ospite di Dedicato su Rai 1, ha raccontato gli inizi della sua carriera e i motivi dietro l'addio ai Pooh

Riccardo Fogli Riccardo Fogli a "Dedicato" (Rai, 2021)

È un Riccardo Fogli a cuore aperto quello che si è raccontato quest’oggi, lunedì 26 luglio, ospite della trasmissione in onda su Rai 1 “Dedicato”. Nel corso del programma condotto da Serena Autieri, che rivive storie e racconti con la formula della dedica musicale, l’ex frontman e bassista dei Pooh si è presentato ricco di energia e voglia di fare, felice di quanto fatto nella sua lunga carriera partita dal basso ma sempre condotta con orgoglio. Vincitore dell’edizione numero 32 del Festival di Sanremo, quando era in gara da solita con “1974”, Fogli non ha nascosto di avere più di una fonte di energia ed entusiasmo nella sua vita, forza che nonostante le 74 primavere alle spalle trova nei suoi affetti più cari e nelle attività di ogni giorno: “La fonte della mia energia è la mia bimba Michelle, che ha 8 anni. Poi corro, faccio il boscaiolo, il giardiniere, il muratore, l’imbianchino. Vado avanti? Direi soprattutto che faccio funzionare il cuore scrivendo canzoni e pensieri per mia moglie”.

Riccardo Fogli, l’importanza della famiglia: “È tutto”

Il cantante toscano, nato e cresciuto a Pontedera, non ha esitato a raccontare a Serena Autieri quelli che sono stati gli ostacoli affrontati dalla famiglia dopo la guerra. Problemi, secondo Fogli, che non hanno fatto altro che alimentare l’amore per il nido familiare, tra gli aspetti più importanti della sua vita: “Quelli della mia generazione, i figli della guerra, non avevano niente e la famiglia era tutto ed era molto unita. Vivevamo con poco e meno c’è e più ci si stringe e abbraccia quando c’è freddo per scaldarsi. C’era tanto amore anche se non avevamo tanto”.

Rispondendo alle domande della presentatrice, Fogli ha poi raccontato: “Mio padre tornò dalla guerra in una Pontedera distrutta e non aveva un mestiere, poi aprì una grande fabbrica che dette gioia alla mia famiglia perché lui ebbe uno stipendio e cominciarono le prospettive per il futuro”.

Riccardo Fogli, l’aneddoto e il pentimento sui Pooh

Ma com’è iniziata realmente la carriera di Riccardo Fogli? Prima della grande ribalta con i Pooh il cantautore pisano aveva avuto delle esperienze musicali con gli Slanders, ma quello che non tutti sanno è che il suo percorso artistico lo stava portando lontano dal basso: “Da ragazzino, nella mia Pontedera, oltre a studiare e fare il postino in fabbrica mi capitava di canticchiare e fischiettare, prendevo lezioni di canto che mi costavano 250 lire mentre con la musica andavo gratis con il solfeggio in banda. Nel solfeggio ero bravo, ma la prospettiva era di suonare il flauto mentre io avevo già adocchiato il basso che mi piaceva di più”.

Dopo due anni di fabbrica mi sono trasferito a Piombino e ho fatto il gommista e l’assistente fotografo, ma non ho mai smesso di cantare. Già lì ero un cantante-bassista, ho cercato una band e ho trovato gli Slanders. Sono diventato il loro quinto– ha raccontato nel corso di “Dedicato”- ho fatto vari festival e in uno Teddy Reno ci ha procurato un contratto col Piper di Roma e di Milano, lì ho incontrato i Pooh”.

Fogli ha poi raccontato il motivo che lo portò a lasciare i Pooh, una scelta che lo ha fatto soffrire nonostante alla base dell’addio ci fosse l’amore per la sua Patty Pravo: “Non mi pento di nulla nella mia vita, ma quando mi sono separato dai Pooh ho sofferto molto. L’ho fatto perché ero molto giovane e loro si permettevano di entrare a gamba tesa sulla mia storia d’amore, definita scomoda, con Patty Pravo. A 23 anni ho preso quella decisione, perché nessuno poteva o doveva dirmi chi potevo o non potevo amare. Per me loro erano fratelli e migliori amici, ho sofferto di solitudine”.







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