Il figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore, nega il coinvolgimento del padre negli omicidi di Falcone, Borsellino e del piccolo Di Matteo
Stanno (giustamente) causando un vero e proprio terremoto di dissenso le parole pronunciate da Giuseppe Salvatore Riina, figlio del noto boss mafioso Totò Riina, durante la più recente puntata del podcast “Lo Sperone” – facilmente recuperabile su YouTube – nella quale si è prodigato in un ricordo inedito (quanto difficile da credere) sul padre, descrivendolo come una persona buona e alla quale sono state accreditate accuse per reati che non ha mai – a suo avviso – veramente commesso.
Partendo proprio dalle parole del figlio di Totò Riina, colpisce quando lo definisce senza mezzi termini “un uomo con la u maiuscola” che mai avrebbe fatto mancare nulla alla sua famiglia e che ricorda di non aver mai visto commettere davanti a lui “un atto di violenza”: una figura che avrebbe “combattuto il sistema” e che per questa ragione – ovvero perché “dava fastidio” – sarebbe stato arrestato; solamente però dopo essere diventato ormai inutile a una non meglio precisata causa di qualche non definito piano alto che “deteneva veramente il denaro della mafia”.
Non solo, perché secondo il figlio, Totò Riina non c’entrerebbe nulla con gli omicidi di Falcone, Borsellino e del piccolo Giuseppe Di Matteo, uccisi – i giudici – quando non rappresentavano più un problema “per la mafia” da “altri dietro le quinte” con ordini che sono Giuseppe Salvatore Riina sarebbero stati pronunciati esclusivamente da “Giovanni Brusca” che – una volta diventato un pentito – non si sarebbe fatto alcuno scrupolo a tirare in mezzo anche quel “serio e onesto” uomo che era Totò Riina.
Cracolici (Antimafia Sicilia): “Il figlio di Totò Riina offende la nostra terra e la memoria storica”
Insomma, parole – a dir poco – controverse quelle di Giuseppe Salvatore Riina e che sembrano voler riaccreditare quella controversa figura di Totò Riina che ancora oggi è considerata da fior fiori di accuse, pentiti e – soprattutto – sentenze il “capo dei capi” e che com’era prevedibile (e forse era proprio anche questo l’intento, dato che in chiusura dell’intervista non è mancata la sponsorizzazione del prossimo libero che il figlio dell’ex boss sta scrivendo) hanno suscitato non poca indignazione.
Immediato il messaggio di condanna da parte di Antonello Cracolici – presidente dell’Antimafia siciliana – che ha bollato come inutili le parole del figlio di Totò Riina, chiedendogli di non diffondere bugie sull’ex boss e di “non offendere la nostra terra”; ma anche quelle del sindaco di Palermo Roberto Lagalla che ha bollato l’intera intervista come “falsa, delirante e profondamente offensiva”, oltre che negazionista di quelle che oggi sono “evidenze storiche e giudiziarie”; mentre il presidente regionale Renato Schifani ha definito le parole del figlio di Totò Riina “gravissime, offensive [e] indegne”.