Gli USA premono per un accordo di pace tra Ucraina e Russia: “devono accettare qualche rinuncia”. Per Vance e Rubio la guerra rischia di non finire presto

VANCE ALLONTANA LA FINE DELLA GUERRA MA PARLA DI UNA MEDIAZIONE IN CORSO PER LA PACE: COSA STA SUCCEDENDO

La guerra tra Ucraina e Russia, al di là dell’imminente mini-tregua invocata da Putin, potrebbe non essere così vicina alla sua conclusione, eppure la mediazione e il percorso dei negoziati di pace – sebbene siano ancora “separati” e non diretti tra le due parti in causa – sta comunque procedendo tramite gli Stati Uniti: lo ha spiegato il vicepresidente degli USA J.D. Vance parlando con la Fox News appena poche ore dopo l’annuncio di un cambio importante nel Governo americano con la nomina di Mike Waltz come nuovo ambasciatore USA all’ONU.



Il caos Signal ha portato l’uscita di scena del Consigliere per la Sicurezza Nazionale, incarico preso ad interim dal Segretario di Stato Marco Rubio ma che presto potrebbe divenire terreno per l’inviato Steve Witkoff, lo stesso che sulla guerra in Ucraina è riuscito più di tutti a trattare direttamente con il Presidente russo Vladimir Putin. E proprio dopo gli ultimi colloqui, dove Witkoff ha presentato il piano di pace dell’amministrazione Trump, si è giunti allo stallo attuale.



Mosca e Kiev hanno fatto le loro proposte di pace agli Stati Uniti che ora puntano alla mediazione in un percorso che però è ancora irto di ostacoli: secondo Vance, la guerra «non finirà tanto presto» ma alla fine toccherà a Russia e Ucraina accettare di rinunciare ad alcune proprie posizioni per poter così ottenere un cessate il fuoco duraturo e permanente.

Nelle ultime due settimane, oltre all’importante risultato sulle terre rare raggiunto da Zelensky e Trump dopo l’incontro in Vaticano per i funerali di Papa Francesco, sono state presentate specifiche proposte di pace da entrambe le parti spiega il vicepresidente USA: la domanda quindi ora, conclude Vance, è se sia possibile ad oggi «trovare una via di mezzo per porre fine a questa guerra».



LA CASA BIANCA SCETTICA SUL RIPRISTINO DELLE POSIZIONI DI KIEV COME NEL 2014

Con il Presidente ucraino Zelensky che ringrazia l’alleato americano per un accordo sulle terre rare «davvero equo», nonché primo vero risultato «dell’incontro in Vaticano», la posizione degli Stati Uniti di Trump e Vance resta di mediazione spingendo con entrambe le parti per trovare un negoziato nel più breve tempo possibile. Ma non sarà facile, come ha sottolineato anche il Segretario di Stato Rubio in un altro colloquio con la Fox nella giornata di ieri.

«L’esercito ucraino non sarà in grado di spingere la Russia verso i confini del 2014»: secondo il diplomatico di Trump, questo deve essere preso ormai come un fatto, ovvero che Kiev difficilmente potrebbe tornare ad avere il dominio sulla Crimea occupata dai russi ben 11 anni fa. Se da Mosca si continua però ad insistere sul «dovere di vincere» in Ucraina, la posizione del Presidente americano è ben più netta, «il sogno di Putin era prendere tutto il Paese ma non lo farà, mi rispetta».

Se però Vance e Rubio si dicono comunque convinti che alla fine i negoziati di pace saranno possibili e con esiti positivi, anche se non nel brevissimo periodo, nella stessa Amministrazione Trump persiste una posizione più “scettica” in merito sia alla possibilità che l’Ucraina ripristini i propri territori come nel 2014 (ergo con anche la Crimea in mano ucraina), ma anche sull’effettivo ruolo di mediazione degli Stati Uniti.

«Non voleremo dall’altra parte del mondo in un batter d’occhio per moderare i colloqui», ha spiegato Tammy Bruce, portavoce del Dipartimento di Stato americano. L’America di Trump continuerà a fornire tavoli e possibilità di mediazione, ma dovranno essere Kiev e Mosca a prendere la strada della pace rinunciando ad alcune loro richieste, altrimenti il conflitto rischia di divenire “eterno” come di fatto permane da oltre 50 anni tra le due Coree o in Medio Oriente.