Alessandro Coatti, ricercatore italiano, trovato ucciso e smembrato in Colombia. La famiglia: "Voleva trasferirsi in Sud America"
A Santa Marta – Colombia – Alessandro Coatti, brillante ricercatore italiano di 42 anni, è stato barbaramente assassinato e fatto a pezzi durante quello che doveva essere un viaggio di esplorazione nel Sud America.
La sua testa e le braccia, ritrovate da un gruppo di bambini terrorizzati dentro una valigia abbandonata vicino allo stadio locale, raccontano una storia di violenza macabra e feroce che ha sconvolto due interi continenti: “L’abbiamo identificato grazie al bracciale dell’hotel che portava ancora al polso“, confessano visibilmente provati gli investigatori colombiani, mentre ricostruiscono gli ultimi, tragici passi di un uomo che aveva dedicato la vita alla scienza.
Alessandro Coatti non era un turista qualsiasi: biologo molecolare di fama internazionale, ex allievo della prestigiosa Normale di Pisa, aveva lasciato un incarico alla Royal Society of Biology di Londra per realizzare il sogno di trasferirsi in Sud America, terra che amava profondamente.
La Procura di Roma ha immediatamente aperto un fascicolo per omicidio, mentre l’ambasciata italiana a Bogotà coordina i drammatici passaggi per il rimpatrio dei resti: “Quando mio fratello mi ha chiamato, ho capito subito che era successo l’irreparabile – racconta con la voce rotta lo zio Giovanni – Alessandro voleva solo conoscere quel continente che lo affascinava“.
Alessandro Coatti aveva già visitato Perù, Bolivia ed Ecuador prima di arrivare a Santa Marta, dove qualcuno ha deciso di spezzare brutalmente il suo viaggio; nel frattempo, le indagini procedono a passo lento, e il sindaco ha offerto 50 milioni di pesos per informazioni utili nel tentativo di ricostruire il movente, al momento ancora sconosciuto.
Alessandro Coatti ucciso e smembrato: “Era venuto in Colombia con amore”
Dai laboratori di Londra alle spiagge caraibiche, fino a quella valigia: la vita di Alessandro Coatti è terminata in modo atroce, lasciando una lunga scia di dubbi e interrogativi senza risposta.
Il ricercatore italiano ucciso e smembrato con una ferocia inaudita aveva scelto la Colombia come ultima tappa di un viaggio iniziato mesi prima, quando aveva lasciato il prestigioso incarico alla Royal Society per seguire la sua passione: “Era uno scienziato eccezionale, ma soprattutto una persona meravigliosa”, ricordano i colleghi britannici, mentre la Normale di Pisa pubblica un accorato necrologio per l’ex allievo che aveva “lasciato il segno per la sua umanità”.
Mentre la Gaula (l’unità antiterrorismo colombiana) setaccia Santa Marta alla ricerca degli assassini, emergono dettagli agghiaccianti: altri resti di Alessandro Coatti sono stati trovati in diverse zone della città, in quello che appare sempre più come un delitto rituale o l’opera di un serial killer.
“Era arrivato giovedì e già venerdì abbiamo perso le sue tracce”, ha dichiarato un addetto dell’hotel dove alloggiava, mostrando il registro con la firma ormai diventata una reliquia macabra. In Italia, la famiglia rimane nell’attesa disperata che quel poco che resta del ricercatore possa tornare a casa, mentre la Farnesina fa pressione per ottenere verità e giustizia.
