Impennata di polline e inquinamento: in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia l’aria diventa malsana una minaccia invisibile

È bastata una settimana di sole più presente del solito e temperature sopra la media per scatenare quella che ormai è diventata una vera e propria lotta stagionale contro il polline, combattuta da milioni di persone, soprattutto da chi vive nelle regioni più densamente popolate d’Italia.

Il 4 aprile 2025, in Lombardia, i bollettini, come riportato da PollinieAllergia.net, segnalano livelli medi e alti di polline di frassino e betulla, allergeni molto diffusi e particolarmente irritanti, che – principalmente in pianura – tendono a creare più di un disagio ai soggetti sensibili: i dati confermano un’esplosione di polline dovuta all’ondata di caldo improvviso e anomalo, specialmente nelle città come Milano e Brescia, dove il verde urbano si trasforma spesso in un nemico invisibile.



Per quanto riguarda la qualità dell’aria, secondo il report ARPA, in Lombardia i tassi di inquinamento sono particolarmente elevati, con il PM2.5 che raggiunge i 74 µg/m³ e il NO₂ che segnala 110 µg/m³, mettendo in luce un rischio importante per la salute respiratoria. I soggetti che soffrono già di difficoltà respiratorie o irritazioni della gola dovrebbero limitare il tempo trascorso negli spazi aperti, in quanto le piccole particelle di PM2.5, di dimensioni inferiori a 2,5 micrometri, sono particolarmente nocive, essendo talmente piccole da riuscire a insinuarsi nei polmoni e nel flusso sanguigno, provocando talvolta gravi problemi polmonari e cardiovascolari.



Polline e qualità dell’aria: la situazione non migliora in Lazio, Campania e Sicilia

Se ci spostiamo verso sud, le cose non migliorano di molto: nel Lazio, Campania e Sicilia, le tre regioni che, insieme alla Lombardia, contano il maggior numero di abitanti, il problema è doppio: da un lato, la presenza in eccesso di polline, specialmente quello di parietaria e graminacee, molto diffuso nel contesto urbano; dall’altro, una qualità dell’aria che resta critica, principalmente nelle grandi aree metropolitane come Roma, Napoli e Palermo. Chi vive in città sa bene che basta aprire la finestra al mattino per cominciare a starnutire, o fare due passi per accorgersi che l’aria è densa, opaca, quasi stagnante.



E se è vero che i pollini seguono cicli stagionali e meteo-dipendenti, è altrettanto veritiero che l’inquinamento dell’aria, causato dal traffico, dalle industrie e dai scarsi interventi strutturali, rimane un problema stabile, che grava sulla reattività delle mucose e rende i sintomi allergici ancora più forti e intensi. Non meno preoccupante è la situazione della qualità dell’aria nel Lazio, dove l’aria si classifica come sfavorevole, con valori di PM2.5 a 55 µg/m³ e NO₂ che arrivano addirittura a 86 µg/m³: qui, come in Lombardia, si consiglia di diminuire al minimo l’esposizione all’aria esterna per evitare aggravamenti respiratori.

In Campania, i livelli di inquinamento sulla qualità dell’aria appaiono ugualmente allarmanti, con un AQI di 71, che indica una qualità dell’aria poco sana per i gruppi vulnerabili e sensibili: i valori di NO₂ sono di 99 µg/m³, mentre il particolato fine PM2.5 si aggira intorno ai 63 µg/m³, confermando la presenza di un inquinamento atmosferico che può determinare irritazioni e non poche complicanze respiratorie.

In Sicilia, la situazione sulla qualità dell’aria è analoga, con un AQI di 68 e livelli di PM2.5 a 63 µg/m³, rimanendo comunque sfavorevole con effetti simili sulla salute e sul benessere psicofisico: in tutte queste regioni, l’ozono (O₃) è l’unico inquinante che presenta valori nell’intervallo “ottimo”, ma questo non è abbastanza per mitigare l’impatto negativo degli altri agenti inquinanti. L’ozono a livello del suolo terrestre, anche se non nocivo in queste circostanze, può comunque causare irritazione alla gola, mal di testa e dolore toracico, peggiorando la condizione respiratoria compromessa di chi è già vulnerabile.

I dati ricordano la necessità di monitorare in modo costante la qualità dell’aria, in particolare nelle zone più urbanizzate e industrializzate, dove l’inquinamento può raggiungere livelli particolarmente preoccupanti: oggi, per chi vive in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia, è fondamentale adottare precauzioni per salvaguardare e proteggere la salute, principalmente riducendo l’esposizione all’aria esterna e cercando di evitare sforzi fisici intensi all’aperto.