Referendum abrogativi 8-9 giugno: 5 schede colorate, voto con Sì/No. Quorum 50%+1 decisivo. Centrodestra per astensione, opposizioni divise
Come si vota Referendum 2025: istruzioni per il voto dell’8-9 giugno, dalle schede colorate al quorum decisivo
Domenica 8 giugno (dalle 7 alle 23) e lunedì 9 giugno (dalle 7 alle 15), gli elettori sono chiamati ad esprimersi sui cinque quesiti dei referendum abrogativi, ognuno identificabile da una scheda di colore diverso: la verde chiaro per il tema dei licenziamenti legati al Jobs Act, l’arancione per la questione delle tutele nei contesti di piccola impresa, la grigia in riferimento alla disciplina dei contratti a termine, la rosso rubino relativa alla responsabilità solidale negli appalti, e la gialla dedicata alla proposta di ridurre a cinque anni i requisiti per la cittadinanza.
Gli elettori potranno scegliere se votare su uno, su alcuni o su tutti i quesiti, barrando chiaramente la casella corrispondente al “Sì” (per abrogare la legge attuale) o al “No” (per mantenerla com’è); sarà necessario presentarsi al seggio muniti di tessera elettorale e documento d’identità valido, mentre i fuorisede, se regolarmente registrati entro il 4 maggio, potranno votare nel comune di domicilio temporaneo, invece gli iscritti all’AIRE riceveranno le schede tramite voto postale, modalità già collaudata nelle precedenti tornate.
Elemento determinante per la validità del referendum è il raggiungimento del quorum del 50%+1 degli aventi diritto: se questa soglia non verrà superata, nessuno dei quesiti sarà considerato valido ma questo traguardo si presenta tutt’altro che scontato, anche alla luce della storica scarsa partecipazione alle consultazioni referendarie (nel 2022 votò appena il 21% degli elettori), aggravata dal tendenziale disinteresse della circoscrizione estero, che rappresenta il 9% del corpo elettorale e registra solitamente un’affluenza inferiore al 25%. Tutto ciò aumenta il rischio concreto che il referendum si traduca in un “flop tecnico”, a prescindere dalle preferenze espresse dagli elettori.
Come si vota Referendum 2025: la mappa delle posizioni politiche e la battaglia sull’astensione
Il panorama politico si presenta profondamente spaccato tra i sostenitori dei quesiti e chi, invece, punta esplicitamente sull’astensione: il centrodestra al governo – formato da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – ha adottato una linea unitaria nel promuovere la non partecipazione, con l’obiettivo dichiarato di far fallire il quorum e annullare così gli effetti di un possibile voto popolare favorevole, di contro, il Partito Democratico sostiene formalmente tutti e cinque i “Sì”, pur con una certa tensione interna sul primo quesito, relativo al reintegro dopo un licenziamento considerato illegittimo.
Il Movimento 5 Stelle, invece, appoggia quattro quesiti su cinque – quelli relativi al lavoro – lasciando libertà di scelta sulla cittadinanza con Giuseppe Conte che ha dichiarato che voterà “Sì” su tutti, ma senza imporre una linea univoca, Azione e Italia Viva promuovono esclusivamente il “Sì” sulla cittadinanza (quesito 5), mentre +Europa sostiene i quesiti su cittadinanza e sicurezza negli appalti, ma si esprime per il “No” su quelli di natura lavorativa.
In modo più compatto, Alleanza Verdi-Sinistra, Rifondazione Comunista e il Partito Socialista si schierano per cinque “Sì”, confermando un fronte progressista coeso, almeno su questo tema, ma comunque la frammentazione complessiva dello schieramento a favore, combinata alla strategia astensionista della maggioranza, rende l’esito del voto estremamente incerto.
In questo scenario, la sfida si sposta dal merito dei singoli quesiti alla legittimità stessa dello strumento referendario; i promotori – la CGIL per i quesiti sul lavoro, una coalizione trasversale per quello sulla cittadinanza – temono che si ripeta lo scenario del 2022, quando nessun quesito superò il quorum e anche alcuni osservatori ritengono che ci sia il rischio concreto che la consultazione fallisca su tutta la linea, rendendo inutile l’imponente sforzo organizzativo culminato nella raccolta di oltre 4,5 milioni di firme.