Migranti Sea Watch, accordo Ue-Malta: ok Italia/ Ira Salvini: “Segnale di debolezza, italiani non lo meritano”

- Niccolò Magnani

Migranti Sea Watch e Sea Eye, accordo Malta-Ue: "sbarcheranno nelle prossime ore, anche l'Italia tra i Paesi che li accoglieranno". Ira Salvini: "Segnale di debolezza, italiani non lo meritano"

Sea Watch Sea Watch 3 al largo di Malta (Twitter, 2019)

E’ stata risolta la grana migranti: accordo raggiunto tra Malta e Unione Europea, le 49 persone a bordo della Sea Watch verranno ridistribuite tra otto paesi, tra cui l’Italia. Una soluzione che non piace per niente al ministro dell’Interno Matteo Salvini, che tuona su Twitter: «Mentre col premier e col ministro dell’Interno polacco parliamo di protezione delle frontiere esterne dell’Europa e di sicurezza, leggo che a Bruxelles fanno finta di non capire e agevolano il lavoro di scafisti e Ong». Prosegue il segretario federale della Lega, che si scaglia contro l’Europa: «Sono e rimarrò assolutamente contrario a nuovi arrivi in italia. Continuo a lavorare per espellere i troppi clandestini già presenti sul nostro territorio. Cedere alle pressioni e alle minacce dell’Europa e delle Ong è un segnale di debolezza che gli italiani non meritano». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

ACCORDO UE-MALTA

L’accordo c’è: oggi, 9 gennaio 2019, potrebbe finire l’odissea in mare per le navi Ong Sea Watch 3 e Sea Eye-Professor Albrecht Penk grazie all’accordo tra Malta e l’Unione Europea. L’annuncio lo ha dato il premier Muscat poco fa durante la bilaterale in Libia con Al Serraj (tra l’altro assai importante per i vari “sbarchi” futuri, ndr), spiegando «Malta trasferirà sulle proprie navi i profughi che saranno redistribuiti tra otto Paesi europei, tra cui l’Italia», spiega il premier maltese, aprendo così un possibile nuovo scontro tra Salvini e Palazzo Chigi dopo che ancora questa mattina il Ministro aveva ribadito, «no sbarchi, no ONg» sui social. «L‘operazione per trasferire i migranti sulle navi delle nostre forze armate inizierà il prima possibile», ha detto ancora Muscat. I Paesi sono, oltre all’Italia, Germania, Francia, Portogallo, Irlanda, Romania, Lussemburgo, Olanda. «In segno di buona volontà da parte di coloro che hanno riconosciuto le missioni di salvataggio effettuate da Malta nei giorni scorsi, altri 131 migranti già a Malta saranno trasferiti in altri Stati membri. Accogliamo con favore questa dimostrazione di solidarietà – ha concluso il premier Muscat – a riconoscimento del fatto che Malta ha fatto molto di più di ciò che gli spettava».

MELONI CON LA LEGA: “CONTE PENSI AI TERREMOTATI”

Il tema migranti scuote il governo M5s-Lega, Fratelli d’Italia si schiera al fianco del Carroccio. La leader Giorgia Meloni ha scritto direttamente all’alleato di Centrodestra Matteo Salvini. «Caro Matteo, dammi retta, l’unica soluzione all’invasione è il blocco navale al largo delle coste libiche per impedire ai barconi di partire. Noi non molliamo!». L’ex ministro mette poi nel mirino il premier, che si è detto pronto ad andare a prendere i migranti in aereo: «Presidente Conte, non è che sull’aereo col quale vuoi andare a prendere i migranti a Malta c’è posto pure per i terremotati di Accumoli e Amatrice sommersi da una montagna di neve?». Duro il commento di Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo FDI in commissione Esteri: «Il Presidente Conte mette a disposizione aerei per recuperare immigrati e portarli in Italia. Per Salvini deve essere traumatico svegliarsi e accorgersi di essere vice di uno scafista politico. Anche questa vicenda tragicomica del governo del cambiamento conferma che esiste solo la soluzione indicata da Fratelli d’Italia: blocco navale immediato». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

ZAIA AL FIANCO DI SALVINI

«Altro che farne sbarcare altri o andarli a prendere con barconi e aerei, stiamo lavorando per rimandarne a casa un bel po’. Scafisti e terroristi: a casa!»: questo il buongiorno su Twitter del ministro dell’Interno Matteo Salvini, al centro di uno scontro al governo con il premier Giuseppe Conte. Il tema migranti rischia di spaccare la maggioranza e la Lega si fa sentire sui social: l’hashtag #salvininonmollare è in vetta ai trend Twitter e diversi esponenti del Carroccio si sono schierati al fianco del capo del Viminale. In primis il governatore della Regione Veneto Luca Zaia: «Il ministro Salvini agisce secondo il mandato conferito dagli elettori. Nessun dubbio perciò: Salvini non mollare». Queste, invece, le parole del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga: «È necessario far rispettare le regole e le leggi. Non possiamo essere ostaggio dei trafficanti di esseri umani o delle ONG. Grazie al Ministro Salvini per avere cambiato rotta rispetto ai governi Pd». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

SALVINI: “NESSUNA ECCEZIONE, NON MOLLO”

Prosegue il braccio di ferro tra il presidente del consiglio Giuseppe Conte e il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sui migranti della Sea Watch e della Sea Eye il Premier ha lanciato l’appello, dicendosi disposto ad andare a prenderli in aereo pur di chiudere la questione. Ma la replica di Salvini via Facebook è stata molto dura, sottolineando come la linea del Viminale non farà registrare cambiamenti neanche se l’odissea in mezzo al mare dei migranti sulle due navi dovesse protrarsi: “Non cambio e non cambierò mai idea, un cedimento significherebbe riaprire le porte al traffico di esseri umani. Non ci saranno ulteriori strappi alle regole, né per uno né per cento. Nessuno sbarcherà mai con il consenso mio e della Lega. Se altri lo dovessero permettere se ne assumeranno la responsabilità politica. Ogni ministro si occupi delle sue competenze, altrimenti… ” (agg. di Fabio Belli)

“C’E’ UN LIMITE AL RIGORE”

Il Premier Giuseppe Conte a Porta a Porta prova a rilanciare le basi per un accordo diplomatico tra i vari Paesi membri dell’Europa, respingendo la linea “ultra-dura” del Ministro Salvini ribadita anche questo pomeriggio: «Questo è un caso eccezionale, con donne e bambini da oltre due settimane in mare: io non volendo tradire la linea di coerenza del governo, penso che il sistema Italia possa sopportare poche donne e pochi bambini. Ed è contrario a qualsiasi principio separare padri e figli». Il n.1 di Palazzo Chigi ha poi specificato, «Salvini esprime una linea condivisa dal governo. ma se marchiamo nel segno dell’eccezionalità un intervento di questo tipo, la linea del governo non può essere tacciata di incoerenza. L’importante è farli sbarcare a Malta, stiamo sollecitando Malta perchè li faccia sbarcare: c’è un limite a ogni politica di rigore». Il caso della Sea Watch, della Sea Eye e dei 249 migranti sbarcati a Malta resta però un nodo politico ancora “insondabile”, seppur qualche apertura si è avuta grazie alla proposta di Germania e Francia: «L’Italia ha assunto una posizione di rigore, forte, una svolta rispetto al passato. Ma è stata chiara e strutturata: nella gestione dei flussi (di migranti, ndr) occorre approccio strutturato», ha ricordato ancora Conte ospite di Bruno Vespa, sottolineando «la delusione è forte, verso l’Europa. Tutti hanno una verità, la nostra verità è che contrastiamo i trafficanti».

GERMANIA: “NE ACCOGLIAMO 50”

La soluzione sul caso Sea Watch, pare, essere più vicina del previsto: la Germania sembra intenzionata a ricevere 50 migranti tra quelli che dovranno sbarcare a Malta nelle prossime ore (ormai la “soluzione” diretta richiesta dall’Ue sembra questa, non appena si trova il benedetto accordo multilaterale) e quelli già giunti a La Valletta nello scorso dicembre. Va detto che i posti offerti da Berlino non sono ovviamente ancora sufficienti per Malta in modo da convincersi ad autorizzare gli sbarchi delle due navi Ong al largo delle sue coste. Stando ai conti ufficiali fatti a Bruxelles, la Francia si è detta pronta ad accogliere 50 migranti dei 298 totali (ovvero i 249 di Malta più i 49 delle due navi), mentre il Portogallo ha dato disponibilità per 10 persone, Lussemburgo e Olanda 6 ciascuno. Pare però che le 15 famiglie da accogliere, come da proposta del Premier Conte, non sia mai stata ufficializzata a Bruxelles da esponenti del Governo italiano: secondo quanto annunciato dall’Ansa, accettando di ridistribuire solo i migranti che hanno più probabilità di ottenere protezione internazionale «La Valletta otterrà anche la garanzia di sostegno da parte della Commissione europea per rimpatri veloci, attraverso il contributo dell’Agenzia europea per il sostegno all’Asilo e Frontex». Intanto per la giornata di domani è previsto il viaggio del Ministro degli Interni Matteo Salvini in Polonia per stringere sicuramente alleanze in vista delle Elezioni Europee, ma soprattutto per trovare una “sponda” sul fronte immigrazione, magari proprio facendo accettare a Varsavia una quantità di migranti presenti sulle coste de La Valletta.

L’APPELLO DELLE ONG A CONTE

«Fate sbarcare subito i migranti», questo l’ordine della Commissione Europea giunto in queste ore di sofferenza per i 49 migranti a bordo della Sea Eye e della Sea Watch. Pochi minuti fa Save The Children ha lanciato un appello al premier Giuseppe Conte, una lettera firmata da numerose associazioni tra cui CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati, Comunità di S. Egidio, Emergency ONG: «Dopo cinque giorni dal nostro appello allo sbarco immediato dei 49 migranti a bordo delle navi Sea Watch e Sea Eye, bambini, donne e uomini non hanno ancora toccato terra e restano ostaggio di una disputa tra Stati. Per questo motivo chiediamo con urgenza al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte un incontro per chiarire i passi intrapresi dall’Italia per sbloccare la situazione e la posizione del nostro Paese sulla vicenda». Si legge successivamente nella missiva: «Le condizioni delle persone a bordo delle due navi stanno peggiorando di ora in ora e non è più possibile attendere oltre. Per questo motivo la priorità assoluta per tutti dovrebbe essere quella di lavorare affinché tutti i migranti possano toccare terra il prima possibile e non lasciarli altro tempo in mare, dando loro tutte le cure e l’assistenza umanitaria di cui hanno diritto». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

NESSUN ACCORDO SALVINI-CONTE

Il caso Sea Watch e Sea Eye (le due Ong che gestiscono le navi Sea Watch 3 e Professor Albrecht Penk, ancora ferme al largo di Malta con 49 migranti a bordo) continua a tenere banco non solo in Italia ma in tutta l’Europa: oggi è previsto un primo vertice Ue (dopo ben 18 giorni di emergenza, ndr) in cui si tenterà di rendere possibilmente proficua la trattativa tra i vari Paesi che si sono resi disponibili all’accoglienza e alla ridistribuzione dei rifugiati a bordo delle due navi Ong. La situazione umanitaria è descritta “ai limiti dell’umana sopportazione” sulle due imbarcazioni: la questione migranti sarebbe sul tavolo del Consiglio dei ministri degli Affari generali Ue a Bruxelles, Il ministro degli Esteri Moavero Milanesi ha smentito l’imminenza di un accordo, «Può darsi che venga evocata, ma non è detto che se ne debba discutere». Intanto però il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas, ha fatto sapere che «gli Stati devono mostrare ora una concreta solidarietà. Le persone a bordo devono essere sbarcate in sicurezza e senza ulteriori ritardi». Resta il mancato accordo interno a Palazzo Chigi tra Conte, il M5s e il Ministro Salvini – che ancora ieri ribadiva il suo no all’accoglienza di neanche una persona a bordo della Sea Watch per non «favorire il traffico degli scafisti» – che rende più complesso un già in stallo “dialogo” tra i vari Paesi Ue.

LA TRATTATIVA E LO STALLO

I Paesi disponibili a prendere i 49 migranti a bordo delle due navi Ong della Sea Watch sono Germania, Francia, Olanda, Portogallo, Lussemburgo, Irlanda, Romania, Malta e la stessa Italia: la Spagna ha fatto sapere di aver accolto già troppo negli ultimi mesi, mentre dagli altri Paesi dell’Ue è silenzio “tombale”. Lo stallo sull’emergenza migranti è inoltre provocato dal fatto che il Governo Muscat ha fatto presente e vorrebbe inserire nell’accordo, oltre ai 49 migranti di Sea Watch3 e Professor Albrecht Penk, anche i 250 già sbarcati nell’isola nelle scorse settimane: su questo punto l’Italia si è impuntata, mentre Merkel e Macron sarebbero disponibili ad accogliere altri rifugiati. Resta evidente che tale “meccanismo” nell’affrontare il tema dell’immigrazione solo di fronte alle emergenze non può reggere alla lunga (anzi, già oggi è fallimentare) e servirebbe una congiuntura europea favorevole per imporre una nuova regolamentazione che mette tutti di fronte alle proprie responsabilità, sia in Ue che nei Paesi africani.





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