BORSE/ Nuovo crollo, dopo voci e dimissioni (il punto alla chiusura)

- Gianluigi Da Rold

Crollo totale su tutti i mercati, peggiorato da voci confuse che si sono rincorse tutto il giorno e dalle dimissioni del rappresentante tedesco alla Banca Centrale Europea

Borsa_Piazza_Affari_SeraR400 Foto Ansa

Si può anche parlare della colpa della speculazione, si può parlare dei tentennamenti del governo italiano sulla manovra, si possono sfornare tutti i dato macroeconomici sulla stagnazione o sulla crescita che è ferma. Ma guardando gli indici delle Borse europee tutte in rosso, con perdite che azzerano di fatto le due ultime sedute, e ascoltando la novità di giornata, cioè le dimissioni dal direttivo della Bce di Juergen Stark, il membro tedesco, c’è da chiedersi che cosa è questa Europa basata sulla moneta unica. E per quale ragione dovrebbe tornare la voglia di rischio agli investitori? Tenendo presente, per chiudere il quadro, le nuove voci, riccorenti, sulla possibilità di un default della Grecia. La mattinata si era aperta male, con incertezza, ma con cali contenuti sia a Piazza Affari sia in tutte le Borse europee. Poi si è capito che il mercato prendeva una piega ribassista pesante. Dall’altra parte dell’Atlantico infatti l’impatto del discorso del presidente Barack Obama sul piano di investimento per il mercato del lavoro, ben 447 miliardi di dollari, non aveva ottenuto l’effetto sperato neppure sui futures di prima mattina. In più arrivavno notizie confuse dal G7 di Marsiglia. In definitiva un pasticcio delle varie governance finanziarie e dei governi politici, che hanno provocato un “bagno di sangue” nella seconda parte della seduta. Il risultato di questo quadro mortificante è che Piazza Affari, in chiusura, ha registrato un calo del 4,95 percento con 14020 punti, cioè una manciata di punti per tenere la nuova quota di resistenza dei 14mila punti.
Ma se Piazza Affari è oggi “maglia nera”, gli altri mercati europei escono a pezzi da questa ultima seduta settimanale: perde duro il Dax tedesco, intorno al 3,8 percento; perde duro il Cac 40 francese con 3,48 per cento. Perdono gli spagnoli e tutti in sequenza. E sull’altra sponda dell’Atlantico, il “Temple”, cioè Wall Street risponde ai piani di Obama sulla disoccupazione e ai discorsi del presidente della Fed, Ben Bernanke con perdite, sia nel Nnasdaq, sia nel Dow Jones che, al momento, sono superiori al 2 percento, ma con una tendenza ad accelerare al ribasso.

Insomma, dopo la boccata d’ossigeno dei giorni scorsi, un nuovo disastro giornaliero ha riportato a galla i problemi e gli investitori con i piedi per terra. Adesso che cosa succederà? Niente di particolare dicono gli analisti finanziari: si passa un altro weekend di ansia e di angoscia, aspettando l’apertura di lunedì e della prossima settimana, con la sicurezza dell’incertezza e di un sistema finanziario che vive giorno per giorno, mentre il 2012 si profila come un anno senza crescita economica.







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