ITALIA & DEBITO/ Il Pd scappa ma tocca anche a lui evitare il commissariamento

- int. Francesco Forte

Continua lo stallo politico che l'Italia non può permettersi di portare avanti a lungo. Per evitare il commissariamento serve una mossa del Pd, spiega FRANCESCO FORTE

martina_renzi_orfini_Pd_lapresse_2017 Pd, Martina e Renzi (Foto: LaPresse)

“L’Italia è in guerra, paradossalmente per colpa dei Governi del Pd, che hanno portato il debito pubblico su Pil ai livelli attuali. E il Pd, che ha creato questi problemi, compresa Mps, non può farsi da parte”. Questo il commento di Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze, alla vigilia delle consultazioni al Quirinale per cercare di arrivare alla formazione di un Governo.

Professore, secondo lei si potrà avere un Governo prima dell’estate?

Non credo, perché non si riesce a delineare una maggioranza, anche perché M5s non vuole cedere sulla Presidenza del Consiglio. Penso che il Governo Gentiloni dovrà rassegnarsi a predisporre il Def, come sarebbe logico, visto che si dovranno fare delle correzioni ai conti pubblici dovute alle politiche stabilite lo scorso anno dallo stesso esecutivo a maggioranza Pd.

Ma se presentasse una manovra correttiva, chi l’approverebbe visto che non ha più una maggioranza?

Gentiloni e il Pd non avrebbero la maggioranza, come del resto nessuno degli altri partiti. Ma sarebbe meglio uscire dall’aula piuttosto che votare contro una manovra correttiva. Diversamente ci sarebbe il commissariamento dell’Italia e credo che nessuno lo voglia. Un Def che segue le regole che ci vengono richieste non può essere respinto.

Secondo lei, quanto potrà durare questa situazione di stallo politico, quanto si potrà restare senza un nuovo Governo?

Se dopo l’estate non si vedessero svolte, è chiaro che inizierebbero le vendite dei titoli di stato. È vero che Draghi potrebbe intervenire, ma se a vendere fossero i grandi fondi internazionali si troverebbe in difficoltà anche la Bce, che invocherebbe l’intervento dell’Esm, il fondo salva-Stati. In un modo o nell’altro, la situazione andrà sbloccata, anche con un Governo di unità nazionale. L’importante è che non ci sia un esecutivo di scopo per tornare al voto, perché l’Italia deve risolvere il problema dell’enorme debito pubblico, cominciando a ridurre il deficit sul Pil. Contro le elezioni anticipate vedremmo la “protesta” dei mercati e il commissariamento dell’Italia via Esm.

Lei stesso ha però detto che non si riesce a delineare una maggioranza, che serve una svolta: da dove può arrivare?

Tutto ricade sulle spalle del Pd, che invece vuol lasciare la palla agli altri. In realtà, ha l’onere di spostarsi su un fronte o sull’altro. Per sua fortuna questa scelta non può che essere per il centrodestra, perché con M5s non avrebbe i numeri per una maggioranza solida. In più, proponendo misure sui vitalizi, che possono mettere a rischio anche le pensioni di tutti i cittadini, visto che potrebbero essere ricalcolate tutte con il contributivo, i pentastellati finiscono per allontanare gli altri partiti, specie la sinistra. Chi vuole avere la maggioranza accantona quel che divide. Come in una guerra: non si discutono leggi che possono dividere, ma si compatta il Paese. 

Siamo come in una situazione di guerra?

L’Italia è in guerra, paradossalmente per colpa dei Governi del Pd, che hanno portato il debito pubblico su Pil ai livelli attuali. E se i titoli di Stato diventano rischiosi, si crea un grosso problema per le banche italiane, che ne hanno molti in portafoglio, in un periodo in cui Montepaschi è ancora in una situazione difficile. E il Pd, che ha creato questi problemi, compresa Mps, non può farsi da parte. Deve fare una mossa, non tanto per salvare la patria, ma per salvare la faccia. Dopo aver otturato il lavandino, non dico che debbano sturarlo da soli, ma almeno aiutino a farlo. Anche astenendosi, accentando di fare quanto sta facendo il Psoe in Spagna, dove di fatto Rajoy sta governando grazie all’astensione dei socialisti.

(Lorenzo Torrisi)





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