Germania e Regno Unito sviluppano arma da 2.000 km per l'autonomia strategica. Progetto ELSA e NATO: difesa è crescita, la risposta alla minaccia russa
La Germania e il Regno Unito hanno avviato lo sviluppo congiunto di un’arma da attacco a lungo raggio con un’autonomia superiore ai 2.000 chilometri progettata per colpire obiettivi strategici in profondità nel territorio nemico e l’annuncio – fatto dai ministri della Difesa Boris Pistorius e John Healey durante un incontro a Berlino – determina un salto qualitativo nella cooperazione militare europea, motivato dalla “minaccia attuale” (un chiaro riferimento all’aggressività russa e all’instabilità globale).
Pistorius ha inoltre ribadito l’urgenza di colmare senza ritardi tutte le lacune nelle capacità operative e la necessità di dotarsi di strumenti in grado di condurre scioperi di precisione profonda, capaci cioè di neutralizzare infrastrutture militari o logistiche anche a grandi distanze.
Il progetto – che rientra nell’iniziativa europea ELSA (European Long-Range Strike Approach) – punta a creare una deterrenza credibile riducendo la dipendenza dagli USA in scenari di escalation; oltre all’arma a lungo raggio, i due Paesi hanno anche concordato di rafforzare la collaborazione nelle capacità antisommergibili, un settore essenziale per il controllo delle rotte marittime nel Nord Europa e oltre.
Germania e Regno Unito: “In un mondo più pericoloso, l’Europa deve unirsi”
Il programma bilaterale di Germania e Regno Unito si inserisce nell’accordo Trinity House, firmato nel 2024 per rafforzare la cooperazione tecnologica e industriale tra Berlino e Londra e l’iniziativa è stata ribadita anche durante il vertice NATO di Washington dello scorso anno, dove oltre 15 alleati hanno aderito alla dichiarazione d’intenti per lo sviluppo di sistemi d’attacco avanzati; Healey ha rimarcato come – in un contesto globale reso più instabile dal conflitto in Ucraina e dalle pressioni statunitensi per un maggiore riarmo europeo – sia fondamentale che NATO e alleati europei si presentino compatti.
Il ministro britannico ha inoltre messo in evidenza come la difesa possa diventare un motore per la crescita economica capace di generare migliaia di posti di lavoro qualificati e attrarre investimenti nei settori high-tech (il progetto, infatti, prevede l’acquisto congiunto di siluri per aerei da pattugliamento marittimo e la produzione in Germania di ponti militari sviluppati nel Regno Unito) un esempio concreto di ottimizzazione delle risorse e delle competenze e anche se il budget non è stato ancora reso noto, l’obiettivo è quello di rendere operativa l’arma entro il 2030, sfruttando tecnologie di propulsione ipersonica e guida satellitare, in risposta diretta ai missili russi Kinzhal e Zircon.
Germania e Regno Unito, la sfida industriale: armi avanzate e autonomia strategica
Oltre al valore militare, il progetto di Germania e Regno Unito rappresenta una scommessa industriale per rilanciare l’intero comparto della difesa europea, spesso segnato da frammentazione e ritardi rispetto alle controparti americane o cinesi; Pistorius ha ricordato che la Germania stanzierà 100 miliardi di euro entro il 2027 per la modernizzazione della Bundeswehr mentre il Regno Unito punta a portare la propria spesa militare al 2,5% del PIL entro il 2030 ma alcuni analisti temono che lo sviluppo della nuova arma possa dar vita a una nuova corsa agli armamenti mentre da parte degli ambientalisti emergono preoccupazioni riguardo ai potenziali rischi di proliferazione.
Healey – però – ha ribadito che senza una vera autonomia strategica, l’Europa resterà condannata a un ruolo secondario nello scacchiere internazionale; intanto, Paesi come Francia e Italia stanno valutando un possibile ingresso nel programma ELSA che potrebbe così trasformarsi in un’iniziativa paneuropea con l’incognita Trump e il crescente disimpegno statunitense, Berlino e Londra indicano così come l’Europa debba necessariamente imparare a fare affidamento sulle proprie forze, senza rinunciare all’innovazione tecnologica e alla cooperazione.
