ULTIME NOTIZIE GUERRA CIVILE SIRIA: RIBELLI AD HAMA
Prosegue la guerra civile Siria e l’avanzata dei gruppi armati jihadisti, che hanno conquistato la città chiave di Hama, la quarta più grande siriana, e inflitto un altro duro colpo al presidente Bashar al-Assad. Le forze governative hanno annunciato il ritiro, dopo aver perso anche il controllo di Aleppo, “per preservare le vite dei civili e prevenire i combattimenti urbani” dopo gli intensi scontri che stanno caratterizzando la guerra civile Siria.
La caduta di Hama, che è stata in mano al governo fin dall’inizio del conflitto scoppiato nel 2011, potrebbe avere effetti sull’avanzata. Infatti, i ribelli filoturchi hanno annunciato che la marcia prosegue in direzione di Homs, la grande città crocevia della Siria che collega la capitale Damasco al nord e alla costa. La sua conquista potrebbe tagliare Damasco fuori dalla regione costiera, che è una roccaforte della setta alawita di Assad e dove l’alleato russo ha una base navale e una base aerea.
Per Jihad Yazigi, redattore della newsletter Syria Report, “Assad non può permettersi di perdere altri territori. La grande battaglia è quella in arrivo contro Homs. Se Homs cade, si parla di un potenziale cambio di regime“.
GUERRA CIVILE SIRIA: FORZE GOVERNATIVE SI RITIRANO DA HAMA
“Nelle ultime ore, con l’intensificarsi degli scontri tra i nostri soldati e i gruppi terroristici e l’aumento di un certo numero di martiri tra le nostre fila, questi gruppi sono stati in grado di penetrare in diverse parti della città e di entrarvi“, ha dichiarato l’esercito siriano in un comunicato riportato dall’organo di informazione statale SANA.
Questa la conferma del ritiro da Hama, che ha anche un significato simbolico nella guerra civile Siria, perché è stata luogo di uno dei più grandi e brutali massacri in Siria, quello del 1982, quando il presidente Hafez al-Assad – padre dell’attuale leader – ordinò ai suoi militari di sedare una rivolta. Da un rapporto redatto da Amnesty International nel 1983, emerse che il bilancio delle vittime nel complesso si aggirava tra 10mila e 25mila morti.
Non a caso Abu Mohammad Al Jolani, leader di Hayat Tahrir Al Sham (HTS), il principale gruppo ribelle che guida l’avanzata, ha dichiarato che le sue forze sono entrate ad Hama per “pulire una ferita vecchia di 40 anni“. Ma ha precisato che non ci saranno vendette: “Chiedo a Dio onnipotente che sia una conquista senza vendetta“. Il portavoce dei ribelli Hassan Abdulghani si è rivolto già alle persone che vivono a Homs: “È arrivato il vostro momento. Dichiarate la rivoluzione contro l’oppressione e la tirannia“.