ITA/ Le due turbolenze sulla rotta verso Lufthansa

- Guido Gazzoli

Lufthansa è sempre più vicina a ITA, ma sarebbe necessario ci fosse più chiarezza su due questioni importanti per la compagnia italiana

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La delicata questione della vendita di ITA sembra essere arrivata a una svolta importante soprattutto per quello che riguarda le vicende che hanno circondato la questione delle maestranze che, lo ricordiamo, hanno intentato, nel caso degli ex Alitalia attualmente ancora in CIGS, cause con oltre mille ricorrenti che vengono prese maledettamente sul serio dagli eventuali acquirenti, arrivando al punto da far dichiarare ai vertici Lufthansa (compagnia in pole per la privatizzazione) che le enormi spese per gli eventuali risarcimenti agli ex lavoratori Alitalia SAI in A.S. devono essere a carico dello Stato.

La questione ruota su due “misteri” che hanno circondato la vicenda e riguarda due documenti che, finora, non erano apparsi: la famosa “lettera secretata” dell’Ue che in pratica ha condizionato il voto parlamentare sulla modifica al decreto 2112 con la creazione di una nuova procedura che, nel cambio di gestione di un’azienda, incide in maniera enorme sull’abbassamento del costo del lavoro e poi il documento più importante, quello che riguarda il passaggio di Alitalia a ITA, il contratto di cessione tra le parti.

Attendiamo che un giudice del Tribunale del Lavoro (cosa ormai altamente probabile) finalmente pretenda che questo documento venga fatto conoscere in ogni suo dettaglio; nel frattempo in giudizio sono stati citati anche dei testimoni delle dirigenze aziendali e sindacali. Far luce su ciò non solo risolverebbe l’importantissima causa che, si dice, dimostrerebbe una continuità tra le due aziende per quanto interessa i lavoratori, mantenendo inalterata la contrattualistica dei dipendenti nel passaggio, ma sarebbe un tassello importante perché potrebbe (il condizionale è di rigore) portare dei grossi problemi nella trattativa con il “colosso” tedesco, e l’Europa, perché minerebbe la discontinuità economica.

Ora si tratta di attendere gli sviluppi della questione perché finora le richieste degli avvocati rappresentanti dei lavoratori erano state tutte respinte: ma si potrà fare finalmente chiarezza anche perché la sua mancata apparizione rimetterebbe in discussione, anche in questo caso, la prevista privatizzazione.

Insomma: una vera e propria spada di Damocle su di una vicenda che, fin dai suoi inizi, ha avuto contorni metafisici che in alcuni punti sembravano riportare indietro nel tempo la storia dei diritti del lavoro nel nostro Paese…. ma non solo quella, visto che finora la gestione dell’intera faccenda ha rivelato quanto sia ormai sparita o quasi la conoscenza del settore e soprattutto una politica che non è assolutamente in grado, almeno fino a oggi, di fare gli interessi di un Paese sempre meno Repubblica e sempre più Viceregno.

L’altra questione… pardon… documento riguarda la famosa lettera Ue che abbiamo sopra citato: il documento è finalmente apparso con alcuni omissis e la sua lettura lascia veramente attoniti: per la semplicissima ragione che lo scritto altro non è che la presa in atto, o se preferite il benestare, da parte  dell’autorità della Commissione europea sulla concorrenza, di quanto asserito dal Governo Italiano sul suo progetto ITA,  confermando quanto già da noi anticipato. E quindi il classico “Ce lo chiede l’Europa” di prodiana memoria si è rivelato un bluff senza consistenza alcuna, visto che l’Unione europea il becco nella questione non l’ha minimamente messo.

La cosa porta a cercare di capire il perché di questa distonia da parte del precedente Governo che in pratica, seguendo un detto tipicamente romano, se l’è suonata e cantata nello stesso tempo proponendo delle modifiche tali da far ulteriormente precipitare il costo (già bassissimo) del lavoro all’interno della nuova compagnia ed è un’ulteriore dimostrazione che, sempre nel campo della metafisica, si sia superato l’inimmaginabile con una gestione che è anche riuscita a produrre perdite peggiori della vecchia Alitalia.

Come già concludevamo nel precedente articolo, speriamo che si ponga una volta per tutte la parola fine con il chiarimento di una questione di estrema importanza, lo ripetiamo, anche nel processo di “eventuale” privatizzazione.

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