Lombardia, Renzi “fossi Pd chiamerei Letizia Moratti/ “Letta vuole perdere”. I Dem…

- Niccolò Magnani

Elezioni Regionali Lombardia 2023, Renzi “fossi nel Pd chiamerei subito Letizia Moratti. Ma Letta vuole perdere". Calenda più freddo, il Pd lombardo smentisce “è del Centrodestra"

Moratti e Sala Letizia Moratti e Beppe Sala (collage foto LaPresse, 2022)

ELEZIONI LOMBARDIA, L’AZZARDO DI RENZI “FOSSI IL PD CHIAMEREI LETIZIA MORATTI”

«Se io fossi segretario del Pd, chiamerei Letizia Moratti di corsa e le direi di andare insieme»: il “bisbiglio” politico in vista delle Elezioni Regionali Lombardia 2023, l’indomani delle dimissioni da vicepresidente della Regione, arriva dal segretario di Italia Viva Matteo Renzi. Ospite de “L’aria che tira” su La7 l’ex Premier oggi in “cartello elettorale” con Carlo Calenda punta dritto (in realtà non da oggi, ndr) alla candidatura di Letizia Moratti per provare a “spaccare” il Centrodestra, già in difficoltà per la lite negli ultimi mesi tra Fontana e la sua (ex) vicepresidente . Secondo Renzi dunque Enrico Letta dovrebbe chiamare Moratti per convincerla ad una candidatura “larga” di tutto il Centrosinistra: eppure, nota il leader centrista, «Se il Pd avesse voglia di vincere le elezioni in Lombardia, la chiamerebbe. Ma il Pd di Letta la voglia di vincere non la fa vedere».

Secondo Renzi la scelta di Letizia Moratti potrebbe portarla subito come ideale alternativa importante al Centrodestra di governo: spiega, «penso che ciò che ha fatto Moratti sia di grandissimo rilievo: rompe con la destra non sulla base di un’antipatia personale per Attilio Fontana, che magari c’è, ma perché i provvedimenti ideologici del governo Meloni sui no vax avrebbero potuto inficiare quanto lei ha fatto in Lombardia. Io dico:‘ Caspita, brava Letizia‘. C’è un’alternativa anche in Lombardia. Moratti non sta semplicemente lanciando una candidatura regionale in Lombardia, a sta facendo un’operazione di politica culturale molto interessante». Ma come sempre accade con Renzi, l’invito all’accordo si accompagna a stoccate non da poco ai suoi rivali ex compagni di partito del Pd: in particolare, con il “nemico” dem Enrico Letta. Spiega ancora l’ex Premier a La7: «Per effetto della strategia politica fallimentare di Letta al governo c’è la Meloni. Il Pd ha scelto con Letta di non fare nessun tipo di coalizione elettorale né coi grillini, né con noi. Se siamo a questo livelli nel Paese, si deve a Enrico Letta, che ha dimostrato di non essere ferrato in strategia politica. Lui è bravo al subbuteo, non sulle questioni di strategia politica. Se il Pd non sceglie tra noi e i 5 Stelle, veramente finisce stritolato, perché in mezzo “non ‘gna fa”».

LETIZIA MORATTI CANDIDATA CENTROSINISTRA? PD E CALENDA FRENANO RENZI

La situazione in vista delle Regionali Lombardia della primavera 2023 è completamente in subbuglio: nel Centrodestra, dove le dimissioni di Letizia Moratti daranno quasi certamente due candidati opposti ai vertici dell’ultima giunta regionale fino a ieri. Nel Centrosinistra un nome ancora manca e proprio per questo Renzi punta forte a raccogliere la candidatura dell’ex sindaco di Milano per provare a vincere la regione più “inespugnabile” per la sinistra negli ultimi 30 anni. «Pensiamo che Moratti sia un profilo di qualità, ha fatto un ottimo lavoro ma ciò premesso c’è un tema che è quello che alle Regionali o si vince o si perde ma al primo turno, per cui c’è un tema di alleanze: ricade su di noi il dovere di trovare le alleanze possibili sapendo che c’è un paletto invalicabile per noi che è quello di M5s», spiega Carlo Calenda a “Tagadà” su La7, dimostrandosi certamente più “guardingo” di Renzi in merito al tema Regionali Lombardia. Un altro nome che circola nel Centrosinistra è quello di Carlo Cottarelli, economista già candidato eletto nel Pd nelle ultime Elezioni Politiche: secondo il leader del Terzo Polo, «Moratti è una candidatura di qualità, anche Carlo Cottarelli. Ci sono persone di grande qualità anche per il Lazio come Alessio D’Amato. Quello che non può succedere è che facciano l’accordo con noi in Lombardia e con M5s in Lazio. L’intesa o si fa in tutte le Regioni o non si fa altrimenti non si danno certezze agli italiani».

Al netto di ciò, in casa Terzo Polo si deciderà «come federazione insieme», garantisce Matteo Renzi chiudendo il capitolo sulle candidature alle prossime Regionali. Il tema è però apertissimo in casa Dem, dove si ragiona sul prossimo futuro: con un Congresso che nel 2023 delineerà una nuova segreteria, andrà scelto un nome da opporre ad Attilio Fontana e pure a Letizia Moratti. Almeno così la pensa segretario del Partito democratico lombardo Vinicio Peluffo: «Letizia Moratti è un profilo connotato all’interno del centrodestra, il suo campo di appartenenza è quello. Per noi il sostegno alla candidatura di Moratti non è opzione». Resta dunque in ipotesi la candidatura del sindaco di Milano Beppe Sala (che non ha sciolto le sue riserve, ndr) anche se diversi retroscena vedono la possibilità di un ticket Sala-Moratti con l’accordo di Pd e Terzo Polo: raggiunto alla presentazione della Milano Music Week il diretto interessato Beppe Sala ha spiegato ai cronisti «Quello che noi sindaci lombardi di centrosinistra stiamo dicendo è che auspichiamo che la candidatura e la compagine siano simili a quella che caratterizzano la maggior parte delle nostre giunte e che ci hanno fatto vincere. Quindi, in parole molto povere, con un allargamento che comprenda Pd, liste civiche, Italia viva e Azione». Sala ha smentito di aver incontrato già ieri la Moratti, ma allo stesso tempo ha aggiunto «è normale ma fondamentalmente, mi sto solo prendendo un ruolo, quello di tenere allineati i sindaci dei capoluoghi di provincia che come sapete in Lombardia sono in grandissima parte di centrosinistra». Nel frattempo Fontana scioglie le sue di riserve sulla candidatura e si lancia verso il secondo mandato: «la mia ricandidatura è in re ipsa, Mi sembra che, come i singoli rappresentanti del centrodestra abbiano ripetutamente confermato, a questo punto non ci sia neanche bisogno di una formalizzazione. Perché loro lo hanno sempre detto».





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