IL MASSACRO SILENZIATO (ANCORA) IN NIGERIA CONTRO I CRISTIANI A NATALE: LA DENUNCIA DELLE CHIESE LOCALI
Sono almeno 47 i morti, alcuni ancora dispersi, centinaia di feriti e 8 chiese bruciate completamente: avviene in Nigeria dopo una serie di attacchi islamisti coordinati nell’area della Middle Belt all’interno dello Stato di Benue. Il problema è che tutto questo non è avvenuto oggi, né ieri, ma ben un mese fa: la denuncia è giunta dall’Aiuto alla Chiesa che Soffre, su fonti dirette delle Chiese cattoliche locali, ma si riferisce ad un massacro impressionante avvenuto nel giorno di Natale 2024.
All’interno della Diocesi di Gboko l’attacco più clamoroso ha portato ben 47 morti, tra cui molti bambini, che avevano l’unica “responsabilità” di essere in chiesa nel giorno della nascita del Signore: secondo quanto raccontato dal direttore della Caritas nella Diocesi locale, padre Isaiah Ter, oltre alle 8 chiese bruciate all’interno della vasta parrocchia di Santa Maria, a fuoco per colpa degli attacchi jihadisti anche alcune case, le scuole e le cliniche gestite dalla comunità cristiana. Addirittura il parroco, assieme al suo collaboratore (anche lui sacerdote), sono stati costretti a fuggire nel bosco rimanendo per almeno 48 ore nascosti per evitare il massacro in pubblica piazza. Nella zona dove si interseca l’area a Nord della Nigeria (a maggioranza islamica) e quella a Sud, di maggioranza cristiana, la vendita di armi automatiche negli ultimi anni ha aumentato a dismisura i pericoli per i cristiani: solo lo scorso anno sono stati oltre 100 i cristiani morti in diversi attacchi con nuovi sfollati che provano la fuga verso i villaggi cattolici del Sud; in 10 anni sono invece quasi 15mila le persone morte, una carneficina indecente.
AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE: DAL SILENZIO DEI MEDIA AL GRIDO DI AIUTO DISPERATO. COSA SUCCEDE IN NIGERIA
Voi provate ad immaginare un attacco nel giorno più importante della religione musulmana, in svariate moschee, con morti e feriti tra i semplici fedeli la cui unica colpa era quella di essere presenti per una preghiera solenne. Ecco, la grancassa dei media mondiali (giustamente) avrebbe coperto la notizia, fatto speciali di approfondimento, aperto interrogazioni in Europarlamento e riunioni d’emergenza presso le Nazioni Unite: e invece, morti, massacri e persecuzioni contro cristiani in Nigeria non fanno ormai più notizia, neanche nel giorno del Santo Natale. E non è mica la prima volta, come ben denuncia l’Aiuto per la Chiesa che Soffre, la Fondazione pontificia che dal 1947 si occupa di tutte le persecuzioni anti-cristiane in giro per il mondo.
«Totale mancanza di copertura dei media» in tutto il mondo, denuncia l’ACS per i massacri avvenuti a Natale e di fatto giunti fino a noi solo oggi, un mese dopo gli attentati del 25 dicembre nello Stato di Benue. Da tempo la regione della “Middle Belt” africana è uno dei luoghi di maggior pericolo al mondo per chi semplicemente professa la propria fede cristiana: i “mandriani” islamisti, i piccoli o più grandi gruppi jihadisti, senza per forza arrivare al dramma di Boko Haram che da decenni attacca i cristiani nel resto della Nigeria; il pericolo per i tanti villaggi cattolici presenti è purtroppo in continuo (e nefasto) aggiornamento. Anche solo la Diocesi di Gboko dal 2015 al 2025 sono almeno 20 le comunità attaccate, con 32 chiese distrutte e oltre 15mila sfollati senza più una casa: anche qui, l’unica colpa è l’essere cristiani ed è per questo che la Chiesa Cattolica mondiale e locale lancia il grido di allarme per l’intero Paese africano. L’ACS chiede al Governo della Nigeria di intervenire con risorse e protezione, ma purtroppo rischia di essere l’ennesima parola “al vento” in un’area del mondo dove a parole si è sempre dato pieno sostegno alle comunità cristiane ma alla prova dei fatti, i cristiani restano perseguitati ogni giorno che il Signore manda su questa terra.