CATOBLEPISMO/ Cosa significa la parola usata dal ministro Barca?
Dal “tacchino sul tetto” di Bersani al “catoblepismo” di Fabrizio Barca. Il termine utilizzato dal ministro della Coesione Territoriale sta facendo scatenare il web e tutti i social network
Dal “tacchino sul tetto” di Bersani al “catoblepismo” di Fabrizio Barca. Il termine utilizzato dal ministro della Coesione Territoriale sta facendo scatenare il web e tutti i social network, incuriositi e ironici sulla parola con cui Barca, all’interno del documento presentato di recente, intendeva descrivere la commistione tra Stato e partiti. “Magari scrivere catoblepismo fa venire voglia di sapere cos’è”, ha detto il diretto interessato a Youdem quando gli viene fatto notare che tra Facebook e Twitter è già esploso un nuovo tormentone. “Si tratta dell’espressione e del neologismo usati nel 1962 da Raffaele Mattioli per indicare il legame perverso prodottosi in Italia alla vigilia della crisi del 1930-31 fra grandi banche italiane di credito ordinario e industria”, si legge nel documento di Barca. Già in internet qualcuno aveva fatto subito notare (come ha poi confermato lo stesso Barca) che il termine “catoblepismo” è stato in passato usato da Raffaele Mattioli, amministratore delegato di Comit, per descrivere la “malefica commistione tra banche e industria” degli anni Sessanta. Lo stesso termine, però, ha anche utilizzi molto più recenti e totalmente differenti che coinvolgono perfino il mondo della musica. La band Elio e le Storie Tese, infatti, utilizza la particolare parola nel brano “Supergiovane”: “Catoblepa, catoblepa, io ti dono le mie Tepa…”, riferendosi alla marca di scarpe in voga una trentina di anni fa. Ok, questa forse è tutta un’altra storia. Ma incuriosisce, no?
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