DORON, EMILY E ROMI FINALMENTE LIBERATE: LA CONSEGNA ALLA CROCE ROSSA E L’ARRIVO IN ISRAELE. LE “PROMESSE” SULLA TREGUA
Sono ufficialmente libere le tre ragazze individuate da Hamas come un “trofeo della vittoria” da esporre nel centro di Gaza City, accerchiate da migliaia di mitra e miliziani islamisti, prima di essere consegnate alla Croce Rossa: sono libere, hanno già fatto ritorno in Israele e hanno potuto abbracciare le proprie famiglie dopo più di un anno di reclusione. Il livello di emozione che avranno provato Emily Damari, Doron Steinbrecher e Romi Gonen non è immaginabile, così come ha fatto specie vede la diversa plastica immagine dal centro di Gerusalemme a Gaza: nel primo caso, l’attesa e il pianto dopo la lunghissima ingiusta detenzione, dall’altro il “trionfo” di Hamas che ha voluto usare la propaganda anche nel momento del rilascio di ostaggi rapiti barbaramente il 7 gennaio 2023.
La tregua nel frattempo prosegue e Israele ha provveduto a liberare i primi 90 prigionieri palestinesi: si tratta di 69 donne e 21 minorenni, con 78 totali in arrivo dalla Cisgiordania, 14 da Gerusalemme Est. Tra i vari nomi liberati spicca quello di Khalida Jarrar, ex parlamentare palestinese e tra i principali leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Celebra l’accordo il Premier Netanyahu, che ha anche aggiunto – dopo la commozione per la liberazione delle tre donne ostaggi – come la tregua durerà fino a che Hamas non dovesse violare gli accordi presi; stesso messaggio rilanciato anche dalla stessa sigla filo-Iran, con il portavoce delle Brigate Qassam che alla tv Al Jazeera sottolinea l’impegno per rispettare interamente la tregua. Nel suo breve discorso dalla Casa Bianca (qui sotto il video integrale, ndr), l’ultimo da Presidente USA in funzione, Joe Biden spiega che Hamas non governerà più dentro Gaza, «il loro leader.è morto e tutti gli sponsor di Hamas in Medio Oriente sono stati indeboliti». L’impegno resta, ma le immagini viste oggi a Gaza City con i miliziani di Hamas che accerchiavano urlando le auto della Croce Rossa, dicono quanto sia lontano ancora una effettiva pace e “non belligeranza” dentro la Striscia.
They’re home. 💛 pic.twitter.com/PHkJ3yZLrV
— Israel Defense Forces (@IDF) January 19, 2025
Join me as I deliver remarks on the ceasefire and hostage deal between Israel and Hamas. https://t.co/YfxMcYhKTz
— President Biden (@POTUS) January 19, 2025
INIZIA LA TREGUA, SI DIMETTE BEN GVIR E MIGLIAIA DI SFOLLATI TORNANO A GAZA: COSA SUCCEDE OGGI CON LA TREGUA ISRAELE-HAMAS
Alle ore 10.15 è iniziata la tregua tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza: a quasi un anno e mezzo di guerra – per l’esattezza, 471 giorni – la svolta in Medio Oriente si concretizza dopo l’accordo siglato da Netanyahu, l’ufficio politico di Hamas, gli Stati Uniti e il Qatar negli scorsi giorni. Alla vigilia dell’Insediamento di Donald Trump scatta il cessate il fuoco con l’esercito israeliano che interrompe gli attacchi contro la sigla palestinese, responsabile degli attentati del 7 ottobre 2023 proprio appena fuori la Striscia nel mezzo della Palestina.
Lo sblocco dell’accordo per la tregua è giunto in definitiva questa mattina con l’arrivo della lista con i primi 3 nomi degli ostaggi che saranno liberati in giornata (si tratta di tre donne, qui sotto il profilo e tutti gli aggiornamenti): immediate le colonne di uomini, donne e bambini in fila verso la Striscia per poter far ritorno ad una terra devastata dalla guerra nell’ultimo anno e 3 mesi devastante. Gli sfollati ammassati tra Libano, Egitto e Cisgiordania provano a far rientro a Gaza, ma non saranno soli: sono poi più di 4mila i camion di aiuti pronti ad entrare a Gaza, secondo quanto annunciato dal commissario responsabile UNRWA, Philippe Lazzarini. Gli sfollati e gli aiuti, due elementi che all’interno della Striscia hanno segnato interi mesi di discussioni e drammi per una guerra sanguinosa che la tregua da oggi tenta di “stoppare” per poi neutralizzarla definitivamente.
Non sarà facile, anche perché lo scontro tra le parti resta, con Israele che vede dimettersi il Ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir, e la contemporanea uscita di scena del partito “Potere Ebraico”: il Governo Netanyahu è sempre più debole e a rischio, la guerra a distanza con l’Iran imperversa e a livello internazionale lo sfondo dello scontro Usa-Russia permane anche per il destino delle alleanze mediorientali; per non parlare di cosa potrebbe succede e chi governerà realmente la Striscia di Gaza dopo la fine delle tre fasi previste dalla tregua.
CHI SONO LE PRIME 3 DONNE OSTAGGI LIBERATE DA HAMAS E QUALI PROBLEMI ANCORA RESTANO PER I PROSSIMI 30
Alle ore 15 in Italia saranno liberate le prime tre donne ostaggi della lista di 33 nomi concordata da Israele e Hamas nella prima fase della tregua che durerà 42 giorni: secondo i termini dell’accordo (qui tutti i dettagli, ndr), alle tre donne ebraiche liberate oggi seguiranno i primi 90 rilasci di prigionieri palestinesi dalle carceri dello Stato di Israele. Non è stato affatto facile ancora nelle ultime ore lo sblocco della trattativa, con Hamas che aveva sottolineato esserci «problemi tecnici» alla base del rilascio dei 33 ostaggi “promessi” nell’accordo con Israele.
Entro 24 ore dal rilascio la sigla terroristica palestinese avrebbe dovuto fornire l’elenco dei nomi da liberare, giunto però clamorosamente in ritardo rispetto agli accordi presi: non appena l’Ufficio del Governo Netanyahu ha ricevuto tale elenco, ecco dispiegarsi il cessate il fuoco e l’inizio concreto della tregua per la guerra dentro la Striscia di Gaza (e in parte anche fuori, con gli Houthi nello Yemen che hanno fermato i raid per seguire i “compagni” di Hamas nel rispetto (si spera) del cessate il fuoco.
Secondo quanto rilanciato oggi dal “Times of Israel”, i nomi delle tre donne civili rapite da Hamas il 7 ottobre 2023 e oggi liberate sono Doron Steinbrecher (in foto qui sopra nel nostro articolo assieme alla madre Simona, uccisa da Hamas durante l’assalto nei kibbutz), Romi Gonen e Emily Damari. Tre giovani ragazze israeliane tra i 251 rapiti nel massacro di un anno e mezzo fa, quando morirono 1200 innocenti per la barbarie islamista: nello specifico, Gonen venne presa durante il festival nel deserto “Nova”, Steinbrecher e Damari (cittadina UK) vennero invece rapite dentro le loro case nel kibbutz Kfar Aza.
COAS GUERRA IN MEDIO ORIENTE, LA DENUNCIA DEL QATAR: “PERSI 13 MESI SULL’ACCORDO, INUTILE SPRECO”
Saranno invece 90 le donne palestinesi che Israele ha deciso di liberare in “cambio” dei primi 3 ostaggi: lo ha confermato oggi una fonte d’intelligence dell’Egitto all’ANSA: se per quanto riguarda gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas si trattano però di civili innocenti, i detenuti che verranno liberati in questa prima fase di tregua riguardano in alcuni casi anche criminali e terroristi che negli anni sono stati catturati da Israele durante i vari attacchi contro la cittadinanza ebraica.
Anche da questo elemento si può ben comprendere che parlare di “pace” reale in Medio Oriente è ancora prematuro e purtroppo lontano dal conseguirla: lo sforzo diplomatico, compresa la svolta decisa dopo la presenza negli Stati Uniti del Presidente eletto (domani insediato ufficialmente, ndr) Donald Trump, hanno comunque portato a termine un difficile accordo di tregua che resta l’unico vero elemento positivo di una guerra che anche stamattina appena prima del cessate il fuoco ha visto morti e raid su ambo i fronti. Dal Qatar, il Primo Ministro Mohammed Al Thani ha parlato di «inutile spreco» pensando ad un accordo come quello oggi entrato in vigore ma in realtà pronto da almeno 13 mesi: oltre un anno di trattative su dettagli, spiega in una intervista che precede la liberazione dei primi 3 ostaggi, che purtroppo «non hanno alcun significato e non valgono nessuna delle vite che abbiamo perso a Gaza, o nessuna delle vite di quegli ostaggi».