La situazione sul fronte tra Ucraina e Russia sembra essere sempre più tragica con un generale attenuamento degli (così si disse) incrollabili aiuti da parte dell’Occidente e il Cremlino che ora può contare anche sul supporto dell’esercito di Kim Jong-un per ora limitato alla difesa del territorio di Kursk occupato da Kiev: a gettare ulteriore benzina sul fuoco c’è anche la sempre più ampia crisi interna dell’esercito dell’Ucraina che dopo l’iniziale slancio difensivo immediatamente successivo all’invasione del febbraio 2022 ora deve fare i conti con diserzioni e abbandono delle posizioni da parte dei soldati sempre più frequenti.
Dare una portata delle diserzioni nell’esercito dell’Ucraina è pressoché impossibile tra le difficoltà di calcolare chi è morto sul fronte o durante questo o quell’altro raid, il fenomeno per cui molti ufficiali e sergenti d’alto rango impegnati in prima linea non denunciano i soldati ‘ribelli’ e – non meno importante – la propaganda che non può far apparire come debole l’eroico esercito ucraino; ma nonostante questo secondo alcune stime indipendenti, attualmente i soldati che hanno abbandonato l’esercito dovrebbero essere qualcosa come il 10 o 20% del totale (iniziale) di un milione e 300mila militari arruolati.
La crisi dei soldati in Ucraina: posizioni scoperte, veterani stanchi e reclute demotivate
Gli effetti delle diserzioni nell’esercito dell’Ucraina sono evidenti – seppur mai citati direttamente dai vertici militari o governativi – ormai da tempo, fin da quando Zelensky decise di indire (purtroppo per lui tardivamente) la leva obbligatoria, per poi abbassare l’età minima per l’arruolamento ed arrivare anche ad offrire la scarcerazione ai detenuti in carcere per reati minori; il tutto senza dimenticare che recentemente Biden gli ha personalmente suggerito di far diventare leve anche tutti i neo 18enni, scatenando non poche opposizioni da parte della società ormai stanca del conflitto infinito e (apparentemente) inutile.
Proprio quella stanchezza – d’altronde – si ravvisa anche nelle primissime linee del fronte in Ucraina, specialmente tra i coraggiosi veterani che nel febbraio del 2022 imbracciarono volontariamente i fucili per difendere la loro patria, difficili (o meglio, difficilissimi) da sostituire con reclute demotivate, troppo giovani e ancora alle fasi embrionali dei loro addestramenti: l’effetto – ovvio – è che mentre l’Ucraina non riesce a trovare soldati, le posizioni restano parzialmente scoperte a completo beneficio della Russia che nel frattempo ha conquistato circa un quinto del territorio ucraino.