“Ho sparato a due ladri“, disse Vincenzo Palumbo ai carabinieri chiedendo il loro intervento nella notte tra il 28 e 29 ottobre 2021. In realtà, aveva esploso 11 colpi di pistola contro due ragazzi, Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, finiti per sbaglio nei pressi della sua abitazione a Ercolano. Infatti, è stato condannato all’ergastolo per duplice omicidio volontario e la pena è stata confermata a settembre in appello.
Il crimine resta però inspiegabile, anche se l’uomo aveva dichiarato che conviveva con la paura per un furto di cui era stato vittima in precedenza. Inoltre, i due giovani, che furono bersagliati dai proiettili, non avevano dato motivo di sospettare che fossero ladri.
D’altra parte, dalle indagini e dagli esami svolti è emerso che colpi non furono sparati per spaventare i due amici, ma per colpire la vettura. Vincenzo Palumbo aveva poi una visuale buona, visto che le condizioni meteo erano ottimali, la distanza era ravvicinata, i fari del veicolo erano accesi, così come i lampioni in strada e l’uomo aveva anche acceso le luci prima di uscire sul terrazzo.
DUPLICE OMICIDIO DI ERCOLANO, LA VERSIONE DI VINCENZO PALUMBO
Vincenzo Palumbo raccontò di essere stato svelato dal suono dell’allarme di casa sua, di essersi affacciato alla finestra e di aver visto una persona allontanarsi per raggiungere un’auto dove all’interno c’era un’altra persona. Quindi, prese la pistola che custodiva sotto il letto, e che aveva comprato per autodifesa, e sparò 4-5 colpi verso il veicolo. Ma gli accertamenti tecnici rilevarono che erano 11 i proiettili sparati e che l’allarme non era mai scattato.
Ad aggravare la sua posizione anche i video delle telecamere di sorveglianza dei vicini: la macchina risultò in movimento, quindi sparava mentre i ragazzi si allontanavano. Non c’erano elementi per ipotizzare che i due ragazzi erano lì per commettere dei reati né perché l’uomo potesse sentirsi minacciato al punto tale da sparare. I due ragazzi non potevano avere scampo.
Peraltro, è emerso che la chiamata ai soccorsi sarebbe partita quasi mezz’ora dopo i fatti. A chiedere perdono alle famiglie delle due vittime anche Maria Rosaria, la moglie del camionista, che si unì all’appello affinché venisse fatta giustizia, “perché ha tolto due figli alle mamme“.
“VOLEVA UCCIDERE TULLIO PAGLIARO E GIUSEPPE FUSELLA”
Le indagini e il processo hanno stabilito, dunque, che da parte di Vincenzo Palumbo c’era la volontà di colpire Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella. Il gip di Napoli nell’ordinanza con cui applicò la misura cautelare della custodia in carcere evidenziò una “incontrollabile aggressività” del camionista, ma anche una “determinazione” che rivelava la sua “caratura criminale“.
Inoltre, il gip parlò descrisse la personalità dell’allora 53enne come quella di un soggetto “del tutto fuori controllo“, anche se non aveva precedenti. Si palava anche di “gravi indizi di colpevolezza” a carico dell’uomo che non potevano far ipotizzare che volesse difendersi e si segnalò che poteva sparare a salve se davvero avesse avuto quell’obiettivo.
Peraltro, aveva disattivato lui l’allarme, la cui funzione è proprio quella di far desistere i ladri dalle loro intenzioni. Non avrebbe dovuto farlo se voleva proteggere sé e la sua famiglia. Anche il gip citò le immagini delle telecamere di videosorveglianza come prove della “freddezza del gesto” e della determinazione di Vincenzo Palumbo di colpire i due ragazzi.