Uberto Motta, nato a Castellanza nel 1966, si è laureato in Lettere a indirizzo moderno nell’Università Cattolica di Milano nel 1991. Nel 1994 è visiting scholar nella Katholieke Universiteit di Leuven (Belgio) e nel 1995-’96 nella Facoltà di Lettere dell’Università di Losanna (CH). Consegue il dottorato di ricerca in Italianistica nel 1996 e nel 1997-’99 fa ricerca post-dottorato nel Dipartimento di Studi medioevali, umanistici e rinascimentali dell'Università Cattolica di Milano. Ricercatore nel 2000, nel periodo 2000-2001 è post doctoral fellow presso il Department of Romance Languages and Literatures di Harvard University (Usa). Nel 2003 insegna Storia della critica e della storiografia letteraria nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica di Milano; dal 2009 al 2011 è professore incaricato di Letteratura italiana nella stessa università. Dal 2011 insegna Letteratura italiana nell'Università di Friburgo (CH).
Uberto Motta (1966) He graduated in Letters from the Università Cattolica in Milan. From 1994-96 he was a visiting scholar at Katholieke Universiteit di Leuven in Belgium and the University of Lausanne. He received his PhD in Italian Studies in 1996 and did his post-doctoral studies in the Department of Medieval, Humanistic, and Renaissance Studies in the Università Cattolica in Milan. From 2000-2001 he was a fellow in the Department of Romance Languages and Literatures at Harvard University. He started teaching at the Università Cattolica in 2003, and since 2009, has been a full Professor of Italian Literature there.
La notte di Betlemme interpella la coscienza di tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Ma negare il dono di Dio fatto uomo è sempre possibile. UBERTO MOTTA
E se Giorgio Caproni, "re" dell'ultima maturità, non restasse un episodio isolato? Suggerimenti a studenti e prof per alcune letture del "nostro" tempo. UBERTO MOTTA
Una presenza che sovverte il nostro modo di pensare (André Gide) interpella senza sosta il nostro cuore infermo, così incline all'odio (Alessandro Manzoni). UBERTO MOTTA
Tatjana Kasatkina, Gianluca Zappa e Fabrizio Foschi hanno sottolineato la necessità di riscoprire in letteratura il ruolo del soggetto, docente e studente. il commento di UBERTO MOTTA
In una lettera di Michelangelo all'amica Vittoria Colonna del 1538, il genio del rinascimento cristiano spiega come si vive nella luce del Risorto. "Chi ama non dorme". UBERTO MOTTA
Oggi la secolare attesa di ogni uomo si è colmata per un'iniziativa sorprendente della fonte della vita; alla ricerca dei sapienti si è sostituito un incontro. UBERTO MOTTA
Solo la vita ha forza dimostrativa. Il docente è il postino dell'essenziale, di una verità che ogni giorno ha bisogno di tornare alla luce. Vademecum di inizio anno di UBERTO MOTTA
Ieri i 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri sono stati celebrati in Senato da Roberto Benigni, che ha recitato Par. XXXIII. Papa Francesco ha mandato un messaggio. UBERTO MOTTA
Gli insegnanti di liceo, su una cosa, sempre, sono concordi: "non abbiamo abbastanza tempo". Una sollecitazione, sulle tracce di Auerbach, a cambiare metodo. UBERTO MOTTA
Che cosa significhi capire una poesia è questione con cui tutti, o quasi, ci siamo una volta o l'altra confrontati, sui banchi di scuola o come semplici lettori. UBERTO MOTTA
Uno dei libri poetici più alti della letteratura italiana che abbiano testimoniato il naufragio di un'intera civiltà è "Il Porto Sepolto" di Giuseppe Ungaretti. UBERTO MOTTA
Gesù nasce. La ricerca dei Magi, il "quaerere Deum" che Benedetto XVI ha collocato alle "radici della cultura europea", non è vana. Eppure perché non ci accorgiamo di Lui? UBERTO MOTTA
"Siamo nominati da tutto ciò che abbiamo conosciuto e fatto". Così Amos Oz e la figlia Fania, nel loro libro "Gli ebrei e le parole. Alle radici dell'identità ebraica". UBERTO MOTTA
"Una semplice virgola cade come un colpo, rappresentando, visivamente, la frontiera che il poeta vede tra sé e la grazia". UBERTO MOTTA sul primo verso di "Alla luna" di Leopardi
Quando nelle aule l’incomprensione reciproca rende impraticabile il confronto, l’insegnamento si trasforma in imposizione. Allora, dice María Zambrano, è la morte. UBERTO MOTTA
Al Meeting di Rimini 2012 tornerà ancora Fedor Dostoewskij. Questa volta una mostra ideata e curata dalla prof. Tat’jana Kasatkina. Ne parlano CATERINA CORBELLA e UBERTO MOTTA
Nel suo ultimo lavoro, Il libro dei libri, George Steiner si arrende al “miracolo” della Bibbia: quel testo, fondamentale per l’occidente, è irriducibile a qualsiasi formula. UBERTO MOTTA
L’11 aprile di 25 anni fa se ne andava Primo Levi. La drammatica esperienza di Auschwitz non è riuscita a spegnere la sua testimonianza. Il commento di UBERTO MOTTA
UBERTO MOTTA torna su Dostoevskij e la sua straordinaria rivoluzione letteraria, che “ha mutato per sempre il corso dei nostri pensieri sulla nostra stessa natura”
Nel Natale l’onnipotenza di Dio si china davanti alla nostra libertà. E invoca una risposta. UBERTO MOTTA rilegge alcuni passi di Campana, Montale, Saba, Hillesum
Ieri è mancato Andrea Zanzotto. Proponiamo in esclusiva l’intervento che UBERTO MOTTA ha tenuto all’Università Cattolica lunedì scorso, durante una giornata dedicata al poeta trevigiano
In occasione del conferimento del Nobel, Eugenio Montale, scomparso il 12 settembre 1981, fece all’Accademia di Svezia un discorso profetico. Il commento di UBERTO MOTTA
Cosa rappresenta davvero una biblioteca? Una sfida, un atto di superbia, o un dialogo umile con il passato? Il senso della lettura, e il rischio del mondo di oggi, secondo UBERTO MOTTA
Andrea Zanzotto è, letterariamente, commosso testimone dello stupore e del mistero abissali che abitano ogni frangente dell’umano. UBERTO MOTTA sul poeta di Pieve di Soligo
Nell’era del pc imparare a memoria ha ancora un senso? Siamo sicuri che la nostra testa viva solo di algoritmi? Per UBERTO MOTTA la memoria letteraria non è un optional. Oggi ancor meno di ieri
Il Natale: la Madonna e suo Figlio sono con noi. Come nella Madonna Sistina di Raffaello. Una provocazione senza posa per la ragione umana, da Goethe a Grossman. UBERTO MOTTA
«Unica felicità possibile: non essere sé, ma tutti». UBERTO MOTTA racconta la vita e l’opera di Elsa Morante (1912-1985) e la sua ricerca, attraverso l’arte, della salvezza dalla disintegrazione
«La sua intelligenza poetica, disarmata e paradossale, onirica e materialista ha lasciato nella cultura letteraria italiana un segno profondo, che rimarrà». UBERTO MOTTA scrive di Edoardo Sanguineti
È una parola, quella del poeta, donata non per essere intesa, ma per farci intendere. Seguendo María Zambrano, UBERTO MOTTA spiega il senso della poesia: in essa il lettore può assistere a una rivelazione