Assegno unico, a chi spetta e importo/ Tabella con Isee: da 30 a 217,8 euro a figlio

- Silvana Palazzo

Assegno unico 2021, a chi spetta e importo: ecco la tabella con i livelli Isee. Si va da 30 a 217,8 euro a figlio per il secondo semestre dell'anno, poi debutterà quello universale

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Chi ne ha diritto e come funziona l’assegno unico per i figli? Sono solo due delle tante domande che le famiglie si stanno ponendo in vista del primo luglio, giorno in cui farà il suo debutto questa misura pilastro del family act. Bisogna precisare che partirà in forma ridotta, quindi solo per chi attualmente non può usufruire dell’assegno familiare. Parliamo quindi di lavoratori autonomi e disoccupati che hanno finito la Naspi, incapienti e inattivi. In questa norma “ponte” rientrano anche i lavoratori dipendenti attualmente esclusi dagli assegni al nucleo per ragioni di reddito familiare e i beneficiari del reddito di cittadinanza che non percepiscono l’assegno familiare. Si tratta di una platea di oltre due milioni di persone che finora potevano usufruire solo di detrazioni nella dichiarazione dei redditi per i figli a carico. Ma il Cdm di ieri ha varato questa misura temporanea che coprirà il secondo semestre di quest’anno, mentre l’anno prossimo la riforma entrerà a regime per tutti.

Passiamo all’importo: varia a seconda del reddito Isee e del numero dei figli (ma è maggiorato del 30% dal terzo in poi). Si vada un massimo di 217,8 euro a figlio al mese fino a 30 euro. Ad esempio, una famiglia con reddito nella prima fascia e tre figli minorenni prenderà 653 euro al mese, un tesoretto di 3.918 se si tiene conto di tutto il semestre. Inoltre, in presenza di figli disabili l’assegno unico è aumentato di 50 euro al mese. E non mancano le perplessità.

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ASSEGNO UNICO “PONTE” IN ATTESA DI QUELLO UNIVERSALE

La soglia Isee oltre la quale non si prende nulla è 50mila euro. Il beneficio medio, secondo i calcoli del governo, sarà di 1.056 euro a famiglia nel secondo semestre grazie all’assegno unico. Peraltro, varrà per i figli da zero a 18 anni. A questa norma “ponte” di sei mesi, che costerà 1,5 miliardi di euro, il Cdm ieri ne ha aggiunta un’altra, che innalza l’attuale assegno familiare percepito dai lavoratori dipendenti di 37,5 euro a figlio al mese per le famiglie con due figli, di 55 euro se sono almeno tre. Quindi, è previsto un costo complessivo di altri 1,5 miliardi, visto che la platea è di circa 4 milioni di lavoratori dipendenti. L’obiettivo resta l’introduzione nel 2022 dell’assegno unico universale per tutti, anche se il principio è che l’importo debba essere più consistente per chi ha il reddito più basso. Inoltre, si fa ordine rispetto alla babele di misure attuali. Infatti, l’assegno unico accorperà ben sei sussidi e agevolazioni: assegni familiari, natalità, bonus bebè, detrazioni per fili a carico… Ma serviranno una serie di decreti attuativi per gennaio. A tal proposito i tecnici, come riportato da Il Messaggero, avvertono: «Il decalage attualmente previsto non è quello che realisticamente verrà adottato per l’Assegno Unico e Universale a regime da gennaio».







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