Black Lives Matter sta con Cuba/ “Embargo Usa viola diritti umani”. Regime invece no?

- Niccolò Magnani

Rivolta in Cuba, il movimento Black Lives Matter si schiera con il regime: “embargo Usa viola diritti umani”, silenzio invece sulla dittatura. Per cosa vale la pena inginocchiarsi?

Rivolta Cuba Cuba, proteste contro il regime comunista (LaPresse, 2021)

Il movimento americano anti-razzista “Black Lives Matter” prende netta posizione sulla rivolta avvenuta (e ancora in corso) a Cuba: si schiera con la popolazione cubana vessata, sulle condizioni di povertà indicibili a cui sono sottoposti e sullo scandalo di un silenzio mondiale quasi “connivente”. Tutto perfetto, ad eccetto del “nemico” dell’attacco BLM: il movimento sorto a seguito della morte dell’afroamericano George Floyd non reagisce contro il regime cubano di Miguel Diaz-Canel (il Presidente designato da Raul Castro), bensì contro l’embargo degli Stati Uniti d’America. Con un lungo comunicato il Black Lives Matter definisce «inumano il comportamento del governo statunitense nei confronti del popolo cubano costretto a patire indicibili sofferenze a causa di un criminale embargo, in vigore da oltre sessant’anni», per il solo fatto che Cuba ha scelto la strada «della sovranità e dell’autodeterminazione».

La tesi del BLM è la medesima riportata in questi giorni da diversi organi di informazioni in Italia ed Europa a (parziale) “scusante” del regime cubano: «un danno di 130 miliardi di dollari.  Senza questo denaro, è difficile per Cuba acquistare il materiale sanitario necessario alla produzione dei propri vaccini contro il Covid-19 e gli strumenti per la produzione di cibo. Nonostante questo il paese ha creato una ottima assistenza sanitaria e inviato i propri medici e infermieri in ogni parte del mondo dove è avvenuto un disastro». Il BLM appoggia insomma la rivoluzione di Ernesto “Che” Guevara e Fidel Castro in quanto Cuba «ha storicamente dimostrato solidarietà ai popoli oppressi afro-discendenti, proteggendo rivoluzionari come Assata Shakur concedendogli asilo politico, supportando la lotta di liberazione dei neri in Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Sudafrica». L’appello finale è per il Presidente Joe Biden, affinché ponga «fine all’embargo» in quanto «clamorosa violazione dei diritti umani».

CUBA & BLM: PER COSA CI INGINOCCHIAMO?

Dei 5mila arresti, dei morti e feriti per le strade, dei due giorni di “buio” di internet in tutta l’isola, del regime repressivo, della scarsità di medici e sanitari mandati in giro per il mondo come “vanto della sanità cubana” e assenti invece nelle strutture pubbliche locali: di tutto questo, il Black Lives Matter non fa alcuna menzione. Sembrano per caso problemi “piccoli” rispetto al grave nodo dell’embargo? Ora, di certo lo scontro Usa-Cuba (che non nasce certo oggi!) è uno degli elementi di massima complicanza storica-geopolitica e le responsabilità con tanto di colpe risiedono da decenni tanto a Washington quanto a L’Avana. Da qui però a sostenere che le mancanze strutturali di libertà contro il popolo provengono solo da motivi “esterni” non solo è scorretto, ma è in ultima analisi un modo ideologico e totalitario di giudicare la realtà. Del resto, forse ci si dimentica che nei mesi di massima protesta contro il “cattivo americano” Donald Trump il movimento Black Lives Matter è riuscito a strumentalizzare l’orrenda e ignobile morte di George Floyd arrivando a spaccare negozi, rovesciare statue e imporre comportamenti “corretti” all’opinione pubblica. Ecco, davanti a tutto questo, ci spiegate per bene perché e a che cosa diamine dovremmo inginocchiarci?

P.s. Sposare la causa contro il razzismo non dà “patentini” di infallibilità morale ed ed etica su tutte le altre battaglie. Neanche per il “buono” BLM.







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