Lucia Felici, 75 anni, vittima di femminicidio a Castelnuovo di Porto (Roma). Il marito, Carmine Alfano, 82 anni, avrebbe confessato il delitto sostenendo di aver agito il 9 agosto scorso perché non sopportava più le urla della moglie che “aveva mal di testa“.
Una versione che l’uomo, sul quale pende l’accusa di omicidio volontario aggravato dal vincolo coniugale, avrebbe ribadito davanti agli inquirenti in sede di interrogatorio di garanzia e nella quale avrebbe spiegato di aver strangolato la donna dopo aver meditato più volte di ucciderla. Lo riporta Il Corriere della Sera, secondo cui tali elementi sarebbero emersi nel corso di una confessione choc durante la quale Alfano sarebbe apparso “provato”.
Femminicidio Lucia Felici a Castelnuovo di Porto, il marito Carmine Alfano confessa: cosa è emerso dall’autopsia
L’autopsia sulla 75enne Lucia Felici, strangolata in casa a Castelnuovo di Porto pochi giorni fa, avrebbe evidenziato i segni dell’azione omicidiaria e non solo. Il cadavere, secondo quanto riporta il quotidiano, presenterebbe ecchimosi riconducibili a violenze pregresse la cui datazione esatta non sarebbe ancora chiara.
Stando alla ricostruzione finora emersa, il marito della vittima avrebbe “riposizionato” il corpo subito dopo il femminicidio forse per inscenare l’azione di un estraneo e tentare così un depistaggio. “L’ho uccisa perché non la sopportavo più, molte volte ho pensato di ammazzarla“, avrebbe detto agli investigatori durante le prime dichiarazioni a margine del delitto. Una confessione che avrebbe confermato anche nel corso dell’interrogatorio dopo il fermo e che presenterebbe, però, parecchi punti ancora da chiarire. A lanciare l’allarme ai carabinieri sarebbe stata una vicina di casa, allertata dalle urla di Lucia Felici provenienti dall’abitazione della coppia alle prime luci del giorno. Giunti sul posto, i militari avrebbero trovato l’uomo barricato in casa e si sarebbe reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco per sfondare la porta.
Il corpo di Lucia Felici trovato in una “strana posizione” e l’ipotesi della premeditazione
Il corpo della donna sarebbe stato trovato in camera da letto, in pigiama, in una “strana posizione” come riferisce Il Corriere della Sera: Lucia Felici sarebbe stata posizionata con le spalle al muro e le gambe allungate sul pavimento, tra le mani un coltello.
L’ipotesi della premeditazione, che fino a questo momento non sarebbe contestata all’82enne indagato per il femminicidio di Lucia Felici, resta sul tavolo degli inquirenti in attesa che il quadro di elementi a carico assuma contorni più definiti. L’uomo avrebbe detto di non sopportare la moglie da tempo e di aver pensato diverse volte di ucciderla prima di passare all’azione, ma perché si possa parlare di un omicidio premeditato occorre accertare anzitutto la sussistenza di un periodo sufficientemente ampio da consentire l’eventuale ripensamento in merito al proposito di uccidere. Per questo, occorrerà attendere le valutazioni investigative del caso per capire se l’aggravante resti in piedi, circostanza che appensantirebbe, non poco, la posizione di Carmine Alfano.