Germania in recessione: rischia crisi permanente/ Governo Scholz nel mirino: “Non interviene…”

- Silvana Palazzo

La crisi dell'economia in Germania rischia di diventare permanente. L'analisi del Süddeutsche Zeitung sulla risposta del governo Scholz alla recessione: "Deve cambiare strategia ma..."

germania Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (a destra) con il ministro dell'Economia, Robert Habeck (LaPresse)

Non solo è in recessione: la Germania rischia di restare invischiata in una crisi permanente. La sua economia si sta indebolendo, mentre gli altri Paesi industrializzati crescono. Dietro questa debolezza ci sono problemi strutturali in due settori che erano ritenuti i suoi punti di forza: industria ed esportazioni. Possono tornare ad essere punti di forza, ma la Germania deve intraprendere un nuovo percorso economico secondo Süddeutsche Zeitung: allontanarsi dall’austerità del freno al debito e orientarsi verso una moderna politica industriale. Sicuramente la crisi è dovuta anche all’inflazione, ma il problema industriale ha un effetto più persistente e minaccia il benessere materiale, visto che l’industria manifatturiera rappresenta in Germania una quota molto maggiore della produzione economica rispetto a quella di altri Paesi, inoltre i posti di lavoro sono in media meglio retribuiti del 20% rispetto ai servizi.

L’industria chimica, che aveva creato più di mezzo milione di posti di lavoro in Germania, produce circa un quarto in meno rispetto a prima della guerra in Ucraina. Ci sono poi le industrie ad alta intensità energetica che devono lottare con i prezzi attuali. In questa situazione, attirare investimenti non è affatto semplice. Da qui la necessità, secondo il giornale tedesco, che il governo federale offra alle aziende migliori incentivi per produrre e investire in Germania nel lungo periodo. Questo vuol dire espansione delle energie rinnovabili, dall’eolico e dal solare all’idrogeno, per prevenire gli choc dei costi dei combustibili fossili come quelli causati dalla guerra scatenata dalla Russia e creare prezzi favorevoli nel lungo periodo. Ma la coalizione dei semafori ha seminato dubbi sulla reale intenzione di portare avanti la transizione energetica, motivo per il quale il settore industriale guarda con perplessità alle mosse del governo tedesco.

GERMANIA IN CRISI, IL MODELLO USA-CINA

Ci vorranno diversi anni prima che l’energia verde sia disponibile a basso costo in quantità sufficienti, quindi un aiuto alle industrie potrebbe essere rendere più giusto il prezzo dell’elettricità, evitando così che settori come quello chimico migrino altrove. Soldi per la svolta energetica e aiuti transitori, una politica industriale statale che non piace in Germania, dove però si chiede un cambiamento nella politica economica. L’esempio è quanto accade in Usa con l’Inflation Reduction Act. Ma anche la Cina sta sovvenzionando le aziende nazionali. La Germania deve cambiare rotta e riflettere sulla politica industriale da perseguire, scrive SZ, «per salvare i loro posti di lavoro ben retribuiti e per attrarre nuove tecnologie».

Non manca una frecciata alle aziende automobiliste tedesche, che «si sono concentrate sui motori a combustione interna e hanno rinunciato a produrre batterie, anche se queste rappresentano gran parte del valore aggiunto delle auto elettriche». Per il giornale tedesco, «incentivi statali mirati aiutano a fermare il declino di un’industria vetrina, e a diventare meno dipendenti dal fatto che la tecnologia ambientale chiave viene dalla Cina». Una ricetta che non contrasta i principi del libero mercato, perché ricerca e innovazione devono restare delle priorità, ma al tempo stesso «le agevolazioni fiscali temporanee sembrano avere senso per stimolare gli investimenti. Ma non al posto di un turbo per le rinnovabili e di un prezzo ponte per l’elettricità, bensì contemporaneamente ad essi».

“GERMANIA RAFFORZI INDUSTRIA ED ESPORTAZIONI”

Il governo tedesco, però, sembra andare in un’altra direzione. Il ministro delle Finanze Christian Lindner sta addirittura riducendo l’unica misura che gli sta a cuore: lo sgravio fiscale. Gli altri Paesi industrializzati, invece, stanno adottando un approccio diverso: preferiscono rilanciare le loro economie in questi tempi di crisi anziché puntare su un super-risparmio. «La Germania dovrebbe prendere esempio da loro», scrive Süddeutsche Zeitung. C’è poi la questione esportazioni: «Per la Germania è importante non aderire a nessun blocco, ma mantenere aperti i propri mercati. E promuovere nuovi partenariati con l’Unione Europea».

I Verdi, anziché dubitare del libero scambio, dovrebbero rendere la Germania il motore di nuovi accordi commerciali nell’Ue con Asia, Sud America o Usa. «Invece, il governo tedesco sta permettendo alla Francia di bloccare l’accordo Mercosur con il Sud America per proteggere i suoi agricoltori», attacca il giornale tedesco. La conclusione è che la Germania può superare questo momento di debolezza «se rafforza nuovamente l’industria e le esportazioni». Pertanto, il governo federale «deve affrontare la transizione energetica con la stessa coerenza della politica industriale, degli incentivi agli investimenti e di un’offensiva per le esportazioni e l’UE». Altrimenti il rischio è di rendere il problema permanente.





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