LAVORO & DISABILI/ Dopo le linee guida manca il “Job Supporter”

- Alessandra Servidori

Sono state pubblicate le nuove linee guida per l'inserimento lavorativo dei disabili. Manca ancora, però, la figura professionale per seguirli in questo percorso

Luigia di Giorgio Disabile per errore medico su sedia a rotelle Disabile (Pixabay)

Il ministero del Lavoro e il ministero della Disabilità hanno pubblicato le nuove linee guida per “favorire”, attraverso percorsi lavorativi, l’integrazione sociale e l’indipendenza delle persone con disabilità, con particolare attenzione a giovani e disoccupati o inoccupati, secondo i principi espressi sul collocamento mirato dei soggetti con disabilità.

Queste linee guida sono incardinate su quanto previsto anche dal Pnrr, nel quadro dei relativi programmi nazionali (come il GOL) e dei conseguenti piani di azione, a cominciare dal nuovo Piano nazionale nuove competenze. E inoltre il Programma di Garanzia per l’occupabilità dei lavoratori in generale ma anche dei disabili si occupa di integrare le politiche del lavoro con quelle formative mediante la personalizzazione dei servizi e misure per il lavoro, attraverso la disponibilità contestuale sia di servizi finalizzati ad accompagnare l’utente verso l’incontro con le opportunità di lavoro espresse dalle aziende, sia di quelli finalizzati a supportarne l’ingresso/reingresso nel mondo del lavoro in forma autonoma. 

Le linee guida prevedono, il lavoro agile con lo scopo di incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, e clausole premianti negli appalti pubblici a favore di imprese ed enti che abbiano istituito la figura del responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro, avente compiti di predisposizione di progetti personalizzati per le persone con disabilità. 

Sappiamo bene che manca in Italia, a differenza che in Europa  al sistema del Collocamento Disabili il Disability Job Supporter, ovvero una figura professionale in grado di gestire tutto il processo di inclusione lavorativa, dunque un professionista/operatore che conosca e sappia applicare tutta la normativa, si faccia carico di seguire la persona con disabilità in giovane età (durante l’ultimo anno del percorso scolastico) o in età adulta, fino all’inserimento lavorativo. Quindi, dopo avere redatto il bilancio delle competenze acquisite, calcolato l’intensità di aiuto e la distanza dal mercato del lavoro, dovrà orientare la persona con disabilità, ricercarne il contesto di lavoro, attivarne le azioni di formazione, tutoring e monitoraggio. Durante tutto il processo di sviluppo del progetto di accompagnamento al lavoro, dovrà offrire supporto e consulenza alle famiglie, alle scuole e alle aziende private e pubbliche, predisponendo il progetto individualizzato per l’assolvimento degli obblighi e attivando le procedure per gli adempimenti richiesti dalle norme sul collocamento delle persone con difficoltà.

Per la sua unicità nel panorama dell’offerta formativa in campo nazionale, per l’ampio ventaglio di sbocchi professionali e per la sua pragmaticità deve essere in possesso di una preparazione complessiva sulla disabilità, sul mercato e sul mondo del lavoro, egli si occuperà di orientamento al lavoro per gli studenti con disabilità; di orientamento al lavoro per inoccupati e disoccupati; di accompagnamento al lavoro delle persone con disabilità; di consulenze alle aziende per l’assolvimento degli obblighi previsti dalla Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili); di gestione delle procedure per l’assolvimento degli obblighi stessi; di gestione dei rapporti con i servizi provinciali competenti e con i servizi territoriali pubblici, privati e del privato sociale; di supporto alle aziende nella gestione di tutte le problematicità connesse alla disabilità.

Tramite la formazione svolta e le competenze acquisite il Disability Job Supporter  potrà operare presso: i Centri per l’Impiego/Collocamento Disabili; l’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive lavoro); le Commissioni ASL per l’accertamento dell’invalidità; i servizi per l’inserimento lavorativo promossi dai Comuni e dai Consorzi; le Comunità Montane; i servizi sociosanitari condotti dalle ASL (Centri Psico Sociali, Sert, Alcoologia, ecc.); le cooperative sociali e i loro consorzi; le agenzie per il lavoro; gli Enti del Terzo Settore; le associazioni sindacali e industriali; le scuole superiori; le università; le aziende private; le Pubbliche Amministrazioni; gli studi di consulenza al lavoro. Disponendo infatti di una competenza a tutto campo sulla disabilità/lavoro, potrà focalizzare il proprio interesse sulle persone con disabilità, sul mercato del lavoro, o sulle aziende. 

Ora solo alcune università private (poche) hanno predisposto dei master di specializzazione.

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