Le scadenze fiscali per chi ha partita IVA 2025 sono decisamente impegnative. Ben oltre 70 adempimenti burocratici per professionisti e aziende che devono rispettare degli obblighi specifici nei confronti dello Stato.
Tra gli impegni finanziari più ingenti, i primi riguardano quelli delle piccole P.IVA in merito alle proroghe sugli acconti. Dopo la concessione da parte del fisco italiano di poter rimandare i pagamenti, ora è arrivato il momento del saldo.
Scadenze partita IVA 2025: oltre 70 adempimenti
Con il nuovo Bilancio tra le scadenze previste per la partita IVA di gennaio 2025 la più imminente è domani, giovedì 16. L’adempimento coinvolge le piccole partite IVA che hanno registrato compensi o ricavi inferiori a 170mila euro.
Gli interessati possono decidere se versare il 2° acconto di imposta in una sola soluzione oppure rateizzare il debito fino 5 rate, così da estinguere il pagamento entro il 16 maggio 2025. Se si scegliesse la rateizzazione, oltre alla cifra corrispondente verranno calcolati gli interessi.
Le principali attività riguardano le P.IVA minori, ovvero ditte individuali e professionisti in regime forfettario (con aliquota al 5% oppure al 15%). Poi tra gli altri adempimenti non vanno dimenticati i pagamenti relativi alla cedola secca sugli affitti, l’Irpef e le mini patrimoniali.
Fringe benefit 2024
Entro domenica 12 gennaio 2025, i datori di lavoro intenzionati a pagare i fringe benefit 2024 dei loro dipendenti in busta paga, avrebbero dovuto dichiarare le loro intenzioni sottolineando quali “compensi in natura” retribuire e stando attenti al cosiddetto “principio di cassa”.
I compensi in natura previsti nel 2024 e pagati entro il 12 gennaio 2025, verranno riconosciuti fiscalmente nell’anno di imposta scorso, viceversa per quello “nuovo”.
Gli importi che vengono pagati come fringe benefit sono “esentasse”, dunque non si cumulano tra i redditi personali, dunque anche ai fini Irpef – purché rientrati nel limite di Legge – non si terrà conto.
I limiti di Legge prevedono il limite di 1.000€ per i lavoratori dipendenti senza figli, mentre sale a 2.000€ per i dipendenti che hanno dei figli a carico (indipendentemente dall’età).