Cyberbullismo, il 15% degli adolescenti in Europa lo ha subito/ Fenomeno sempre più in aumento

- Chiara Ferrara

Cyberbullismo, il 15% degli adolescenti in Europa lo ha subito almeno una volta: il fenomeno aumenta di anno in anno secondo i dati dell'Oms

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Il cyberbullismo è un problema per gli adolescenti in Europa. Il 15% dei ragazzi e il 16% delle ragazze ne sono state vittime almeno in una occasione da parte di loro coetanei. L’aspetto più preoccupante del fenomeno è che quest’ultimo è sempre più in crescita. I dati relativi al 2018 infatti si attestavano rispettivamente al 12% e al 13%. A rivelarlo, come riportato da Quotidiano Sanità, sono le statistiche dell’Oms pubblicate nel secondo volume dello studio Health Behavior in School-aged Children (HBSC), che ha coinvolto 44 Paesi e regioni e preso in considerazione le segnalazioni dei diretti interessati.

È importante però considerare anche l’altra faccia della medaglia. I ragazzi che praticano cyberbullismo verso altri in aumento dall’11% al 14% e le ragazze dal 7% al 9%. Il fatto che gli adolescenti trascorrano molto tempo online dunque li mette facilmente in condizione di essere sia vittime che carnefici. “Il mondo digitale, pur offrendo incredibili opportunità di apprendimento e connessione, amplifica anche sfide come il cyberbullismo. Ciò richiede strategie globali per proteggere il benessere mentale ed emotivo dei nostri giovani. È fondamentale che governi, scuole e famiglie collaborino per affrontare i rischi online, garantendo agli adolescenti ambienti sicuri e di supporto in cui prosperare”, ha commentato la dottoressa Joanna Inchley.

Cyberbullismo, il 15% degli adolescenti in Europa lo ha subito: i dati dell’Oms

Il cyberbullismo però è soltanto una porzione del bullismo più ampio. Il fenomeno in questione è stabile nel tempo nei numeri dell’Oms. Circa l’11% degli adolescenti è stato vittima di bullismo a scuola, senza alcuna differenza significativa tra ragazzi e ragazze. Il 6% invece ammette invece di averlo esercitato, con una percentuali più alta tra i maschi. Inoltre, tra questi ultimi, più spesso questo si tramuta in scontri fisici. È per questo motivo che emerge l’esigenza di intervenire sulla questione dell’aggressività.

A parlarne è stato Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa: “Questo rapporto è un campanello d’allarme per tutti noi per denunciare il bullismo e la violenza, quando e dove si verificano. Con i giovani che trascorrono fino a 6 ore online ogni singolo giorno, anche piccoli cambiamenti nei tassi di bullismo e violenza possono avere profonde implicazioni per la salute e il benessere di migliaia di persone. Dall’autolesionismo al suicidio, abbiamo visto come il cyberbullismo in tutte le sue forme possa devastare la vita di giovani e le loro famiglie. Si tratta di una questione sia di salute che di diritti umani, e dobbiamo intensificare la protezione dei nostri bambini dalla violenza e dai danni, sia offline che online”.





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