Immaginate una città che sembra uscita da un dipinto antico, dove il ritmo della vita moderna si intreccia con la memoria di secoli di storia. Pavia, a pochi chilometri dalla frenesia milanese, è un piccolo gioiello che ammalia i visitatori con la sua atmosfera da salotto d’altri tempi. È un luogo che si scopre passo dopo passo, come una carezza per l’anima.
Il cuore pulsante è piazza Vittoria, una grande sala a cielo aperto che un tempo ospitava mercati e trattative, e che ancora oggi custodisce un’eleganza immutata sotto i portici trecenteschi. Il Broletto e il “Palazzetto dei Diversi” sembrano sussurrarci storie lontane, mentre l’ombra della cupola del Duomo si affaccia con imponenza da dietro.
Giungere davanti alla Cattedrale è come entrare in un’altra epoca. Immaginate Bramante e Leonardo da Vinci intenti a studiare ogni dettaglio di un progetto grandioso: la terza cupola più grande d’Italia, un simbolo di perfezione rinascimentale. Passeggiando tra le linee sobrie e maestose della chiesa, ci si sente piccoli di fronte all’immensità del genio e della storia.
Ma Pavia è anche il profumo dolce delle acque del Ticino, che guida i passi fino allo spettacolare Ponte Coperto, un’icona della città. Una cappelletta settecentesca veglia il passaggio, mentre sotto di noi scorrono secoli di vita e di lavoro: il ponte, un tempo via di lavandaie e pescatori, ora è la porta d’accesso a un mondo sospeso nel tempo.
Borgo Ticino, sull’altra sponda del fiume, accoglie i visitatori con un sorriso autentico. Qui, tra casette colorate e scorci da cartolina, si respira ancora l’aria semplice e sincera di un antico villaggio di pescatori. E tra le piccole trattorie e locande, dove i sapori sono rimasti quelli di una volta, il tempo si ferma davvero.
Sedersi a tavola è come vivere un’esperienza sensoriale. Si inizia con il salame d’oca di Mortara, croccante accanto alla tipica schita, per poi lasciarsi conquistare da un risotto che profuma di Lomellina, condito con bonarda e salsiccia, o da gnocchi con la zucca Bertagnina di Dorno. Le polpette di mundeghili, la panada calda di pane e brodo o le rane fritte evocano una tradizione culinaria contadina, schietta e gustosa.
E per accompagnare ogni piatto, non c’è nulla di più nobile dei vini delle colline dell’Oltrepò Pavese. È qui che il pinot nero regna incontrastato, nelle sue bollicine eleganti che ricordano la Borgogna. Ma a conquistare davvero sono la vivace Bonarda e il profumato Sangue di Giuda, vini che sembrano creati apposta per avvolgere il palato con il loro calore.
Pavia, con i suoi borghi, le piazze e i sapori, non è solo una città da visitare. È un luogo che si vive, che sorprende e avvolge, che invita a rallentare, respirare e lasciarsi emozionare. È un piccolo viaggio in una Lombardia intima e autentica, che sa accogliere con la grazia di una dama e la passione di una terra che ama raccontarsi.
Lasciatevi sedurre da Pavia: vi conquisterà, passo dopo passo, boccone dopo boccone.
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