Negli ultimi (quasi) vent’anni negli USA sono cresciuti di parecchio di casi di abusi di farmaci ansiolitici, sedativi ed ipnotici tra i giovani aprendo ad una nuova – e certamente necessaria – riflessione sulla consuetudine che porta numerosi medici a prescriverli anche quando sarebbe più opportuno valutare altri tipi di terapie: a dirlo è stato un recentissimo studio americano condotto dai ricercatori della Rutgers Health e pubblicato sulla rivista Addiction, partito dall’analisi delle cartelle cliniche di milioni di adolescenti e giovani adulti ai quali stati diagnosticati proprio dei disturbi relativi all’abuso di ansiolitici e farmaci simili.
Prima di arrivare allo studio, è importante sottolineare che ansiolitici, sedativi e farmaci ipnotici vengono tendenzialmente prescritti per trattare vari tipi di problemi psichiatrici – da quelli più lievi come i disturbi del sonno, fino a quelli gravi come l’ansia e la depressione – e sono pensati per essere usati per poco tempo abbinati ad altre soluzioni (spesso sedute con i professionisti della salute mentale): infatti, un uso costante è già stato più volte collegato ad un aumento della tolleranza del paziente che per trovare sollievo è costretto ad aumentare la dose assunta.
Aumentando la dose – però – in alcuni casi che fino a qualche anno fa erano rari, lo stesso paziente rischia di sfociare verso l’abuso che nei casi di farmaci come gli ansiolitici può essere a sua volta collegato ad altre (e talvolta ancor più gravi) patologie che possono essere sia di natura mentale come le pericolosissime psicosi, ma anche di nature fisica andando dagli spasmi, alle convulsioni potenzialmente letali.
Lo studio su ansiolitici, sedativi e farmaci ipnotici: i disturbi da abuso tra i giovani sono aumentati dalle 3 alle 5 volte in vent’anni
Proprio da partendo dalle potenziale mortalità delle patologie associate all’abuso di ansiolitici e farmaci simili, i ricercatori si sono chiesti quale sia stato il trend di crescita nelle diagnosi tra giovani e giovanissimi partendo da un’attenta analisi delle cartelle cliniche disponibili; il tutto – però – partendo dalla certezza che attualmente si conta che almeno 2,2 milioni di americani siano alle prese con un disturbo da abuso di vario tipo.
Nello studio sono state prese in esame circa 7 milioni di cartelle – come dicevamo prima di adolescenti e giovani adulti – che risalgono al 2001 ed altre 13 milioni del 2019, appurando che il trand di diagnosi relative all’abuso di ansiolitici e sedativi sono aumentate dalle 3 (per quanto riguarda gli adolescenti) alle 5 (nei giovani adulti) volte nell’arco di appena una ventina scarsa di anni: dati certamente preoccupanti che i ricercatori ricollegano anche al fatto che sia innegabilmente “aumentata la disponibilità” dei farmaci e – non da meno – l’attenzione relativa a “questi disturbi”.