SCUOLA/ Perché non leggere (da bambini) se migliora la vita?

- Angelo Lucio Rossi, Rossella Viaconzi

Fino a domenica continua l’iniziativa di promozione del libro e della lettura #ioleggoperché2017. ANGELO LUCIO ROSSI e ROSSELLA VIACONZI spiegano la sua importanza

Libro Libreria (Lapresse)

“Mi sono sempre immaginato il paradiso come una biblioteca” (Jorge Luis Borges). Non sarà così per meno della metà della popolazione che nel nostro Paese non legge libri. E per di più la lettura dei libri nel tempo libero è in forte calo. Gli ultimi dati Istat dicono che abbiamo perso 3 milioni e 300mila lettori dal 2010 a oggi. Per i ragazzi l’abitudine a leggere i libri si apprende in famiglia: solo il 69,7% dei ragazzi con entrambi i genitori lettori legge.

E le scuole? Anche i docenti dovrebbero leggere di più e non subire passivamente la lettura, come un dovere imposto. Lo sviluppo delle competenze di lettura, infatti, riguarda tutte le discipline e la consuetudine con i libri pone le basi per una pratica di lettura come attività autonoma e personale che duri tutta la vita. Per questo occorre assicurarne le condizioni proprio là dove si forma la personalità attraverso l’implementazione di biblioteche scolastiche e il loro accesso, gli itinerari di ricerca e di costruzione di libri, gli incontri con gli autori.

La realtà però è che si legge sempre meno e il problema è serio tanto che non può non essere affrontato se non con una moltiplicazione di tentativi dal basso e il contributo di tutti. Leggere fa bene: abbassa il livello di stress, accresce l’empatia, contribuisce a comprendere meglio la propria vicenda personale e migliora la qualità di vita, sviluppando senso critico e giusta distanza emotiva. Un libro può cambiare la vita. Bisogna ripartire dall’invito di Claudio Abbado: “la cultura è un bene primario come l’acqua; i teatri, le biblioteche e i cinema sono come tanti acquedotti”. Per questo non possiamo non guardare con simpatia la grande iniziativa nazionale di promozione del libro e della lettura #ioleggoperché2017, organizzata dall’Associazione Italiana Editori a sostegno delle biblioteche scolastiche di tutta Italia in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con l’Associazione Librai Italiani, l’Associazione Italiana Biblioteche e Libriamoci. 

L’iniziativa, giunta quest’anno alla sua terza edizione, coinvolgerà poco meno di un milione e 400mila bambini e ragazzi per far crescere nuovi lettori e implementare o sviluppare nuove biblioteche. Fino a domenica 29 ottobre 2017 ben 1.774 librerie in tutta Italia accoglieranno i cittadini che vorranno acquistare uno o più libri da donare a una delle 5.636 scuole iscritte. I volumi, raccolti nelle librerie, andranno ad arricchire le biblioteche scolastiche esistenti o a costituirne di nuove là dove non ci sono. Gli editori daranno a loro volta alle scuole coinvolte un numero complessivo di libri pari a quelli donati dai cittadini fino ad un massimo di 100mila copie. La sinergia tra scuole, associazioni, enti e privati cittadini può davvero incrementare le biblioteche scolastiche vissute come luogo privilegiato di incontro e di apertura alle persone e alle comunità per ricostruire l’umano.







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