L’ex ambasciatore statunitense a Mosca John Sullivan, in un’intervista rilasciata a Foreign Policy, ha ammesso che gli Stati Uniti stanno esaurendo le loro “armi di ricatto” contro la Russia. Come sottolineato dal diplomatico, “se ci fosse qualcosa che possiamo fare per fare pressione sulla Russia e obbligarla a piegarsi alla nostra volontà, l’avremmo già usata in Ucraina. Con che cosa li minacceremo ora? Li abbiamo colpiti con un sacco di armi in Ucraina. Se disponessimo di armi migliori con cui colpirli, le useremmo già in Ucraina oggi”.
Sullivan si è detto pessimista sul futuro dell’Ucraina, affermando che il conflitto “non finirà con la capitolazione di Putin”. Secondo l’ex ambasciatore statunitense in Russia, “una situazione di stallo è il meglio che possiamo sperare nel prossimo futuro”. Questo perché Kiev, secondo Sullivan, non riuscirà a battere in alcun modo la Russia sul campo di battaglia, dunque l’unica maniera per evitare altre vittime è quella di andare avanti con i negoziati.
“Stati Uniti hanno finito le armi di ricatto”
John Sullivan ha avuto, fin dal febbraio 2022, un ruolo di risalto all’interno della guerra in Ucraina, essendo stato l’ambasciatore statunitense a Mosca dal 2020 fino al 2022. Il diplomatico ha assistito in prima fila anche allo sgretolamento inesorabile delle relazioni tra Stati Uniti e Russia dopo l’assalto all’Ucraina da parte delle truppe di Kiev e la risposta degli Usa, che hanno imposto pesanti sanzioni a Mosca e iniziato ad inviare aiuti economici e militari all’Ucraina.
Sullivan, incaricato dall’amministrazione Trump, ha mantenuto il suo ruolo anche con Joe Biden dopo la vittoria di questo alla Casa Bianca. Ha avuto così modo di vivere in prima persona l’evolversi in negativo dei rapporti tra le due superpotenze, ai ferri corti ormai da tempo. Dalle parole dell’ex ambasciatore statunitense, però, non traspare nulla di buono per il futuro degli Usa, che avrebbero terminato le armi per colpire la Russia.