Continua il lungo – e sicuramente criticato – percorso della cosiddetta legge ‘bases’ fortemente voluta dal premier dell’Argentina Javier Milei ed oggi approvata per la seconda volta dal Senato: il testo passerà nuovamente nelle mani della Camera che dovrà ridiscuterlo a fronte delle modifiche volute dai senatori per poi approvarlo definitivamente. Nel frattempo, però, si fa sempre più accesa l’opposizione dei cittadini dell’Argentina, nel sempre più fermo timore che la legge bases causerà fortissimi squilibri economici e sociali – a discapito ovviamente dei più poveri -, oltre a conferire (ma questo è il timore dei politici, non del popolo) a Milei un eccesso di poteri che renderebbe pressoché inutile il ruolo del Parlamento.
Senza soffermarci sulla cronaca, tra queste righe ci preme approfondire soprattutto i pilastri del criticato disegno di legge, presentato ufficialmente dal premier Milei in persona lo scorso dicembre, a poche settimane di distanza dal suo insediamento nel ruolo di presidente dell’Argentina per riformare interamente – e qui veniamo al ‘bases’ che da il nome alla legge – il sistema economico, fiscale e sociale di un territorio che vive da decenni in una feroce crisi, culminata con un’inflazione che a maggio ha sfiorato il 300%.
Cosa prevede la legge bases proposta da Milei in Argentina: tutti i punti critici della norma
Da un punto di partenza ben visto da chiunque – sia in Argentina, che nel resto del mondo -, però, la legge bases degenera piuttosto rapidamente e già nelle prime righe prevede il conferimento ad Javier Milei dei poteri parlamentari dopo la dichiarazione di “emergenza pubblica in materia economica, finanziaria, fiscale, di sicurezza sociale, di difesa, tariffaria, energetica, sanitaria, amministrativa e sociale”, almeno fino al 31 dicembre del 2025 ma con la possibilità di proroga.
Centrale, poi, nella legge bases una lunga parte dedicata all’economia e che prevede – per esempio – una tassa speciale per gli studenti esteri che studiano in Argentina, ma anche un riassetto del sistema di export ed import di energia e minerali; diversi articoli dedicati alla rimozione di alcuni sussidi ed incentivi (come il prezzo calmierato di alcuni beni di base); ma anche l’abrogazione delle leggi che impediscono l’emissione di debito pubblico e – tra i punti più controversi della legge bases di Milei – la privatizzazione di circa 41 aziende pubbliche, tra cui la Banca nazionale argentina, la compagnia aerea e quella ferroviaria, ma anche il sistema postale e la ‘Zecca’.
Tuttavia, i punti più critici della proposta del premier argentino sono altri due: il primo riguarda la riforma elettorale, con un abbandono del sistema proporzionale basato sul voto dei cittadini, per un sistema di circoscrizioni uninominali che darebbero più potere ai partiti minori. Il secondo punto più critico – nonché quello che preoccupa i cittadini dell’Argentina – della legge bases di Milei è quello che riguarda la riforma del lavoro e del sistema pensionistico, con un aumento del ‘periodo di prova’ dei lavoratori, l’eliminazione della moratoria per accedere in anticipo alla pensione, il licenziamento di buona parte degli statali e una riduzione degli indennizzi per i licenziamenti.