SCUOLA/ Studiare (e insegnare) filosofia, la “rivoluzione” comincia così

- Marco Ferrari

L'ultima edizione delle Romanae Disputationes si è confermata come una proposta innovativa per la didattica della filosofia nella scuola italiana. Al via la terza edizione. MARCO FERRARI

stelle_nebulosa_orione2R439 Foto dal web

La seconda edizione delle Romanae Disputationes (RD) si è confermata come una proposta innovativa per la didattica della filosofia nel panorama della scuola italiana. Essa è stata capace di coinvolgere ed entusiasmare centinaia di studenti e docenti del liceo, insieme ai professori universitari intervenuti come valutatori e relatori.

L’iniziativa nel 2015, come quella dell’edizione precedente, si è svolta in tre tappe successive. In primo luogo abbiamo proposto due lezioni introduttive tenute nell’aula magna del liceo classico “Sant’Orsola” di Roma da Emidio Spinelli, docente di Storia della filosofia antica presso la Sapienza, e Giovanni Maddalena, professore aggregato di Filosofia teoretica presso l’Università del Molise. L’evento è stato seguito in diretta streaming da 2200 studenti e insegnanti di 60 città italiane. I due docenti universitari hanno introdotto il tema delle RD 2015: “Libertà va cercando, ch’è s’ì cara. L’esperienza della libertà. Essi lo hanno calato nel panorama della storia della filosofia antica e della cultura contemporanea in generale e hanno stimolato allievi e docenti ad aprire l’orizzonte della propria riflessione al tema della libertà, facendo tesoro della tradizione filosofica da Platone fino a Hannah Arendt.

La seconda tappa è consistita nel lavoro di ricerca individuale e collettivo dei team che hanno deciso di partecipare al Concorso, accompagnati dai loro docenti referenti. I 30 docenti del comitato didattico hanno proceduto poi a valutare gli elaborati scritti e multimediali secondo un sistema a blind referee. Essi cioè hanno valutato i testi senza conoscere alcuna informazione circa i loro autori. Le valutazioni dei 13 docenti universitari del comitato scientifico, sempre con un sistema a blind referee, hanno determinato la graduatoria finale, confermata dal presidente della giuria del Concorso, professor Costantino Esposito, e dal vicepresidente della stessa, professor Mario De Caro. Per quanto riguarda la categoria degli elaborati multimediali la valutazione è stata compartecipata anche da una speciale giuria tecnica, guidata da Alberto Montorfano, pittore ed esperto di arti figurative di ToKalOnDidattica per l’eccellenza, e da Glenda Galliano, cofondatrice di Polymorphi. co e Transmedia designer.

La terza e ultima fase si è svolta tra il 12 e il 14 febbraio 2015 a Roma, presso la splendida aula magna della Pontificia Università Urbaniana. Per tre giorni si sono susseguite le lezioni accademiche di alto profilo di Mario De Caro, Guido Alliney, Giacomo Rizzolatti, Michele Di Francesco e Francesco Botturi; gli stimolanti laboratori di filosofia, arte, attualità e musica tenuti da Fulvia Strano, Marina Timoteo, Pietro Toffoletto e Antonio Petagine; le due coinvolgenti sessioni dei seminari di discussione e argomentazione Age contra, guidati da Adelino Cattani; le premiazioni finali dei team vincitori.

I numeri confermano il notevole successo di questa seconda edizione del Concorso: 782 studenti iscritti, accompagnati da 70 docenti referenti di 65 scuole di tutta Italia, per un totale – nelle categorie Junior (III e IV anno della secondaria superiore) e Senior (V anno) – di 108 elaborati scritti e 46 multimediali partecipanti al Concorso.

Tutta questa ricchezza è fonte di grande soddisfazione per gli organizzatori, e non soltanto per l’esito conseguito dal punto di vista della partecipazione di studenti e docenti e delle molte associazioni, università e fondazioni coinvolte nel Concorso, nonché dell’attenzione riservata all’iniziativa dal Miur e dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini in particolar modo. Ciò che più di tutto ci rende orgogliosi nel promuovere le RD è la constatazione della novità di metodo che esse rappresentano per il lavoro quotidiano di molti docenti e studenti e, potenzialmente, per tutta la scuola italiana.

Tale novità consiste innanzitutto nell’aver scelto di sfidare allievi e docenti sui grandi temi e sulle domande fondamentali della filosofia, domande che, nella didattica ordinaria e in proposte formative apparentemente affini alle RD, rischiano di perdersi in questioni più specialistiche e di dettaglio, talvolta di corto respiro. In questo senso, proporre temi come quello della natura e delle possibilità conoscitive della ragione umana (RD 2014) e quello della natura e dell’esperienza della libertà (RD 2015) ci pare un approccio alla didattica della filosofia tanto essenziale quanto coraggioso, anche perché non prono alle mode.

Affrontare l’insegnamento della filosofia a partire da queste grandi domande e sfidando gli studenti a rispondervi a partire dal paragone con la propria esperienza, permette a ciascuno di scoprirsi non solo un essere che domanda, ma anche di andare a vedere come ha domandato l’autore, il classico, e così di imparare a domandare immedesimandosi con le sue domande.

Come scrive Costantino Esposito, in filosofia “la domanda non è mai il punto zero, non si comincia mai domandando; la domanda è sempre uno “zero virgola uno”, viene sempre un attimo dopo, c’è sempre bisogno che qualcosa accada perché noi possiamo chiedere. ‘Perché?‘. Un uomo sottovuoto spinto, che non avesse rapporti con la realtà, non chiederebbe il perché”.

Un primo compito delle RD è di comprendere ancora una volta che il domandare della filosofia nasce da un rapporto leale con la propria esperienza del mondo, nella quale la risposta anticipa sempre la domanda. In questo modo è possibile offrire ai nostri giovani un criterio di giudizio per valutare la verità o almeno l’attendibilità di una risposta: bisogna verificare se quella risposta non annulli aprioristicamente la domanda di partenza. Infatti, scrive ancora Esposito: “Il dato, la risposta intesa come dato – non come la rispostina al quesito o al test di un esame di filosofia – è qualcosa che già c’è [la realtà in tutte le sue dimensioni] e che eccita ‘eroticamente’ la domanda del perché“.

La questione del domandare evidenzia che, insieme al dato, per domandare c’è bisogno di un io pensato fenomenologicamente come rapporto: “Se non ci fosse qualcuno o qualcosa d’altro da me che mi interpella non ci sarebbe proprio l’idea di io. […] La realtà viene prima di noi. Noi siamo nati. Ben prima che essere-per-la-morte, noi “siamo-nati”. Il fatto che siamo nati vuol dire che siamo dati, cioè che c’è qualcosa che ci dà a noi stessi – chiamatelo il padre e la madre, la natura, Dio. È evidente alla ragione che c’è qualcosa da cui proveniamo. […] La domanda è dunque il segno della nostra finitezza non semplicemente in quanto incapacità o ignoranza, ma in quanto in essa si esprime ed emerge la dipendenza e la provenienza da ciò che origina il nostro essere. Nel domandare infatti emerge con evidenza che la realtà, nella sua essenza è uno spazio di incontro, sin dall’inizio”.

Porre domande che permettano di riscoprire l’esperienza come spazio di incontro tra la realtà e l’io è quanto di più importante si possa proporre ai giovani in un’epoca confusa e smarrita come la nostra.

In secondo luogo il lavoro nei team per la produzione degli elaborati scritti e multimediali ha favorito, in molti studenti e docenti, la percezione che la scuola può essere davvero il trampolino di lancio per conseguire una conoscenza appassionata del mondo e di sé, e non soltanto un luogo chiuso in se stesso che la società obbliga a frequentare in vista dell’università o del mondo del lavoro. Per esempio, il laboratorio di filosofia online “Casi di etica”, a cura di Antonio Petagine della Fondazione Rui, ha mostrato agli studenti quanto sia fondamentale per il quotidiano diventare consapevoli dei criteri che mettiamo in campo nel momento in cui ci troviamo di fronte a una scelta esistenzialmente importante.

Un terzo aspetto caratterizzante il lavoro delle RD è la scelta di confrontarci con alcuni tra i più competenti e appassionati studiosi del mondo accademico. Questa scelta trova la sua prima ragion d’essere nella convinzione che il gusto per la ricerca può smuovere energie spesso sopite e dormienti, sia tra gli allievi sia tra i docenti. Guardare e ascoltare uomini in ricerca è un potente antidoto all’autoreferenzialità e alla rassegnazione e permette di fatto la costruzione di nuovi e aggiornati percorsi di lavoro dentro e fuori la scuola.

Il fatto stesso che i nostri allievi abbiamo potuto, per tre giorni, interloquire e interrogare i professori universitari intervenuti e poi discuterne insieme ai propri docenti, ha reso visibile quella continuità tra scuola e università spesso auspicata a parole e raramente realizzata di fatto.

Infine, in questa seconda edizione delle RD abbiamo voluto dare agli studenti partecipanti l’occasione di mettere alla prova anche le proprie competenze dialettiche e argomentative attraverso i seminari di discussione Age contra, grande novità di questa seconda edizione del Concorso. Gli Age contra, guidati da Adelino Cattani, docente di Teoria dell’argomentazione dell’Università di Padova, hanno visto sfidarsi, davanti a una platea curiosa e attenta di circa 700 studenti, due team Senior e due team Junior, sorteggiati tra quanti si erano dati disponibili. Sono stati individuati due topici: “Pur di garantire la sicurezza è lecito ridurre la libertà” (per i team Junior) e “La libertà di stampa è un bene che va sempre e comunque preservato” (per i teamSenior). A ciascuna coppia di team, Junior e Senior, è stato assegnato per estrazione il compito di sostenere rispettivamente un team la tesi pro, l’altro quella contro il topico. L’impegno appassionato dei giovani disputanti e l’interesse suscitato negli spettatori hanno reso evidente che la capacità di esprimere con ragionevolezza e convinzione le proprie tesi è un’esigenza inaggirabile della ragione che si apre con meraviglia a comprendere il mondo e i problemi. In questo senso gli Age contra hanno soddisfatto un’esigenza spesso tralasciata nella didattica ordinaria e hanno indicato una strada percorribile per tutti coloro che vorranno inserire nell’insegnamento della filosofia moduli didattici volti allo sviluppo delle competenze argomentative e retoriche.

Per tutti questi motivi le RD 2015 sono state una testimonianza ricchissima della centralità della didattica della filosofia nel quadro delle diverse discipline insegnate a scuola, anche in riferimento a quanto richiesto dalle Life skills education for children and adolescents in school (capacità decisionale, problem solving, pensiero creativo, senso critico, comunicazione efficace, relazioni interpersonali, autocoscienza, empatia, gestione delle emozioni, gestione dello stress) proposte dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS 1993) e dalle Indicazioni nazionali 2010 per la scuola italiana, ove si parla, per l’area logico-argomentativa, dell’importanza di saper sostenere una propria tesi e valutare criticamente le argomentazioni altrui e di acquisire l’abitudine a ragionare con rigore logico, a identificare i problemi e a individuare le possibili soluzioni.

Le RD 2015 hanno dimostrato che insegnare filosofia, armonizzando le istanze del modello teoretico e di quello storico, permette di perfezionare le capacità, già innate nell’allievo, di porre domande consapevoli e di argomentare logicamente e di introdurre i giovani all’enorme ricchezza della nostra tradizione culturale prima ancora che giungere a conclusioni almeno prima facie giuste.

Le RD 2015, dunque, hanno cercato di incarnare quanto detto. La proposta formativa caratterizzante il lavoro del nostro Concorso, o meglio il lavoro di tutti i docenti che a vario titolo hanno contribuito a renderlo possibile, ha permesso di mostrare la vitalità e il fascino che la filosofia può esercitare sui giovani. Si è vista inoltre la necessità che questo insegnamento sia considerato come una base essenziale per la formazione integrale delle persone in virtù dei benefici specifici che esso offre a chi lo svolge con lealtà e passione. 


La terza edizione delle Romanae Disputationes si apre giovedì 29 ottobre 2015 sul tema della giustizia (“Unicuique Suum. Radici Condizioni ed espressioni della giustizia”) con una lectio magistralis all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano tenuta da Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale. Sarà possibile seguire la lectio magistralis anche in streaming nelle scuole secondarie che ne faranno richiesta.





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