Nichilismo americano

- Lorenzo Albacete

Il senatore Marco Rubio sembra essere sia cattolico che protestante. Un fenomeno che si sta diffondendo negli Usa tra gli ispanici

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Il senatore Marco Rubio (Foto ANSA)

Non so quanto il neo-senatore Marco Rubio sia conosciuto al di fuori della Florida e dell’establishment politico degli Stati Uniti, ma sono sicuro che si sentirà presto parlare molto di lui. Rubio è uno dei vincitori delle recenti elezioni di metà legislatura, un giovane (39 anni), attraente Repubblicano conservatore, apparentemente molto abile, appoggiato dal movimento del Tea Party, ispanico di discendenza cubana, cattolico praticante e praticante cristiano evangelico in una Chiesa affiliata ai Southern Baptists.

Sì, avete letto bene: il nuovo senatore della Florida sembra essere contemporaneamente cattolico e protestante e trovarsi a suo agio da entrambe le parti. In un articolo del 26 novembre su The New York Times, Mark Oppenheimer (Marco Rubio: Cattolico o Protestante?) osserva che «se (Rubio) si presenta sul suo sito Florida Statehouse Web e nelle interviste come cattolico romano, blogger e giornalisti hanno notato che dalla sua elezione ha regolarmente preso parte alle funzioni di una Chiesa evangelica la cui teologia è del tutto conflittuale con la dottrina cattolica».

Per buona parte dell’ultimo decennio, continua, «Rubio ha frequentato Christ Fellowship (Compagnia di Cristo) con sua moglie e i figli. “Viene con regolarità alle nostre funzioni” alla chiesa del campus di Palmetto Bay, ha detto il pastore Eric Geiger. Secondo il sito della campagna elettorale di Rubio, il senatore ha dato contributi alla Christ Fellowship per 50.000 dollari, dal 2005 al 2008».

Secondo l’articolo, Rubio «mantiene legami anche con la Chiesa Cattolica. “Nell’ultima domenica della campagna elettorale, per esempio, ha ascoltato la Messa nella chiesa cattolica di Cristo Re a Tampa” si legge in una email di Alex Burgos, il suo portavoce, e “La mattina delle elezioni è andato a Messa a Coral Gables”».

I Southern Baptists sono una comunità ecclesiale riconosciuta dalla Chiesa Cattolica e come tale partecipa agli incontri ecumenici ufficiali. Le loro convinzioni dottrinali sono all’opposto della dottrina cattolica su punti cruciali della fede. Per esempio, come osserva Oppenheimer, i Southern Baptists rifiutano il battesimo dei bambini, pratica assolutamente essenziale per la posizione cattolica sui sacramenti, la natura della Chiesa e la dottrina della salvezza. Ovviamente non riconoscono il carisma unico del Papa, né la concezione cattolica del sacerdozio. Inoltre, pane e vino nell’Eucarestia sono solo simbolici e non divengono corpo e sangue reali di Cristo, come credono i cattolici.

Secondo il giornalista, Rubio è l’esempio di un nuovo tipo di cattolico ispanico che sta emergendo negli Stati Uniti: «Sebbene la maggior parte degli ispanici sia di origine cattolica, la comunità si sta differenziando in termini religiosi, con molti immigrati e loro discendenti che si avvicinano ai protestanti evangelici». E prosegue: «Fernand Amandi, la cui società in Florida, la Bendixen & Amandi, è specializzata in sondaggi di opinione tra gli ispanici, dice che “tra la gente pochi sembrano curarsi del fatto che Rubio si divida tra due identità religiose. Credo che non vi sia una reale coscienza di tutto questo… la comunità ispanica rispetta la diversità e penso che non dia importanza alla cosa”».

Oppenheimer fornisce anche dei dati: dal 1990 al 2008, la percentuale di ispano-americani che si dichiarano cattolici è scesa dal 66% al 60%. Si è anche verificato che più lunga è la permanenza negli Stati Uniti e minore è la probabilità che un ispanico, o un’ispanica, si dichiarino cattolici. Inoltre, i non cattolici tendono maggiormente a dichiararsi Repubblicani. Secondo questi dati, l’identità dualistica sta diventando sempre più comune.

 

Dall’altro lato, Oppenheimer cita Padre Virgilio P. Elizondo, un prete che insegna all’Università di Notre Dame, il quale afferma che Rubio è tuttavia una novità: “Non credo che questo sia molto comune. So di cattolici che cambiano per un certo periodo, ma poi ritornano, e di altri che non tornano più alla Chiesa cattolica, ma non conosco nessuno che dichiari di essere cattolico e frequenti un’altra Chiesa”. Oppenheimer conclude: «Ciò che può risultare chiaro da questa storia, chiamiamola il “Caso del Primo Senatore Cattolico Protestante”, è che in America le distinzioni religiose contano sempre di meno».

 

La mia esperienza personale di prete cattolico ispanico mi porta a concordare con Padre Elizondo, la cui vasta esperienza “sul campo”, per così dire, è straordinaria. La sua opinione coincide anche con quanto ho appreso come consigliere del Comitato dei Vescovi per gli Affari ispanici. D’altra parte, la perdita della consapevolezza di ciò che significa un’identità cattolica sta realmente minacciando la comunità cattolica ispanica negli Stati Uniti. Il caso del senatore Rubio può essere un’indicazione di dove stanno andando i cattolici ispanici in America.

 

Questa tendenza a ridurre il senso dell’identità cattolica a folklore, a tradizioni culturali e a una spiritualità senza contenuti minaccia anche i cattolici americani in generale. Mi torna in mente l’osservazione di Curtis White in Harper’s Magazine (dicembre 2007), già citata in un precedente articolo. Si tratta della forma americana del nichilismo. Per Nietzsche, il nichilismo europeo era la caduta di ogni forma di credo: «Il nichilismo americano è qualcosa di diverso. Il nostro nichilismo è la nostra capacità di credere in qualsiasi cosa e credere in niente contemporaneamente. Tutto va bene!».

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