Si sono esauriti – pochi giorni fa – anche gli ultimissimi fondi residui dell’Ecobonus auto riservati alle cosiddette ‘ibride plug-in’ e che rientrano più nel dettaglio nella fascia di emissioni tra i 20 e i 60 grammi di Co2 prodotta ogni chilometro: si è azzerata – così – l’intera dotazione degli incentivi che erano stati stanziati per i cittadini che desiderano partecipare alla transizione green risparmiando sull’acquisto di una nuova vettura ed ora si apre ad un futuro incerto per l’Ecobonus auto che sembra essere destinato a non ricevere nessun nuovo stanziamento nel corso di tutto il 2025; salvo – ma ci torneremo – non intervenga l’Unione Europea.
Partendo dal principio, ricordiamo che la (breve) storia dell’Ecobonus auto si era aperta lo scorso giugno ed includeva diverse fasce di incentivo in base alla tipologia di veicolo: fin da subito – nell’arco di una manciata scarsa di ore – erano finiti i 201 milioni riservati alle macchine completamente elettriche con emissioni inferiori al 20 grammi su km; mentre ad ottobre anche la dotazione da 276,7 milioni per la categoria 61-135 g/km di emissioni (quasi tutte le mild e full hybrid, le auto a GPL e poche endotermiche) era giunta al termine unitamente a quella riservata all’usato e ad alcune categorie come i taxi e gli NCC.
Esaurito l’Ecobonus auto, cosa succede ora: Urso frena su nuovi incentivi, ma un’apertura potrebbe arrivare dall’UE
Insomma, in altre parole si potrebbe parlare di un vero e proprio successo per l’Ecobonus auto che è stato in grado di attirare l’interesse dei consumatori al punto da esaurire la – comunque importante – dotazione iniziale nell’arco di soli sei mesi; ma come anticipavamo già in apertura ora il 2025 si apre con un’incertezza su di un’eventuale seconda tranche di stanziamenti da parte del governo che potrebbe non arrivare mai.
Qualche mese fa – infatti – il ministro del Made in Italy Adolfo Urso aveva chiarito che le ultime risorse disponibili nel Fondo automotive (dal quale era ‘nato’ l’Ecobonus auto) sarebbero state destinate alle imprese produttrici per sostenere anche la loro transizione; ma d’altra parte si sa anche che il 30 gennaio si terrà un tavolo UE per la competitività del Green deal nel corso del quale si potrebbero prevedere nuovi fondi europei a favore dei consumatori che – sempre ipoteticamente – potrebbero diventare realtà entro la seconda metà dell’anno.